La Città della Falce

Codice Cariddi – un disegno di Messina dove è più o meno evidente la forma naturale della falce del porto

Quando i Greci arrivarono sullo Stretto di Messina, nell’VIII secolo a.C., Zankle, la “Città della Falce” esisteva già da tempo, affondando le sue origini in un passato oscuro e misterioso.

Le fonti sono confuse, contraddittorie: è l’unico caso in cui i Greci non riportano la data di fondazione della Città.

Non lo fanno, secondo molti studiosi, perché la Città era lì prima del loro arrivo, da secoli.

Lo stesso nome “Zankle”, “la Falce”, non è una parola della lingua dei Greci, ma di quella dei Siculi, gli Sheqelesh di cui parlano con odio i faraoni egiziani, nel XIII secolo a.C. Popolo del mare, predoni e pirati, i Siculi saccheggiarono l’Egitto in lungo e in largo per poi venire (o ritornare) a Zankle, nella Città della Falce, il grande porto naturale da cui controllare i traffici del più importante punto di passaggio del mondo antico: lo Stretto, il centro del Mediterraneo e del Vecchio Mondo.

Cinquecento anni prima dei Greci.

Nelle leggende ancestrali, la Falce in questione è quella di Kronos, il Signore dei Titani, un colossale strumento in acciaio, mostruoso, che Kronos utilizzò per evirare il Dio del Cielo, suo padre, e liberare dalle sue monte interminabili la Dea della Terra, sua madre.

Il dio Orione, poi, avrebbe consolidato le fondamenta della Falce e della Città con blocchi colossali e costruito il misterioso Tempio di Capo Peloro, dedicato ad un Dio Ignoto e vorace.

Nello Stretto, dopo la Città della Falce, sorgevano le Colonne d’Ercole, molti secoli prima che geografi successivi le spostassero a Gibilterra.

Un tempo, oltre lo Stretto c’erano i draghi, c’erano popoli deformi, c’erano i ciclopi e le streghe del mare, c’era l’Esperia e i suoi giardini, c’erano i pascoli del dio Sole, c’era Atlantide.

Quando i Greci giunsero presso lo Stretto, esso era già un luogo di miti e leggende, di mostri e pericoli, di bocche che si aprivano dalle profondità e immonde bestie senza forma che spiavano le navi dagli scogli e dai recessi delle grotte marine.

E la Città della Falce sembrava esistere da sempre.

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Mauro Longo
Mauro Longo
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