Tutti i Messinesi conoscono il fenomeno della “Fata Morgana” e i lettori di Codice Cariddi sanno che Riccardo Cuor di Leone portò “Excalibur” a Messina nel 1190.
Ma la materia arturiana ha molti altri elementi che riguardano questa porzione della Sicilia.
Sotto Federico II Imperatore vennero rinvenute ad esempio a Messina (o forse dovremmo dire “falsificate”) delle Profezie scritte dal mago Merlino in persona. Questi vaticini, a firma del più grande degli incantatori, avrebbero guarda caso sancito la superiorità dell’Imperatore contro la curia romana e formulavano previsioni politiche che riguardavano tutta l’Italia.
![merlin](http://maurolongo.files.wordpress.com/2011/10/merlin21.jpg)
Se la figura del più grande stregone della tradizione coinvolge Messina e quella di Morgana lo Stretto, anche Re Artù in persona ha un posto d’onore nelle nostre contrade.
La leggenda dice che infatti Artù, dopo essere stato ferito a morte dal figliastro Mordred, sarebbe stato portato nell’Isola di Avalon per riposare in un regno al di fuori del mondo, fino a quando non sarebbe giunto il momento di tornare e riportare agli uomini giustizia e grandezza.
Secondo molte credenze medievali, “Avalon” si troverebbe non in Britannia ma in Sicilia e il luogo in cui Artù riposa sarebbe nascosto tra le pendici dell’Etna.
![pag-29](http://maurolongo.files.wordpress.com/2011/10/pag-29.gif)
Ne parlano Gervasio di Tilbury (un uomo politico inglese che visse in Sicilia alla fine del XII secolo), il poema francese Floriant e Florète e Cesario di Heisterbach, un autore tedesco.
Il racconto sarebbe stato all’epoca “autentico e diffusissimo tra tutti i siciliani”: Artù dimorerebbe da secoli in una valle fatata nascosta sull’Etna, a riprendersi dalle ferite subite nella sua ultima battaglia. Avrebbe addirittura inviato al vescovo di Catania molti doni, visti da diversi devoti e ammirati per la loro grandezza.
![Edward_Burne-Jones_1898_The_Sleep_of_King_Arthur_in_Avalon_detail](http://maurolongo.files.wordpress.com/2011/10/edward_burne-jones_1898_the_sleep_of_king_arthur_in_avalon_detail.jpg)
Anche il Detto del Gatto Lupesco, un misterioso scritto in volgare fiorentino del Duecento, riporta la stessa leggenda. Il protagonista del poemetto incontra alcuni cavalieri che ritornano dal Mongibello, inviati a scoprire la verità sul loro sire, “lo re Artù k’avem perduto”.
E se i cavalieri di Bretagna cercavano Artù fino in Sicilia, chi siamo noi per contraddirli?
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La morte di Merlino è uno dei miei capitoli preferiti di Malory. Non avevo mai pensato a collocarlo in Sicilia, grazie per la dritta 🙂
Se si va a scavare bene si scopre che in Sicilia secondo gli antichi era successo di tutto…
Veramente anche secondo i contemporanei… 😉
😉
Bella storia!
Grazie!