Age of the Dragons


Di cosa si tratta

Age of the Dragons è un film del 2011, che vorrebbe essere una rivisitazione in chiave fantasy di Moby Dick con i draghi al posto delle balene e un grande drago bianco come mostro finale.

Cosa succede

Il film tenta di ripercorrere le vicende di Moby Dick a partire da “chiamatemi Ishmael”, con il silenzioso Queequeg, “raccontateci una storia signor Stubbs”, il capitano Achab che passeggia di notte sul ponte, i conflitti tra chi vuole inseguire il bottino e chi è arso dalla propria ossessione, fino al confronto finale che termina come nella storia originaria. 

A parte i draghi, ci sono alcuni elementi originali: Rachel, la “figlia” di Achab (per inserire un po’ di romance e un personaggio femminile), le “navi di terra”, i tradimenti, un tentativo di furto, un tentativo di violenza carnale, il vetriolo dei draghi invece dell’olio di balena. In generale però la trama vorrebbe ricalcare passo passo quella del suo più nobile antenato e anche molte battute dei personaggi sono riprese parola per parola dal testo di Melville.

Danny Glover è il capitano Achab, bruciato in volto dal fuoco del drago che da allora lo ossessiona


Grezzezza

Purtroppo il film pretende di prendersi troppo sul serio e mancano gli elementi tamarri che piacciono tanto. Vinnie Jones sarebbe stato un ottimo personaggio per il ruolo dello “zallo” di turno, ma ne è uscito solo un arpionatore banale, scontato e per nulla memorabile.

Nerdismo

Ci sono i draghi e c’è la storia di una banda di cacciatori di draghi, ma non credo che resterà molto di questo film nell’immaginario nerd, se non forse la nave di terra di Achab, il Pequod.

Figaggine

No. Questo film non ha nessun elemento a cui aggrapparsi per farsi belli nelle conversazioni intellettuali. Meglio fingere di non averlo mai visto.

Il mondo ha reagito all’esistenza di Age of the Dragons – ecco un rifacimento amatoriale del Pequod, un carro (a vapore?) per la caccia alle viverne


La Chicca

I Draghi in CGI non sono brutti, anzi si piazzano molto in alto nella classifica dei draghi cinematografici.

La Fesseria

Fondamentale fesseria del film, che stacca tutte le altre di una buona misura è il Pequod, il carro di terra corazzato che rappresenta la “nave” del capitano Achab. Si tratta di uno straordinario carretto a rotelle, la cui propulsione è misteriosa (forse va a vetriolo?), foderata di pelle di drago per resistere al soffio di queste creature e che contiene gli alloggi di tutti i personaggi, le riserve di cibo, il deposito del preziosissimo vetriolo (esplosivo e pericoloso come l’uranio) e lo spazio per sedersi e cianciare.

Il Pequod va a rotelle su e giù per le montagne e in mezzo alle foreste (impossibile) per seguire le tracce e le migrazioni dei draghi.

Il Pequod getta le ancore, quando bisogna fermarsi la notte.

Il Pequod ha un capitano maledetto e la migliore ciurma di cacciatori di draghi della regione. Ci sono in realtà solo due fiocinatori, Rachel, un altro personaggio che fa l’ “estrattore” di vetriolo (un compito veramente delicato di trenta secondi di lavoro che poteva fare chiunque) e i due novellini presi a bordo all’inizio: Ishmael e Queequeg: un equipaggio veramente nutrito! Inoltre com’è che i due più temibili cacciatori di draghi di sempre (Achab e Stubbs) finiscono sempre impigliati nelle corde degli arpioni? Non hanno mai imparato a sistemare le funi in modo appropriato?

Il Pequod è lento e va sui prati, tanto che i personaggi ci camminano attorno a piedi e potrebbero andarsene in ogni momento (esattamente il contrario di una nave nell’oceano, che è il fattore scatenante delle tragedie di Moby Dick).

Il Pequod sarebbe foderato contro il soffio dei draghi, ma quando spunta un drago tutti corrono all’aperto a lanciargli le fiocine e la cosa perde ogni senso.


Ecco il terribile Pequod – notare le proporzioni! (Achab vive nella cabina in alto)


Giudizio complessivo

Age of the Dragons è un film imbarazzante. Si prova pena per gli attori (tra cui Danny Glover e Vinnie Jones, in genere validi professionisti), costretti a recitare delle parti così scandalose, con delle battute e delle faccette tanto ridicole. L’intera storia è incredibilmente vergognosa, i personaggi sono impossibili, impresentabili, incredibili. E dire che si è saccheggiato a piene mani da Moby Dick, il che avrebbe dovuto rendere tutto più facile. Invece no.

La caccia al drago è rappresentata come una sciocchezza. Il Vetriolo dei Draghi alimenta la civiltà, ma è francamente impossibile crederci quando se ne vedono gli effetti. Si cacciano bestie immense (che sono giganteschi predatori dell’uomo, mica pacifici cetacei degli oceani, ricordiamolo) per un litro scarso di fluido “alchemico” dalle proprietà indefinite. Ammazzato il drago ed estratto il vetriolo, il corpo del mostro viene lasciato a terra tralasciando di raccogliere pelli, zanne, artigli, carne, altri organi: impossibile. Quando si caccia un cervo non si butta via niente, quando si ammazza un maiale non si butta via niente, quando si prende una balena non si butta via niente e adesso un DRAGO dovrebbe essere utile solo per il Vetriolo? Improponibile.

Ah, però le funi delle fiocine sono fatte in peli di drago… PELI DI DRAGO?

I draghi stessi poi sono terribili o fessi? Ad un certo punto c’è una scena di combattimento di cinque minuti contro UN drago, dove muore il miglior fiocinatore della nave. Mezz’ora dopo tre personaggi entrano in una tana con TRENTA draghi e li uccidono tutti nel sonno… Davvero?

Se è già ridicolo pensare a una nave di terra e a un equipaggio di sei persone, la cosa si aggrava quando si capisce che nessuno fa nulla per fare muovere la nave. Il Pequod va da solo, con una trazione che non si capisce, e a un certo punto non serve neanche più qualcuno che lo piloti. Le inquadrature interne lo fanno sembrare abbastanza grande, ma dall’esterno si capisce che è tutto un fake. 

La tana del mostro bianco: Achab per tutto il viaggio studia le migrazioni dei draghi nelle sue carte decennali, cercando di capire gli spostamenti della sua nemesi. Alla fine però arrivano alla tana del mostro, dove lui era già stato ed era morto il vero padre di Rachel. E allora dire che si va semplicemente alla tana del mostro, no? Che ci sarà da studiare per decenni?

Conflitti tra personaggi, tragedie e follie: ce n’è tutto un campionario. Ossessione, senso di colpa, strazio interiore, vendetta, libido, vigliaccheria, avidità, tradimento, abnegazione, sacrificio, abiezione, amicizia, passione, rispetto, eccetera. Peccato che tutta questa roba è trattata con i piedi. Per fare minutaggio, la trama del film si infarcisce di confronti inutili, monologhi fasulli, drammi interiori tagliati con l’accetta, banalità, banalità…

Age of the Dragons è un film che si sarebbe potuto realizzare molto meglio e la prova che a rovinare una produzione basta assumere uno sceneggiatore cane che ruba il lavoro a quelli bravi.

Fotografia, regia, attori, effetti speciali e soggetto originario erano perfetti per un film del genere, ma la sceneggiatura e i dialoghi rovinano tutto, rendendo il film inguardabile, quasi nauseante, degno di essere inserito nel gotha dei film fantasy più brutti di tutti i tempi, assieme a Eragon, Dungeons & Dragons 1 (comunque imbattibile) e In the name of the king.

Se c’è una non-vita dopo la morte, Melville, John Houston, Gregory Peck, Orson Wells, i Led Zeppelin e perfino MOBY si stanno rivoltando nella tomba…


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Mauro Longo
Mauro Longo
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