Lupo Solitario – la recensione dei videogame

La copertina del videogame, che riporta la grafica del librogame originale
Da un vecchio articolo apparso su Librogame’s Land ecco la recensione dei videogame di Lupo SolitarioFlight from the Dark” e “Fire on the Water” ad opera di Noel Williams. Alcuni stralci della traduzione, a firma di Stefano Peracchi (Tyrant), in parte rivisti e ridotti. La parte precedente dell’articolo, ovvero la pubblicità del gioco stesso come appare in diverse riviste dell’epoca (1984), si trova QUI.

Sta diventando sempre piu’ difficile riuscire a fare una distinzione tra giocatore di computer, appassionato di wargames, giocatore di ruolo, avventuriero e lettore di romanzi fantasy. Joe Dever e Gary Chalk hanno prodotto qualcosa che renderà la differenza ancora più sottile – i libri di avventura a bivi di Lupo Solitario, che sono ora stati convertiti in avventure per computer.

E’ facile capire come mai i giochi per computer siano stati scritti. Uno scenario a bivi in formato libro non è molto distante da un’avventura su computer, come ci suggerisce la descrizione “a bivi” . Qualsiasi programmatore competente può trasformare facilmente un libro di questo tipo in un semplice gioco. In effetti questo è probabilmente il modo più facile di scrivere un’avventura.

Ci sono molti vantaggi nell’usare un computer per giocare ad un tipo di gioco a paragrafi, rispetto a giocarlo su libro. Non ci sono pagine da girare, non c’è il rischio di perdere il segno o dimenticare il numero del prossimo paragrafo, non c’è bisogno di tirare i dadi e scrivere le annotazioni su fogli di carta. Ma se siete alla ricerca di un gioco per computer interessante, pretendete più di questo, specialmente se il gioco è basato su un libro dalla stessa struttura e che costa un terzo. La maggior parte delle persone avrà una lista della spesa contenente delle aggiunte come “bella grafica”, “azione in tempo reale”, “grosse differenze con la trama del libro”, “effetti sonori”.

Un'altra presentazione di questi giochi, con la smagliante foto di Joe Dever in occhiali da sole

La Five Ways Software, la società che ha programmato i giochi, lo sa, e si è sforzata di soddisfare tutte le richieste della vostra lista della spesa. C’è il combattimento in tempo reale, c’è un’immagine per ogni scena, i personaggi si muovono, e c’è il sonoro.

Però, non sembra che ci siano molte variazioni rispetto ai libri originali – infatti in molte situazioni potete proseguire nei giochi usando il libro come guida di riferimento. Le variazioni che ci sono, consistono in genere in descrizioni ridotte e mancanza di alcuni avvenimenti. Ogni tanto questa situazione diventa un vero problema. Ad esempio, nei primi quattro ‘paragrafi’ di Fire On The Water è stato tolto così tanto dall’edizione originale che non avete nessuna scelta da compiere e dovete affrontare tre combattimenti. A meno di iniziare con un personaggio ben allenato, avrete poche possibilità di sopravvivere a questo assalto.

Sullo Spectrum il sistema di combattimento dei libri è stato sostituito dal combattimento in tempo reale. Le battaglie, nelle versioni per computer, sono l’aspetto piu’ dettagliato e innovativo del programma. Avete un’ampia scelta di armi e tattiche, incluse le modalità psichiche (lo psicolaser e lo psicoschermo) e dovete portare il vostro personaggio nella posizione su schermo più vantaggiosa per portare un determinato tipo di colpo.

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La cassetta del gioco

Ciascun’arma rende il combattimento differente, e anche la tattica più efficace dipende dall’arma scelta (è piuttosto difficile pugnalare qualcuno con una mazza ferrata!). (…)

Un’altra innovazione è che, invece di iniziare con un personaggio che ha delle abilità pregenerate, dovrete sottoporvi ad una sessione di allenamento per stabilire le vostre abilità di base. La sessione consiste in un combattimento con uno degli anziani. A parte il rapporto finale, non avete nessuna indicazione precisa di come vi state comportando, e l’intera faccenda, almeno la prima volta, disorienta un po’, ma è una buona idea, e funziona bene dopo che avrete scoperto cio’ che si suppone debba accadere.

La grafica è una via di mezzo tra “The Hobbit” e “Valhalla” (NdT : due famose avventure testuali con schermate di grafica). Non offre sicuramente nessun grosso miglioramento rispetto ai giochi precedenti. Gli sfondi sono migliori rispetto a quelli di “The Hobbit”, con un miglior uso del colore, e qualche ombreggiatura. Alcuni di essi sono piu’ originali, ma altri sono disegnati meno bene rispetto a “Valhalla”. Le figure in movimento convincono di meno che in “Valhalla”, nonostante siano disegnate meglio e siano piu’ grandi. La cosa piu’ assurda è il modo in cui il vostro personaggio saltella in giro su una gamba sola. Probabilmente l’altra gamba e’ nascosta dal mantello, ma l’effetto visivo assomiglia ad un Kermit monco (NdT : Kermit e’ il nome della rana protagonista del famoso programma televisivo “The Muppet Show”, risalente alla seconda meta’ degli anni ’70) che imita Cappuccetto Rosso. D’altro canto, alcuni mostri sono disegnati piuttosto bene, e le sequenze di combattimento producono delle combinazioni credibili di scontri all’ultimo sangue. (…)

Flight from the Dark - schermata iniziale

Come potreste aspettarvi da altri sistemi di controllo a pulsante singolo, non avete grandi possibilità di controllare direttamente ciò che avviene nel gioco. Inoltre, dato che la versione per computer è una versione ridotta del libro, in alcune situazioni avete minori opzioni di scelta. Con questo non voglio dire che i giochi siano corti, perchè non è così. Ma vi piaceranno soprattutto se vi piacciono l’azione in tempo reale, le descrizioni e moltissima grafica a mezzo schermo. Se siete alla ricerca di numerose decisioni tattiche, complessi enigmi da risolvere, o personaggi intelligenti (in stile “Valhalla” o “The Hobbit”), allora rimarrete delusi.

Non so se questi giochi avranno successo. Sicuramente la presentazione su schermo è attraente e il sistema di gioco è abbastanza semplice da capire, ma comunque abbastanza complesso da attirare molti giovani giocatori. Ma non sono certo più interessanti delle solite avventure e anzi possono essere considerati un passo indietro perché rispettano alla lettera la rigida struttura a paragrafi. Se vi piacciono le avventure con enigmi dettagliati, non degnerete questi giochi di una seconda occhiata. Ma come riempitivi natalizi degli scaffali, orientati agli undicenni, mercato per i quali sembrano essere stati scritti i libri fantasy a bivi, possono essere la scelta ideale. Sono giochi apprezzabili, professionali e attraenti, anche se limitati.

Mauro Longo
Mauro Longo
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