La Profezia di Merlino e la Morte d’Artù

 

Tutti i Messinesi conoscono il fenomeno della “Fata Morgana” e i lettori di Codice Cariddi sanno che Riccardo Cuor di Leone portò “Excalibur” a Messina nel 1190.

Ma la materia arturiana ha molti altri elementi che riguardano questa porzione della Sicilia.

Sotto Federico II Imperatore vennero rinvenute ad esempio a Messina (o forse dovremmo dire “falsificate”) delle Profezie scritte dal mago Merlino in persona. Questi vaticini, a firma del più grande degli incantatori, avrebbero guarda caso sancito la superiorità dell’Imperatore contro la curia romana e formulavano previsioni politiche che riguardavano tutta l’Italia.

Merlino, mago messinese?

Se la figura del più grande stregone della tradizione coinvolge Messina e quella di Morgana lo Stretto, anche Re Artù in persona ha un posto d’onore nelle nostre contrade.

La leggenda dice che infatti Artù, dopo essere stato ferito a morte dal figliastro Mordred, sarebbe stato portato nell’Isola di Avalon per riposare in un regno al di fuori del mondo, fino a quando non sarebbe giunto il momento di tornare e riportare agli uomini giustizia e grandezza.

Secondo molte credenze medievali, “Avalon” si troverebbe non in Britannia ma in Sicilia e il luogo in cui Artù riposa sarebbe nascosto tra le pendici dell’Etna.

L’Etna in una stampa antica

Ne parlano Gervasio di Tilbury (un uomo politico inglese che visse in Sicilia alla fine del XII secolo), il poema francese Floriant e Florète e Cesario di Heisterbach, un autore tedesco.

Il racconto sarebbe stato all’epoca “autentico e diffusissimo tra tutti i siciliani”: Artù dimorerebbe da secoli in una valle fatata nascosta sull’Etna, a riprendersi dalle ferite subite nella sua ultima battaglia. Avrebbe addirittura inviato al vescovo di Catania molti doni, visti da diversi devoti e ammirati per la loro grandezza.

Re Artù nel suo riposo di Avalon, ovunque sia

Anche il Detto del Gatto Lupesco, un misterioso scritto in volgare fiorentino del Duecento, riporta la stessa leggenda. Il protagonista del poemetto incontra alcuni cavalieri che ritornano dal Mongibello, inviati a scoprire la verità sul loro sire, “lo re Artù k’avem perduto”.

E se i cavalieri di Bretagna cercavano Artù fino in Sicilia, chi siamo noi per contraddirli?

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Mauro Longo
Mauro Longo
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6 commenti

  1. La morte di Merlino è uno dei miei capitoli preferiti di Malory. Non avevo mai pensato a collocarlo in Sicilia, grazie per la dritta 🙂

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