La dama che giocava a scacchi

Le vicende di Macalda di Scaletta sono quanto di più affascinante e romanzesco si possa pretendere dalla storia reale.

Discendente di una stirpe poverissima (pare che la bisnonna fosse un’ambulante che stazionava presso la Porta della Giudecca di Messina), dopo l’ascesa del nonno Matteo “Selvaggio” al rango di Castellano di Scaletta, Macalda continua la scalata della propria famiglia fino a trattare con i grandi regnanti d’Europa.

I cronisti la definiscono “molto bella e gentile, valente nel cuore e nel corpo, generosa nel donare e valorosa nelle armi al par d’un cavaliere” e ancora superba, ambiziosa, intrigante e spregiudicata.

Nata nel 1240 a Scaletta, dopo un primo matrimonio con un barone finito in disgrazia, la dama prese a vagare per l’Italia travestita da frate ed ebbe avventure amorose e guerresche, fino a ottenere seconde nozze con Alaimo da Lentini. Durante i Vespri, fortemente voluti da Macalda e Alaimo, si rese protagonista di intrighi e tradimenti ma anche di strategie vittoriose.

Un ritratto (romanzato e non contemporaneo) della dama…

Dapprima fidati alleati di Pietro III d’Aragona, Alaimo e Macalda caddero poi in disgrazia agli occhi dei reali. Alaimo finì senza processo ucciso per annegamento (avvolto in un lenzuolo zavorrato e gettato in mare da una nave). Macalda venne invece imprigionata nel castello di Messina: quella Rocca Guelfonia o Castello Matagrifone la cui ultima torre è visibile ancora oggi sotto il Sacrario di Cristo Re.

Anche in prigione, questa dama avventuriera, maliarda e guerriera ebbe modo di far parlare di sé. In carcere con lei “risiedeva” l’emiro Margam ibn Sebir, catturato presso le coste africane durante una campagna navale.

Mentre i suoi carcerieri si stupivano per “la vivacità e l’immodestia dei suoi abiti”, Macalda, ormai cinquantenne, apprese dall’emiro il gioco degli Scacchi, diventando quindi la prima persona siciliana e la prima donna in assoluto di cui si conosca storicamente tale passione. Nel vuoto dei giorni trascorsi nel castello costruito da Riccardo Cuor di Leone prima di partire per le Crociate, la dama e l’emiro poterono forse spendere piacevoli ore con il gioco degli scacchi.

Che fine fece Macalda?

Qualcuno pensa che morì in carcere, ma alcuni documenti dimostrano fosse ancora viva attorno ai settant’anni.

A noi piace pensare che il ricco emiro sia tornato a salvarla e l’abbia portata con sé a Tripoli, tra ori e preziosi, lontano dalle maldicenze e dalle beghe dei signorotti siciliani.

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Mauro Longo
Mauro Longo
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Un commento

  1. Esiste già un saggio pubblicato da Carmelo Coco “Gli scacchi nella Sicilia del medioevo” nel quale sono riportate ampiamente tutte queste informazioni.
    Donna Macalda è chiamata “la prima scacchista siciliana”. Un altro studio dal titolo “La prima scacchista siciliana: Macalda Scaletta (XIII secolo) è stato pubblicato sulla rivista Medioevo in Sicilia (Rivista di Storia e Cultura Medievale) e un altro sul sito web di Scaletta Zanclea.
    La foto di Macalda (scansita dalla copertina del saggio citato) è un ritratto e non, come si afferma, un ritratto romanzato.
    Ricordo, infine, che il 18 ottobre 2009 a Catania si è svolta una mostra su Macalda Scaletta (vedi http://www.cci-italia.it). Lo stesso giorno è stata rappresentata alle Ciminiere di Catania ‘A tragica storia râ barunissa Macalda Scaletta, ‘a prima scacchista siciliana, opera dei pupi in dialetto siciliano e in rima scritta sempre da Carmelo Coco. (comi44@tin.it 03/05/2013)

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