L’Albero del Drago nel mito e nella tradizione

Da questa settimana comincia una collaborazione amichevole con il blog di Edizioni XII, casa editrice nostrana che pubblica eccellente narrativa fantastica e orrorifica italiana ed estera.

Di più: grazie al continuo proliferare di concorsi, discussioni e attività partecipative e alla rete di blog e forum amici e collegati, Edizioni XII è oggi praticamente il centro aggregativo della migliore temperie culturale della narrativa di genere italiana: lettori, scrittori dilettanti e professionisti vi si riuniscono attorno come in una sorta di caffè letterario dei tempi andati, un vivaio di talenti attivo perfino nell’aridità tipica italiana.

Per questi motivi, è molta la soddisfazione di poter apparire nella rubrica Punto Interrogativo, che si occupa di misteri antichi irrisolti e “dintorni” con mentalità aperta, ma critica e analitica.

Ecco dunque il primo contributo, sull’Albero del Drago.

La Dracaena draco è una pianta conosciuta in passato con un nome straordinario, che allude subito a magie e portenti antichi. Essa era l’Albero del Drago, un essere vivente ritenuto misterioso e prodigioso, che poteva essere inciso e liberare una delle sostanze più preziose dell’antichità: il “sangue del drago”.

I sapienti romani e greci conoscevano infatti un reagente chimico che utilizzavano in medicina e tintura, il cui colore e la cui densità, unite alle portentose caratteristiche, faceva loro pensare a qualcosa di preternaturale e magico, come appunto il sangue di un drago…”

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Mauro Longo
Mauro Longo
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