Quando il mare chiama

 

La leggenda di Colapesce, essere umano che per maledizione, abitudine o inclinazione si allontana sempre più dall’umanità e si lega al mare, è un bellissimo mito messinese.

Alcuni elementi delle varie versioni della leggenda sono comuni a molte altre fiabe e racconti: le tre prove a cui è sottoposto l’eroe, l’anello da recuperare nelle acque, la maledizione della madre, le lenticchie, il pezzo di legno o la ferula che attesteranno la sua morte.

Altri particolari sono unici della nostra storia e straordinariamente inquietanti.

 

Colapesce vive tra i gorghi di Cariddi, sa immergersi fino agli oscuri abissi marini, racconta agli uomini quello che avviene sotto la superficie del mare, in un regno cupo e senza fine.

Il mare lo chiama e lo attira con la voce delle sue creature ed egli muta, divenendo più simile ad un anfibio che a un uomo, nutrendosi del cibo dei pesci, sviluppando dita palmate e branchie.

In una versione della storia egli è chiamato “bue marino”. Il bue marino è un vero animale acquatico, un tipo di foca che ha contribuito al mito delle sirene e dei tritoni, per il suo aspetto mammifero e per i suoi richiami simili a voce umana.

L’uomo è divenuto ormai essere completamente marino.

 

Scendendo sui fondali su cui poggia Messina egli infine vede cose terribili e spaventose: profonde voragini e grotte, bestie e mostri senza nome, caverne sommerse, le colonne spezzate che reggono la città, ricordo di infiniti terremoti, e un fiume di lava che rivela faglie vulcaniche sottomarine.

Tutto il mare egli esplora, ma l’unico luogo che teme e gli fa paure è Capo Peloro, perché lì l’abisso del mare è senza fondo.

Proprio lì, tuffandosi dalla Lanterna, nella perpendicolare sommersa del Faro di Capo Peloro, egli vede infine un mostro immenso, una creatura dalle fauci colossali, nelle quali può scomparire un intero bastimento.

Sarà quella la sua fine.

Uomo che diventa Tritone, che muta la sua forma, come Glauco, Scilla e Cariddi, è uno dei più disturbanti misteri che legano i Messinesi al loro oscuro e sconosciuto tratto di mare.

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Mauro Longo
Mauro Longo
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