Mistica e Meccanica

La rubrica “Il Codice Cariddi”, esce dal 2007 sulla testata Ufficio Spettacoli di Messina, per indagare e raccontare segreti e misteri della Sicilia e in particolare del suo settore nord-occidentale: Messina, lo Stretto, le Isole Eolie, il Valdemone. I testi sono stati completamente rivisti rispetto all’originale, a seguito di studi successivi e dell’esigenza di una coerenza di temi e stile propria di una pubblicazione più matura.
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La biografia di Francesco Maurolico, scritta dai nipoti Silvestro e Francesco, rispettivamente Abate di Roccamadore e Barone della Foresta, ci da il senso di una vita misteriosa e straordinaria.

La famiglia del matematico, in fuga da Costantinopoli al crollo dell’Impero d’Oriente, giunse nella “Nobilissima Città di Messina, Capo del Regno di Sicilia”. Mentre la madre era incinta, un presagio divino la possedette, facendole sognare di partorire una fiamma furiosa che saliva al cielo e conquistava le stelle.

Intelligente e metodico, Francesco Maurolico studiò al Monastero di San Salvatore, insegnò nel Collegio dei Gesuiti, divenne Abate e si dedicò a matematica, meccanica, astronomia, architettura, storia, musica e fisica.

Scrisse di luce e ombra, di arcobaleni e costellazioni, inventò l’induzione matematica, tradusse Archimede, Euclide e altri scienziati del passato, ampliando i loro studi, realizzò una camera oscura e carte nautiche per la Battaglia di Lepanto, si inserì nella tradizione numerica e musicologica che fu di Pitagora, contribuì a progettare le mura e i castelli della città, alcune chiese, le fontane di Orione e Nettuno e la macchina processionale che oggi è conosciuta come “Vara”.

Ma egli era anche sapiente di cose occulte, come i nipoti vollero ricordare sulla sua lapide. Si interessò di astrologia e compilò numerosi oroscopi, come quello per il padre del Marchese di Ventimiglia, che prevedeva la morte per annegamento e puntualmente si realizzò. Nella Chiesa di San Giovanni di Malta, che amava frequentare e in cui fu sepolto, profetizzò il ritrovamento dei resti di San Placido e di altri tre martiri, cosa che puntualmente avvenne dopo la sua morte, con grandi festeggiamenti cittadini.

Una veduta della Penisola di San Ranieri, su cui sorgeva un tempo il monastero del San Salvatore

Infine, da mistico e astrologo quale era, compose il proprio oroscopo, scoprì la data della sua morte, ebbe una visione trascendentale del paradiso e infine cadde in agonia.

I biografi concludono così la sua vita, riportando l’ultimo prodigio.

Mentre era in casa in fin di vita, una terribile cometa dalla scia fiammeggiante apparve in cielo esattamente sopra il luogo dove stava agonizzando.

Quando la cometa scomparve, Francesco Maurolico era morto.

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Mauro Longo
Mauro Longo
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