Di cosa si tratta

Exit Humanity è un film canadese del 2011, che tratta di una invasione di zombi negli Stati Uniti alla fine dell’800 (o meglio ancora: subito dopo la Guerra di Secessione). Il film è entrato in selezione per il Toronto After Dark Film Festival (2011) e il Sitges International Film Festival (2011).  Ha anche vinto il premio Grand Jury al Little Rock Film Fest.

Cosa succede

Il film tratta di un’apocalisse zombi nell’America dell’800. Potrebbe essere definito uno “zombi-western”, ma questo lo metterebbe a paragone con l’abominevole “Undead or Alive“, mentre si tratta questa volta di un film molto migliore. In realtà, non si può essere sicuri che si tratti proprio di un’Apocalisse Zombi, perché la vicenda si svolge solo tra boschi, terre selvagge e territori sconfinati e non si hanno indizi di cosa potrebbe essere accaduto nelle città, in altre zone del paese o nel resto del mondo. Alcuni spiegoni di fine film ci fanno immaginare che la piaga degli zombi sia senza tempo e che potrebbe essere avvenuta contemporaneamente in altre parti del pianeta, ma la cosa viene lasciata senza troppi sviluppi.

Il film segue le vidende di un colono, sperduto nel nord dell’America, che seppellisce la moglie e ritrova l’unico figlio trasformato in un morto vivente. Dopo la tragedia iniziale, il protagonista si arma e decide di viaggiare verso sud per gettare le ceneri del figlio in una cascata, prima, forse, di uccidersi a propria volta.

Nel corso del viaggio affronterà diversi pericoli causati dai mostri che hanno invaso ormai il suo mondo e dai soliti umani sopravvissuti che, come da canone del genere, rompono le scatole ancor più dei morti viventi. Nel frattempo incontrerà due altri sopravvissuti e una vecchia strega buona che “chissà se ha a che fare con questa storia degli zombi…

Gli zombi in questione sono per fortuna i normali morti viventi 1.0 e non i velociraptor-nonmorti-rabbiosi-ultrainfetti di altri film degli ultimi anni, né hanno la tendenza ad apparire facendo “cucù!” da dietro la porta solo per spaventare lo spettatore.

Come particolare estetico marginale, alcune scene veloci sono rese con una schematica animazione disegnata e l’intera storia è divisa in capitoli che appaiono schizzati nel diario che il protagonista pare tenere per tutta la vicenda.


Grezzezza

Essendo canadese e non statunitense, il film perde buona parte della percentuale di grezzezza che avrebbe avuto se fosse stato concepito a Hollywood ma anche dai vari registi indipendenti americani. Niente scene tamarre alla Wild Wild West, niente situazioni pulp alla Dal tramonto all’alba 3 né elementi di banale esercizio filmico Made in USA come in Cowboy contro alieni (tutti film che apprezzo tantissimo, eh!).

Piuttosto si tratta quasi di un Balla coi lupi con gli zombi (Balla con gli Zombi!), un film drammatico sul dolore del protagonista e su un viaggio angosciante, in cui gli zombi non fanno paura ma sono solo un elemento narrativo come tanti.

Attenzione quindi alla locandina che vedete sopra! Nonostante il protagonista nell’immagine sembri un figo ammazza-sette, si tratta di un personaggio molto più realistico e tormentato.

Il comprimario Isaac sarebbe potuto essere benissimo l’amico tamarro del protagonista, ma anche lui appare troppo verista e realistico per assurgere al ruolo di grezzone del film.

Nerdismo

Uno zombi-western sarebbe potuto essere un caposaldo nerd, invece il film è fin troppo raffinato per costituire un cult del genere, ricordando invece molto The Dead, un altro film di zombi altrettanto fine, ambientato però in Africa.

Ottimo film, insomma, ma poco nerd…

Figaggine

Quello che manca in grezzezza e nerdismo questo film lo recupera in figaggine. Essendo un film di zombi molto raffinato (non si può sentire), permette di lanciarsi in paragoni colti direttamente con le pellicole capostipiti di Romero, con cui condivide una buona dose di significato e di estetica sulla morte vivente (non si può sentire).

Oltre al paragone con il maestro Romero e al grande spazio dato all’angoscia, alla tristezza e agli scenari selvaggi americani, il film si presta anche a sbrodolate da aspirante critico sul cinema canadese degli ultimi anni, orrorifico o meno, che si va ormai presentando in giro per il mondo con diversi ottimi film e festival, con molte pellicole, produzioni e registi che hanno tanto da dire e da mostrare, specie a paragone con i “cugini statunitensi”.


La Chicca

I morti viventi sono resi davvero molto bene, ben al di sopra della media dei film di zombi visti negli ultimi anni. Menzione d’onore per la scena del “ritrovamento” del figlio da parte del protagonista e la successiva, ineluttabile, esecuzione. 

Molto azzeccato anche il duello finale, che richiama volutamente il genere western (ricordate? il film era uno zombi-western!)

La Fesseria

Un paio di fesserie secondarie abbassano leggermente la qualità di un film altrimenti ottimo. Innanzitutto suona falsissima la motivazione che spinge il protagonista verso sud: aveva promesso al figlio di portarlo alle cascate e quindi, dopo la sua morte, non-morte e morte ultima, il nostro eroe decide di andare comunque in quel luogo a buttarvi le sue ceneri, invece di suicidarsi subito e anche se tutto attorno c’è una apocalisse di zombi: sì come no!

Altra sciocchezza fastidiosa è quella del solito “cattivone umano” che, in piena catastrofe di morti viventi, invece di badare ai fatti suoi o riorganizzarsi assieme agli altri sopravvissuti, diventa pazzo e pensa solo a infliggere angherie senza senso a tutti quelli che passano dalla sua zona: basta, suona falso e non se ne può più!

Ok, aveva funzionato con gli stupratori di Zombie Diaries e con il produttore di Dead Set, però mobbasta veramente!

Giudizio complessivo

Exit Humanity è un bel film in generale e un ottimo film di zombi… Attori perfetti, buona la storia, ottime le situazioni con gli zombi, affrontati con estremo realismo e senza fesserie particolari. Valore aggiunto è che il film pare sia costato davvero poco, rispetto a quello che riesce ad offire (mi pare 300.000 dollari canadesi).

Da vedere. 


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Mauro Longo
Mauro Longo
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