Il Ballo dei Diavoli

In Sicilia, come in tutte le regioni della cristianità, la Pasqua è un momento di tradizioni arcaiche e vecchi miti. Piante sacre come palme e ulivi vengono utilizzate per benedire le famiglie e testimoniare la propria fede in Gesù di Nazareth, mentre le “sacre rappresentazioni” ricordano la Passione e la Resurrezione del Cristo. Ben viva anche nella regione è la visita ai “Sepolcri” (allestimenti di fiori e vegetali particolari all’interno delle chiese), che ricopia un’antichissima usanza legata ad Adone, dio della natura e della resurrezione.

Allo stesso modo, agnelli, colombe, conigli e uova pasquali affondano la propria storia nei riti e nelle leggende di numerosi popoli del Vecchio Mondo, che festeggiavano con questi prodotti “di stagione” la festa che rappresenta la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.

Tra le curiosità più particolari del territorio, va citato il Ballo dei Giudei di San Fratello: una processione di personaggi dai tratti diabolici e irridenti, con linguacce di pelle, zampe di capro, code di cavallo, vesti rosse, bocche sguaiate, catene e trombe. Questi esseri, maschere e costumi animati dai paesani, si muovono avanti e indietro per il paese per tutto il Giovedì e il Venerdì Santo, tra fanfare e marcette, urla e chiasso, disturbando perfino messe e processioni.

 

Sono ricordati dalla tradizione come “i Giudei”, ma tutti gli studiosi di simbolismo li riconoscono all’istante come la parata lugubre e carnevalesca di demoni, larve, anime dannate e spiriti dei morti, una delle tante “Diavolate” che si tengono nello stesso periodo in molte altre città d’Italia.

La vicenda è chiara: il Figlio di Dio è morto e nessuno difende più gli uomini dal male. Per questo le forze del caos e degli inferi possono scorrazzare sulla terra a caccia di viventi da legare alla catena e trascinare all’inferno.

È la loro festa.

È il Ballo dei Diavoli.

Poi, per somma disdetta di questi demòni, il Messia risorgerà e li scaccerà nuovamente negli inferi, lasciando la Terra agli uomini che festeggeranno, con la Domenica di Pasqua e le scampagnate del Lunedì, la felicità di essere ancora vivi e di essere entrati ufficialmente in Primavera.

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Mauro Longo
Mauro Longo
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