La falsa lettera della Madonna

Come molti sanno, la famigerata “Lettera” che Maria di Nazareth avrebbe inviato a Messina nel I sec. d.C. sarebbe in realtà un grossolano falso storico creato ad arte alla fine del Quattrocento.

Le teorie che contraddicono l’autenticità di questa missiva partono dal fatto che nessun documento iconografico, storico o religioso autentico citi la “Lettera” prima del 1490, data in cui essa sarebbe stata “creata” da Costantino Lascaris.

Esisterebbe una “cronaca dello storico romano Flavio Lucio Destro”, che racconta l’episodio dell’invio della Lettera, ma essa è definita dagli studiosi “un falso plateale”.

Gli studiosi si dividono e ancora oggi vengono consultati testi sempre nuovi che provino l’una e l’altra ipotesi. Ma in realtà sono i fatti stessi ad essere del tutto inconsistenti.

Alcuni messinesi, i cui nomi sarebbero “Girolamo Origgiano, Marcello Benefacite, Centurione Mulè e Ottavio Brizio”, affascinati dalla “predicazione di San Paolo a Messina”, vollero seguirlo in Palestina, parlarono con Maria “Vergine figlia di Gioacchino” e ne ottennero quindi una lettera di benedizione datata “l’anno di nostro figlio 42”.

Quali sono le più visibili incongruenze?

  1. I nomi dei viaggiatori messinesi riportati non sono nomi greco-romani ma nomi del XV secolo, data del circolare a Messina del primo falso della “lettera”. Nessuno, nel I sec. d.C. avrebbe mai potuto chiamarsi Origgiano, Mulè o Benefacite.

  2. Secondo i biblisti cattolici, San Paolo toccò lo Stretto di Messina intorno al 61 d.C. quindi circa 20 anni dopo la data sulla lettera (Atti 28, 12-13). E comunque San Paolo non si fermò a Messina né a Giampilieri ma passò direttamente da Siracusa a Reggio.

  3. Maria figlia di Gioacchino non avrebbe mai chiamato se stessa “Vergine” perchè quell’appellativo, datole nei vangeli, corrispondeva alla parola ebraica halamah (giovane donna in età da marito) che essa non poteva più essere a circa 60 anni. L’altra verginità, quella dogmatica, sarebbe arrivata dai teologi molti secoli dopo e in nessuna fonte originale Maria chiama mai se stessa “Vergine”, ma al massimo “Serva”, “Sposa” o “Madre” di Dio.

  4. Maria non avrebbe mai datato la lettera al “42 dopo suo Figlio”. Avrebbe potuto usare il calendario ebraico o quello romano, ma non certo quello cristiano elaborato secoli e secoli dopo.

Inutile quindi cercare prove e controprove al di fuori della lettera stessa, che in sé e per sé è già del tutto un “documento impossibile”.

Nota: lo storico messinese Alessandro Fumia professa invece la tesi opposta, suffragata da lunghi studi sull’argomento.
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Mauro Longo
Mauro Longo
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2 commenti

  1. Your analogy of a “False Letter of Madonna” has finally revealed to me what I had been suspecting for a long time. Although the Greeks and Roman were proficient “yarn tellers,” and their tales are entertaining, this story of “The Letter” seems totally unbelievable; and only a fool could accept it.
    I was on board a U.S. Navy ship that visited Messina in 1968, and I looked out at the statue while we were there, and wondered what Vos et ipsam civitatem benedicimus really said.
    Thank you for clearing up a mystery.

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