Apocalisse Z 1 e 2 – le versioni originali spagnole


Di cosa si tratta

Apocalisse Z (Apocalipsis Z: El principio del fin) è un romanzo horror scritto dall’avvocato/scrittore spagnolo Manuel Loureiro. Leggo che “Manel Loureiro aveva iniziato questo libro per gioco, sottoforma di blog dove creava di volta in volta un episodio della vita del giovane avvocato, finchè, spinto dalle richieste dei fans e dall’enorme successo ottenuto, nel 2008 si è deciso a riunirlo in un’unica storia pubblicata.

Non so se sia vera tutta la storia del “sogno del blogger che diventa realtà” o si tratta solo di un’abile operazione editoriale (il tizio sembra furbo), ma la storia è comunque confluita in un libro, che è poi diventato una trilogia. Dopo El principio del fin, Apocalisse Z continua con Los dias oscuros (già tradotto in italiano come I giorni oscuri) e con l’ultimo capitolo La ira de los justos (che vedrà sicuramente la versione italiana quanto prima).

L’autore, Manuel Lureiro, in una foto furbacchiona


Cosa succede

La storia raccontata in Apocalisse Z parte da quello che potrebbe sembrare davvero la trascrizione di alcune pagine di un blog. Il protagonista, alter-ego assoluto dell’autore (tutto “nascerebbe” dal vero blog dello scrittore), comincia a raccontare di quello che vede al tg e dalla finestra, mentre nel mondo comincia a diffondersi quella che il lettore smaliziato sa già essere una pandemia zombi in piena regola. Man mano che la civiltà crolla, il tizio si asserraglia in casa (dotata di pannelli fotovoltaici che gli consentono di tirare avanti chiuso dentro, con il freezer e il blog a disposizione) e a poco a poco diviene uno dei sopravvissuti all’Apocalizze Z(ombi) del titolo.

Nel primo volume della serie, il protagonista racconta in prima persona di come egli fugga dalla propria casa e cominci una serie di avventure per la propria sopravvivenza, attraverso la città, fino al mare, poi su una barca, su una chiatta di criminali, in un’altra città e così via, fino ad un luogo sicuro in cui riesce a rifugiarsi con altri personaggi.

Nel secondo episodio l’eroe de nosotros conduce il suo gruppo in fuga verso le Canarie, dove pare che si sia salvata una buona percentuale di spagnoli, compresi i rifugiati del governo. Naturalmente, si scopre che i sopravvissuti fanno “cose pazze” che cacceranno di nuovo nei guai tutti quanti e rimetteranno in gioco la sopravvivenza dell’avvocato-eroe e dei suoi amici.

Infine, nel terzo capitolo della saga, le vicende del gruppo dovrebbero spostarsi in Africa e ci saranno i soliti conflitti tra persone pazze e protagonisti di buon senso, con questioni religiose sullo sfondo.

Insomma, una serie di vicende di sopravvivenza in un “classico” scenario di Epidemia Zombi, raccontate in prima persona dal protagonista (e questo dovrebbe far capire che il protagonista non morirà almeno fino all’ultima pagina dell’ultimo libro).

Apocalisse Z – l’edizione italiana del primo volume


Grezzezza

Apocalisse Z vorrebbe essere una serie sottilmente raffinata che rifugge volutamente di elementi tamarri. Anche la spalla dell’eroe, un ex militare ucraino che dovrebbe rappresentare il burino per eccellenza di queste storie, si comporta come un gentleman e non ha lati oscuri o problemi, se non il fatto che è “provato da mille esperienze”. La mancanza di zalleria di queste storie è una spiacevole carenza, soprattutto perché voluta.

Nerdismo

Anche dal punto di vista nerdico non ci siamo proprio. In questa storia di zombi vige l’incredibile concetto che i protagonisti non hanno mai visto un film di zombi o letto un libro di zombi e non si rendono conto di cosa succede finché non è sempre troppo tardi. Non ci sono citazioni ad altre opere del genere e sembra quasi che l’autore creda di aver scoperto lui le Apocalissi Zombi e non di essere solo l’ultimo arrivato.

Figaggine

Quello che manca in grezzezza e in nerdismo è a malapena compensato dal valore di figaggine del libro. Il protagonista è un fighetto e la sua storia blanda e banale tende a dimostrare come l’autore-personaggio saprebbe cavarsela in tutte le occasioni durante una pandemia zombi, grazie al proprio carattere e alla propria forza interiore. Leggere (o fingere di aver letto) questi libri va bene per fare scena nelle conversazioni letterarie di genere, dal vivo o nei forum, per mostrare di essere sempre aggiornati sulle novità del panorama mondiale. “Il genere horror prende piede molto bene in Spagna“, “Le storie di zombi parlano in realtà dei conflitti nella nostra società e mettono alla luce l’animo umano” e “Un classico esempio di come da un blog possa nascere un fenomeno letterario” sono spunti di conversazione consigliati.

Apocalisse Z 3, la versione originale spagnola


La Chicca

Difficile trovare spunti interessanti in questi libri. Sembra una buona idea quando il protagonista usa la muta da sub come una sorta di “armatura leggera” per evitare i morsi e le unghiate dei morti. Ma esperti di immersioni fanno sapere che le mute in realtà sono fragilissime e inutili contro cose appuntite, quindi anche questa trovata va messa forse tra le fesserie.

La Fesseria

Molte sono le fesserie colossali di questi libri, come ad esempio (primo libro) quando una banda di criminali internazionali viene “gabbata” dalla sagacia e dalla parlantina del protagonista, che mette tutti in scacco grazie al suo geniale piano. Ridicolo (secondo libro) lo scontro tra i sopravvissuti delle due isole, con i repubblicani e i monarchici che si fanno gli scherzetti e i dispettucci per motivi politici. Insopportabile (sempre secondo libro) che la zona della quarantena sulle Canarie sia piena di morti viventi conservati nelle gabbiette “per studiare una cura” e gestita da psicopatici e idioti in condizioni di sicurezza minime (ma cosa accadrà mai, di lì a poco?).

Ma la fesseria suprema, comune a tutti e tre i libri, è di certo un’altra: per mare o per terra, in fuga o nei rifugi, su macchine, barche, elicotteri, in condizioni terrificanti, nel mezzo di inseguimenti con centinaia di morti viventi, l’avvocato-eroe-sommozzatore-animalista non può abbandonare il proprio gatto Lucullo, che porta sempre con sé, in braccio o nell’apposito trasportino.

L’avvocato-eroe e l’amico Pritcenko (detto “Prit”, ovviamente, perché qui siamo tutti cool)


Giudizio complessivo

Apocalisse Z non si può leggere. Bisogna che il paziente lettore di questa recensione sia avvisato. I libri (sicuramente anche il terzo) sono pesanti, noiosi, banali e stupidi. E dire che qui siamo tutti amanti del genere e assolutamente di bocca buona, eppure questi libri non si possono proprio sopportare.

Se fossimo nei blog di uno di quei pitbull della narrativa che in rete pubblicano stroncature chilometriche, si potrebbero scrivere enciclopedie di cosa non vada in questa saga. Ma non ne vale la pena. La storia non regge, il protagonista è un fighetto spocchioso con cui non ci si può immedesimare, la trama fa acqua, succedono “cose sceme” solo perché devono succedere e alla fine ci si trova a sfogliare il libro di pagina in pagina, solo per vedere come finisce. Bocciato inesorabilmente.

Chi volesse leggere qualcosa di simile, ma fatto meglio, cerchi Zombie Island (è il titolo italiano) e i libri seguenti di quell’altra trilogia o l’immancabile World War Z, di tutt’altro livello.

Gli zombi di Apocalisse Z, in uno studio per il fumetto tratto dalla serie. Effettivamente, l’unica cosa che va bene nella saga è la parte che riguarda i morti viventi, che sono descritti discretamente e fanno bene quello che ci si aspetta da loro.


I parametri del giudizio e altre recensioni QUI.

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Mauro Longo
Mauro Longo
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27 commenti

  1. ho letto i primi 2 libri e devo dissentire su quanto pubblicato qui, sono piacevoli ( per quanto possano esserlo libri sugli zombie ) avvincenti,e esagerati ma essendo opere di fantasia non pongono alcun limite a quello che puo accadere
    se non ti sono piaciuti mi spiace per te ma se cerchi cultura e coerenza su questo tipologia di racconti credo che tu abbia sbagliato qualcosa , nei tuoi commenti trasudi un invidia e rabbia di cui non capisco proprio l origine sono libri di pura fantasia e come tali vanno letti

    Antonius

    • Ciao, mi fa piacere che ti piacciano ma io resto ancora dell’opinione che non si possano leggere. Non cerco di certo cultura e coerenza in storie di zombi e avevo comprato i prmi due libri con tanto amore e aspettativa, sperando in un buon intrattenimento. Invece non mi sono piaciuti per niente.
      Mica li paragono all’Odissea, ma, appunto, a “Zombie Island” o “World War Z” o perfino al nuovissimo “Can You Survive the Zombi Apocalypse?” o ancora a “Orgoglio Pregiudizio e Zombi.”
      Genere simile e ancora gustosi “Hanno sete” e “Abraham Lincoln Vampire-hunter”. Ma questi dello spagnolo figaccione non si possono leggere.
      PS: lontane da me invidia e rabbia, il mio è solo sarcasmo…

  2. ho letto i primi due e mi sono piaciuti. tra il voto 10 e lo 0 ci sono tante gradazioni e per me è comunque sufficiente. “Nerdismo”- beh nel mondo reale dove la gente ha gli zombie sul desktop fidati che un’apocalisse zombie non potrebbe MAI accadere (per lo meno con Z “lenti e scemi” come quelli di sta saga”

  3. @luca: spinto dalle tue considerazioni ho rivisto la saga e letto di nuovo qualche brano. devo dire che la mia opinione non cambia. Per esempio, le scene con i contrabbandieri sulla nave cargo e quelle alle canarie, nel centro di detenzione, per me rasentano il ridicolo. Lo dico senza polemica ma davvero mi fanno cadere il libro per terra. E lo dico da estimatore e appassionato di roba-zombi, sia chiaro… questa serie di libri, assieme a quella sui vampiri di Guillermo del Toro mi hanno deluso profondamente… Poi se ad altri piacciono, ben venga, eh… l’importante è leggere e farsi delle idee proprie…

    • Io ho letto parecchi libri fantasy e fantascientifici, poi decisi di avvicinarmi al genere post-catastrofico e provai allora l’ombra dello scorpione, contento di come mi prendeva il genere lessi hunger games ma non mi piacque, allora passai ad apocalisse z perchè ne parlano per la maggior parte bene e mi appassionò molto, ancora più contento provai a leggere qualche paginetta di world war z ma non mi piacque perchè almeno in quelle prime 20 pagine lessì non una ma più storie che non mi permettevano di mettere ben a fuoco la situazione.
      Ora ti vorrei fare una domanda per chiarirmi le idee su quest’ultimo libro ed eventualmente riprovare a leggerlo:
      sono tante storie che poi fanno riunire i personaggi come avviene sull’ombra dello scorpione dove poi si ritrovano tutti o sono “esperienze vissute” da varie persone che sono scritte a mò di intervista?
      Inoltre zombie island lo consigli?
      Quali sono i suoi punti di forza?
      Per quanto riguarda le serie televisive io guardo the walking dead e a parte la prima stagione che mi è sembrata banale, le altre mi sono piaciute, conosci qualche altra serie o libro di questo genere??Insomma qualche libro dove tu ti immergi nella situazione ed esse si evolgono insieme a te.
      Grazie e scusa se ti farò penare nello scrivere.

      • Ciao Umby! Allora, ecco qualche risposta alle varie domande che poni:
        1) la seconda che hai detto. Sono tutte interviste “racconto” con personaggi diversi che raccontano una loro parte della storia. Alla fine però si ha un quadro generale di cosa è accaduto e di come la situazione si evolve. Se vuoi, puoi prenderla come una raccolta di racconti (sottoforma di interviste) che condividono lo stesso scenario e che vanno a tratteggiare una storia collettiva, dalla distruzione a lla “rinascita” dell’umanità.
        2) zombie island lo consiglio, ma attenzione: il titolo originale è “monster island”. Non dico che sia un capolavoro ma mi pare molto meglio scritto di apocalisse z. anche in quel caso si tratta di una trilogia sugli zombi. seguiti sono monster nation (che in realtà è un prequel) e monster planet. trovi maggiori info qui: http://mcnab75.livejournal.com/228433.html
        3) ti consiglio un paio di serie tv che vanno dal discreto all’ottimo: DEAD SET (molto breve); DEATH VALLEY e THE FADES. Prova con queste, se non le conosci già…

  4. Mi trovo in totale disaccordo con la tua recensione, ho trovato i due libri molto piacevoli e mi sorprende che qualcuno appassionato del genere possa addirittura definire questa saga “insopportabile”. Spero che il terzo e ultimo capitolo sia all’altezza del resto

    • Sarà che sono diventato un vecchio brontolone… Comunque ogni opinione come la tua è ben gradita, ci mancherebbe! Penso che se trovo il terzo volume ad un prezzo adeguato lo prenderò anch’io, tanto per finire la serie…

      • Concordo in tutto con la tua recensione, un appunto anche sulla prosa, sembra scritto da un ragazzino di quindici anni, dialoghi compresi.

  5. E infatti sì. Un’altra grande delusione è stata per me la trilogia dei vampiri di Guillermo del Toro. Peccato. Al limite potrebbe uscirci un film mediocre…

  6. probabilmente abbiamo letto dei libri diversi… non condivido affatto la tua recensione.
    personalmente i primi 2 libri li ho trovati molto belli, finalmente qualcosa di interessamte sul tema.
    amo il tema Zombie.
    rigaurdo al gatto… probabilmente non hai mai avuto un animale da compagnia… io o la mia compagna non avremmo mai abbandomato i nostri 2 cagnolini.

    Lorenzo

    • Sulle opinioni non si può disputare, ma grazie di averle comunque motivate! 😉 Come già detto, sono comunque felice che qualcuno ne trovi soddisfazione, anche se a me non è capitato. Per quello che riguarda il gatto Lucullo, ho avuto 3 gatti dal diverso destino: Boris, Stanis e Renè, a cui ero/sono affezionatissimo. Immagino però che durante un’apocalisse zombie non sarebbe costruttivo nè per loro nè per me continuare a portarli in giro nei trasportini (non si sa quanto pesavano, quei porci-felini!!!)

      • non è un discorso di cosa faresti tu, ma l’agire dei tuoi gatti o dei miei cagnolini… secondo te sarebbe semplice andare via senza che le bestiole ti vengano dietro? secondo te basterebbe dire a un cane che ha vissuto con te per anni vattene e lui se ne va… non penso proprio.
        o lo sopprimi o continuerà a seguirti.
        per me la scelta fatta dal “fighetto” come lo chiami tu di portarsi dietro il gatto è razionale, con tutte le potenziali conseguenze a riguardo. e inoltre rende umano il fighetto. in quale altro romanzo del genere il protagonista si preoccupa di una questione del genere?
        ma questo vale anche per il ferimento dell’amico… se faccio lo stesso discorso del gatto, avrebbe dovuto abbandonarlo nella concessionaria… ti pare?
        guarda quanti problemi gli crea il volerlo salvare.
        tutti a mio avviso molto realistici anche se stiamo parlando di un romanzo horror.

        nel secondo libro effettivamente è meno elaborato del primo, ma ci può stare. ci sono cose che possono dare fastidio… ma se guardiamo la realta di tutti i giorni scopriamo che gli psicopatici ci sono dietro ogni angolo del mondo… basta accendere la televisione. gli umani difficilmente imparano dai propri errori, vedi le continue guerre insulse per un pezzo di terra o per qualche litro di petrolio o per il potere… proprio come avviene nel secondo romanzo.

        basta la sensazione di essere nuovamente tornati a una possibile normalità che subito l’uomo innesca rivalità inutili e suicide…

        prova a rileggerli sotto questo aspetto, potresti togliere anche il tema Horror sugli zombie… poterbbe essere il teatro di una qualsiasi guerra nel terzo mondo…

        Lorenzo

  7. a me sono piaciuti di brutto!!!che palle che tutti cerchino di fare i filosofi e trovino da ridire su tutto!!se un libro non ti piace non leggerlo e soprattutto non comprare il secondo!

  8. Io l’ho letto e l’ho trovato di alto livello e pregio. Devo convenire con l’autore di questo blog riguardo il fatto che sia del tutto anacronistico che cittadini ed autorità si comportino come se nessuno avesse mai sentiro parlare di cosa sia uno zombie ma, penso, si possa soprassedere alla cosa immaginando che nessuno, nella finzione del libro, pensi che gli zombie possano davvero esistere (ovvìa stiamo parlando di realtà qui, siamo mica in un film di Romero 😉 ).
    Devo invece dissentire sull’affermazione: “Ma la fesseria suprema, comune a tutti e tre i libri, è di certo un’altra:[…]l’avvocato-eroe-sommozzatore-animalista non può abbandonare il proprio gatto Lucullo, che porta sempre con sé, in braccio o nell’apposito trasportino.”… dipende tutto dal carattere e dalla coscienza di una persona: c’è gente che, di fronte ad un pericolo, non esita ad abbandonare amici, genitori e figli (d’altro canto si tratta di salvare la pelle!Svegliatevi fuori!!!) E c’è gente che invece non abbandonerebbe mai figli, genitori, amici … e il gatto di casa (non tutti sono dei bastardi che pensano solo alla propria pelle passando sopra tutto e sopra tutti). Il protagonista di questa trilogia è semplicemente una persona della prima categoria . Io per esempio trovo assolutamente normale che si porti dietro il gatto invece che lasciarlo preda di famelici zombie…. Immagino che se si fosse portato dietro la madre vecchia ed invalida, qualcuno avrebbe polemizzato: “Ma la fesseria suprema, comune a tutti e tre i libri, è di certo un’altra: […], l’avvocato-eroe-sommozzatore-animalista non può abbandonare la propria madre, che porta sempre con sé, in braccio o nell’apposita carrozzina.”… dipende da come uno è fatto e dai valori che porta dentro di sè!

    • E’ la mia recensione che desta più polemiche! 🙂 Sono sicuro che questo vuol dire che l’autore ha un buon seguito anche in Italia e questo è comunque un bene. Più libri abbiamo (sugli zombie o su altri temi fantastici), più potremo leggerne e parlarne!

  9. Aggiungo una postilla al mio precedente intervento ora che ho terminato di leggere anche il secondo libro “I giorni oscuri”.
    Il primo libro è superbo: l’aver scritto in prima persona sotto forma di blog/diario, seppur la narrazione risulti in tal modo raccontata invece che descritta, mantiene una tensione ed un avvincimento straordinario.
    Il secondo libro è meno che mediocre: un guazzabuglio di narrazione in prima e terza persona…bah!
    Nel primo libro le descrizioni sono coinvolgenti, trasuda delle emozioni del narratore, la paura, l’ansia, la speranza.
    Nel secondo libro le descrizioni sono buttate lì per tirare avanti il racconto, per riempire gli spazi invece che per arrichhire la scena.
    Nel primo libro i personaggi sono vivi, ben tratteggiati nella loro essenzialità narrativa.
    Nel secondo libro essi sono abbozzati quando non banali se non del tutto inverosimili (hai voglia a mettere in campo la “volontaria sospensione dell’incredulità”).
    Nel primo libro la narrazione corre, rincorrendo vicende che si accavallano come le onde di un maroso; il lettore è trascinato nel turbinio della lotta per la sopravvivenza dell’autore e dei suoi amici ed ogni pagina tira l’altra senza sosta.
    Nel secondo libro la narrazione si trasina stanca, scialba e scontata nel suo logoro ripetersi di luoghi comuni dall’intenso sapore del “già letto”, leggi solo per sapere come va a finire.
    Leggevo che il terzo libro difficilmente vedrà la distribuzione in Italia a causa del tiepido interesse riscontrato nel pubblico italiano… in effetti dopo aver letto il secondo libro devo dire che difficilmente leggerò il terzo!
    Giudizio finale: leggete assolutamente il primo libro E FERMATEVI LI’!
    Non dico che il secondo mi abbia rovinato il boccato lasciatomi dalla lettura del primo, ma certo un retrogusto amarognolo l’ha lasciato… Manuel! Avevi esordito con un botto!!! E ora?! Che mi combini?!

    • Sono d’accordo con te che il secondo è abbastanza peggio del primo, anche se come era chiaro, neanche il primo mi è sembrato superbo. Però, e lo dico con sincero interesse, a questo spero comunque che esca in italiano anche il terzo. Sia per i fan autentici della saga che perché magari la serie si riprende in calcio d’angolo… Chissà…

  10. Non so se tu abbia letto realmente o meno il libro. La mia vuole essere una critica Costruttiva (e sottolineo costruttiva) alla tua.
    Prima di tutto: hai realmente letto Apocalisse Z o hai scopiazzato in giro qualche recensione. No, perché dal tuo commento pare proprio che tu abbia fatto così.
    Andiamo per gradi.
    Il protagonista non è il solito idiota di turno che non sa niente. Più volte, sia durante la stesura del suo “Blog”, sia durante la parte iniziale della storia, il protagonista ha dei dubbi sulla realtà delle vicende accadute, pensando che esse siano tratte da un vero e proprio squallido B-Movie. L’avvocato è cosciente di quanto gli capita (e del fatto che è quasi spacciato), ma semplicemente non vuole crederci. Da qui a dire che è il solito scemo impalato davanti a ciò che gli accade c’è un abisso.
    Punto secondo:No. Sfato il tuo mito. Il nostro amico non è immortale.
    E’ rimasto vivo fin’ora, va bene. E con questo? Ti inviterei a rileggere con maggiore attenzione il libro. La storia non si basa su quattro sparatorie del protagonista (abbastanza negato a fare tutto). I protagonisti sono tutti i personaggi che circondano Prit e il suo strano compagno. Loro sono quelli che non ce la fanno.
    E’ descritta in maniera macabra ed eccellente la morte di uno dei loro accompagnatori, dopo l’incidente del furgone. Gli organi interni che cedono lentamente, il dolore. Sembra quasi di sentirlo.
    O sei Robocop (e allora, non avendo emozioni, ti capisco perfettamente) oppure…
    Mi trovo d’accordo sul fatto che il 2° libro sia peggiore del primo e che l’eccessiva “parlantina” del protagonista dia un po’ fastidio.
    Ma questa saga, in particolar modo il primo volume, è decisamente la migliore in circolazione (facendo le opportune sottrazioni, citando George Romero).
    Il motivo? E’ semplicissimo: è una storia fatta per sembrare vera.
    Qua non troviamo i tizi dell’Alba dei Morti viventi, armati fino al collo neanche fossero un Negozio d’Artificeria.
    Qua non troviamo Alice o Wesker di R.E. che uccidono zombie alla Matrix.
    E non abbiamo neanche boss finali o robette varie uscite da un VideoGioco.
    Abbiamo persone. Persone normali. E poi i non-morti.
    In mezzo c’è la storia. E una valanga di persone che non ce la fa.
    Evidentemente in libreria ti hanno venduto qualcos’altro, magari hanno applicato la rilegatura di Apocalisse Z ad un banale libro di Serie B.
    Confido di aver espresso il mio parere senza aver leso il tuo, sperando che tu possa cambiare idea.

    In fede,
    Un non-morto abbastanza in vita.

  11. Ciao, ho letto il primo e il secondo prima della recensione. confesso di non aver letto il terzo. Per il resto, che dire? Se tutti avessimo gli stessi gusti il mondo sarebbe noioso, no? 🙂

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  13. non sono per niente d’a ccordo sulla tua recensione econsiglio agli amanti del genere zombie di leggere la trilogia

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