Dragon Warriors – Storia Editoriale

Sull’onda delle notizie di questi giorni, ecco qualcosa su Dragon Warriors RPG, come già apparso su DM MAGAZINE.

Partendo dalla bella copertina, lo stesso sottotitolo presente recita “The Classic British Fantasy Roleplaying Game”, definizione che la mia immaginazione vuole caricare di un doppio significato: “Il Classico Gioco di Ruolo Fantasy Britannico”, facendo riferimento alla storia editoriale passata di Dragon Warriors, ma anche “Il Gioco di Ruolo del Classico Fantasy Britannico”, un’accezione che calca la mano sulla peculiarità “british” del gioco, in contrapposizione con altri giochi di ruolo fantasy degli USA.

Il mio volo pindarico sul confronto cercato immediatamente con i cugini d’oltreoceano potrebbe non essere del tutto campato in aria, perché nell’Introduzione stessa del volume si fa un doveroso ringraziamento ai colleghi inglesi Jackson e Livingstone, creatori della fortunata serie di gamebook di Fighting Fantasy e ci si pone subito in aperto contrasto con lo “stile D&D”.

Ma andiamo con ordine.

 

Un'illustrazione che da sola esprime tutto il flavour del gioco: cupi segreti sepolti in cripte misteriose

L’edizione 2008 della Mongoose-Flaming Cobra-Magnum Opus è un bellissimo volume di 255 pagine in bianco e nero in formato A4, con copertina rigida a colori occupata da una affascinante illustrazione di Jon Hodgson.

La grafica, la scelta dei caratteri, le illustrazioni e l’impaginazione danno fin da subito una efficace idea di chiarezza, semplicità ed eleganza. Sono tutte qualità indispensabili per un manuale che, probabilmente, si rivolge a degli acquirenti di “vecchia generazione” disposti ad acquistarlo in molti casi per mero spirito collezionistico o di revival.

 

La storia di Dragon Warriors

La vicenda editoriale di Dragon Warriors inizia negli anni ’70. Come spiegano gli autori Dave Morris e Oliver Johnson, la radice del regolamento attuale è un piccolo gioco di ruolo realizzato da Morris dopo l’università, chiamato Mortal Combat e pubblicato tramite un amico. L’idea piacque molto a Steve Jackson e Ian Livingstone, all’epoca in cui i due stavano avviando la sistematica produzione dei gamebook della serie Fighting Fantasy.

Morris venne invitato alla Games Workshop di Jackson e Livingstone e discusse assieme ai possibili editori sull’espansione di questo prodotto in un progetto più ambizioso, che sarebbe dovuto essere “il rivale britannico di D&D” e si sarebbe chiamato Adventure.

L’accordo non si fece mai. La Games Workshop acquisì i diritti di RuneQuest per il Regno Unito e successivamente Jackson e Livingstone pubblicarono il proprio “gdr fantasy britannico”, basato su meccaniche e ambientazione della fortunata serie Fighting Fantasy.

Nel frattempo Morris iniziò comunque a collaborare con la Games Workshop, entrando in contatto anche con Jamie Thomson, Paul Mason, Joe Dever e Gary Chalk, tutti autori, ideatori e illustratori di importanti linee di romanzi e Gamebook britannici.

A cavallo tra il 1985 e il 1986, il sistema viene finalmente pubblicato ad opera di un’altra casa editrice, la Corgi Books. L’intera linea editoriale si compone di sei volumetti, stampati in formato analogo a quello dei gamebook, nel cui ambiente e pubblico Dragon Warriors sguazzava.

I primi tre libri furono prodotti assieme e permettevano collettivamente di avere il sistema base delle regole e alcune avventure da giocare, tra cui la campagna che occupava la maggior parte del terzo volumetto. Gli altri tre libri furono dati alle stampe invece successivamente, uno per uno, e aggiunsero man mano elementi di regole, nuovi mostri, avventure e note di ambientazione.

Ecco i titoli dei sei volumi:

1. Dragon Warriors: presentava tutte le regole base per giocare personaggi “marziali” (ovvero solo due professioni: Cavaliere e Barbaro!) e in generale il sistema di gioco e di combattimento. Porta la firma del solo Morris e sembra fu l’unico libro della serie ad essere ristampato altre due volte. Nelle parole che introducono allo spirito del gioco, si fa cenno solamente all’inglese Il Signore degli Anelli come esempio di storia fantasy da prendere come spunto per le avventure. Il volume si conclude con l’avventura The King under the Forest.

2. The Way of Wizardry: il secondo volume della serie si dedica a sviluppare le arti magiche, con l’introduzione di due classi di incantatori (Stregone e Mistico) e una serie di doverose aggiunte alle regole e all’equipaggiamento, sempre a firma del solo Morris. Sono comprese due avventure: A Shadow on the Mist e Hunter’s Moon.

3. The Elven Crystals: quasi completamente dedicato alle avventure presenti, questo libro porta la firma del solo Johnson. Assieme ad una manciata di nuove regole, sono presentati gli scenari: Gallows Wood (o A Goblin Grim), The Castle of Terror e Wrecker Island. Queste tre avventure sono le tre parti di una cerca dedicata proprio ai “Cristalli Elfici” del titolo, che si concluderà poi nella brevissima avventura finale, The Dark Hill.

4. Out Of The Shadows: nuovamente a firma del solo Morris torna un libro basato sulle regole per personaggi furtivi e situazioni analoghe, con l’introduzione dell’Assassino, nuovi mostri e tre nuove avventure: The One-Eyed God, The Sins of the Fathers e The Greatest Price.

5. The Power Of Darkness: secondo e ultimo libro firmato dal solo Johnson, presenta gli Elementalisti, incantatori esperti dei 4 elementi comuni, più gli Elementalisti dell’Oscurità, una variante cupa dello stesso concetto. Conclude il volume una campagna chiamata The Prince of Darkness e composta da sette avventure collegate tra loro: The King’s Tower, The Inn of Chang, The Siren Woods, The City of Mimir, The Mountains of Brack, The Hall of the Frost Giants e The Temple of Balor.

6. The Lands Of Legend: infine, opera del solo Morris, questo volume descrive l’Ambientazione completa del gioco, ovvero la terra di Legend, con il suo calendario, la sua storia, le sue leggi e usanze, i suoi miti e tesori più favoleggiati, i modi per viaggiare e le varianti che sarebbe possibile introdurre. Presenta poi la classe del Warlock e offre un’ultima avventura, Mungoda Gold.

Completavano il quadro delle avventure ufficiali, poi, A Box of Old Bones, pubblicato sul numero 71 della rivista White Dwarf e Minions of the King e Wayland’s Smity, apparse nel 1999 e nel 2004 sulla rivista Annwn.

Dragon Warriors ebbe un discreto successo negli anni ’80 in Gran Bretagna, complice anche il formato accattivante e i costi contenuti dell’intera collana, ma esso non salì mai agli onori del gioco di ruolo internazionale. Poco dopo, i suoi autori si dedicarono compiutamente a scrivere gamebook per la Games Workshop e altri editori e proseguirono così la propria carriera, allontanandosi giocoforza dalla propria creazione ludico-ruolistica. Un certo ritorno alle origini fu la collana Blood Sword, tradotta anche in Italia tra i Librogame della E ELLE, che, anche se con un regolamento sostanzialmente diverso, introduce nuovamente l’ambientazione di Legend, i suoi miti e i suoi antagonisti.

 

La riedizione

Nel 2008 la Magnum Opus Press, in collaborazione con la Flaming Cobra (a sua volta parte di Mongoose Publishing), ripubblica l’intera collana, partendo ovviamente dal “libro delle regole”. Si tratta di una riedizione pressoché integrale e priva di modifiche, ma completamente rivista in sede editoriale e aggiornata da Ian Sturrock e Adrian Bott, con nuove illustrazioni, copertine e formati e la revisione finale di Dave Morris.

Il primo volume della collana, Dragon Warriors RPG, contiene quindi, riunite insieme, TUTTE le parti di regolamento distribuite nei 6 volumi originali, TUTTI i mostri presentati originariamente (in maniera molto schematica e senza descrizioni approfondite), l’intera ambientazione sviluppata e una nuova avventura introduttiva: The Darkness before Dawn.

A seguire, la collana si arricchisce del Dragon Warriors Bestiary, che presenta di nuovo tutti i mostri della versione originaria, stavolta arricchiti della propria descrizione completa, che permette di inserirli compiutamente nel mondo di Legend e nelle proprie avventure.

Oltre al Bestiario, vengono stampati cinque volumi che riprendono integralmente le avventure e tutto il materiale possibile e immaginabile pubblicato in precedenza, lo aggiornano e lo espandono:

The Elven Crystals, con le già note Gallows Wood (o A Goblin Grim), The Castle of Terror e Wrecker Island, ma che si conclude con una versione più estesa di The Dark Hill, chiamata Into the Spirit Realm.

The Prince of Darkness, la campagna già presente nel quinto volume originale e composto dalle medesime sette avventure.

Sleeping Gods, che ripubblica infine le altre sette avventure pubblicate originariamente, distribuite tra i libri 1, 2, 4 e 6: The King under the Forest, A Shadow on the Mist, Hunter’s Moon, The One-Eyed God, The Sins of the Fathers, The Greatest Price e Mungoda Gold.

In from the Cold, che raccoglie e uniforma allo standard di DW alcuni contributi (80 pagine) apparsi nel corso degli anni su White Dwarf: la nuova classe del Demonologo, alcuni demoni, non morti e principi demoniaci come avversari, A Box of Old Bones e altre piccole avventure e scenari.

Friends and Foes,che nelle sue 64 pagine contiene 36 personaggi completi di storie personali e interrelazioni, da usare come alleati o avversari durante avventure e campagne. Ci sono inoltre note per creare PNG e avversari umani standard.

Completano oggi il quadro delle Avventure ufficiali anche A Weak Pleasure, Betrayal at Desolate Mountain e Under The Rocks, disponibili in pdf gratuiti sul sito della Magnum Opus Press, The Honey Trap, presente sul blog di Dave Morris: Fabled Land e infine questo Fury of the Deep.

Una pubblicazione chiamata Ordo Draconis, che doveva avere cadenza seriale ed è invece rimasta alla seconda uscita, provvede ad altri approfondimenti e curiosità, con l’introduzione della professione del Frate e una serie di notazioni geografiche che culminano con uno “scenario esplorativo” chiamato The Ruins of Castle Cerreg. Il secondo numero di questi speciali non ho potuto purtroppo consultarlo, ma l’indice promette una nuova professione, mappe e molto altro materiale.

Mauro Longo
Mauro Longo
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