Il Martello delle Streghe

La rubrica “Il Codice Cariddi”, appare dal 2007 sulla testata Ufficio Spettacoli, per indagare e raccontare segreti e misteri della Sicilia e in particolare del suo settore nord-occidentale: Messina, lo Stretto, le Isole Eolie, il Valdemone. I testi sono completamente rivisti rispetto all’originale, a seguito di studi successivi e dell’esigenza di una coerenza di temi e stile propria di una pubblicazione più matura.
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Il Malleus Maleficarum è il più celebre trattato sulla caccia e il processo alle streghe ad uso dell’Inquisizione. Il suo nome è ben chiaro. É un semplice libro, ma va utilizzato come un maglio da abbattere sull’immonda pratica della stregoneria, per spezzare e schiacciare le malefiche adoratrici del demonio. Esso venne redatto dai frati domenicani Sprenger e Kramer, due tra i più grandi inquisitori di tutti i tempi. Contiene in maniera più che dettagliata, la procedura per portare avanti ogni singola fase del processo, con gioielli logici del tipo “se non resiste alle torture è perché è colpevole; se resiste è opera del diavolo”.

Pellegrina Vitello venne processata nel 1555 a Messina dall’Inquisitore generale di Sicilia, Monsignor Bartholomeo Sebastian. Era accusata di essere una strega, di togliere le fatture e interrogare le forze del male tramite specchi e brocche d’acqua.

Per quanto lei ammettesse di essere una semplice ciarlatana e un’imbrogliona, il tribunale non le credette. Come previsto dal Malleus Maleficarum, la donna fu spogliata e appesa ad una corda per i polsi. Una tavola di legno venne fissata ai suoi piedi e gli inquisitori continuarono ad interrogarla. Poiché negava di essere una vera strega, venne issata e lasciata cadere di peso tre volte, senza che riuscissero a farle confessare altro.

Nonostante il caso di Pellegrina sia il più famoso, nello stesso periodo venivano processate a Messina altre 5 streghe: Antonia Napoletano, Giovannella detta la lunga, Grazula Curuli, Mariana la greca e Catarinella de Batello.

Infine, il 12 maggio 1555, a Piazza Duomo venne eretto un teatro di legno e lì le sei streghe vennero esposte pubblicamente alla sentenza e alla condanna.

Prima di loro, secondo le procedure dell’Inquisizione, vennero giudicati eretici, luterani, bestemmiatori, bigami e superstiziosi (qualche schiavo che professava ancora le proprie usanze). Un luterano recidivo fu persino arso vivo dopo il tramonto. Sappiamo dagli atti processuali che le sei streghe vennero invece esposte al disonore. Fecero in processione il giro della città a dorso di mulo e con la schiena nuda, frustate per tutto il percorso, soggette al pubblico ludibrio.

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Mauro Longo
Mauro Longo
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