Serie TV da paura* – i classici

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Serie tv, fiction, sceneggiati, show televisivi, tv serial o più semplicemente telefilm. L’elenco dei prodotti televisivi di genere fantascientifico, horror, thriller e fantasy che meritano una visione è molto consistente. Ecco qualche consiglio sui grandi classici che ritornano anche questa stagione.

Supernatural, dopo la fine di Buffy l’Ammazzavampiri e Lost, è LA SERIE fantastica per eccellenza. Con alti e bassi, a volte ripetitiva e noiosa, a volte (vedi stagioni 6 e 7) veramente poco ispirata e strascicata, spesso soggetta a limitazioni di budget che costringono ad ambientare metà del minutaggio in capannoni abbandonati nella penombra, Supernatural merita comunque un giudizio positivo e si trascinerà verosimilmente, lenta ma inesorabile, fino alla decima stagione (attualmente siamo all’ottava). Per chi non conoscesse questo show, si tratta della storia dei due fratelli Winchester (altri familiari appaiono e muoiono di tanto in tanto) che fanno parte di una informale organizzazione di “Cacciatori”, impegnati su e giù per gli USA a dare la caccia a leggende metropolitane, mostri e spettri di qualsiasi genere. Ogni puntata delle prime stagioni è incentrata sulla caccia al mostro di turno, con sullo sfondo la ricerca del padre scomparso, la vendetta contro il “Demone dagli occhi gialli” causa delle sventure familiari e lo svelamento progressivo dei propri segreti personali. Man mano che le stagioni si succedono, com’è ovvio che sia, il tiro si alza e si arriva a scontri con demoni, diavoli, angeli, signori dell’inferno, leviatani, dei e cavalieri dell’Apocalisse, tutti alla fin fine presi a calci dai Winchester. Nel frattempo Dio sembra essere scomparso e chissà che non torni come mostro finale… Cacciatori di mostri che percorrono l’America e combattono contro demoni, angeli e varie bestiacce. Voto: 8,5.

Dexter è lo show televisivo che si incentra sull’omonimo personaggio: un serial killer di serial killer tratto liberamente da una serie di romanzetti americani. Il buon Dexter ha subito un trauma da massacro da bambino ed è stato adottato da un poliziotto, che è riuscito ad addestrarlo a incanalare il proprio mostro interiore e a trasformarlo in una macchina per uccidere “i cattivi”. Diventato “ematologo forense” per la polizia di Miami, Dexter in pratica ripulisce la città da assassini, serial killer, psicopatici, gangster e altra marmaglia, riuscendo a coprire sempre le proprie tracce. Solo in America una monnezza del genere poteva venire pensata: fioccare di serial killer (che esistono solo nelle serie tv), approfondimento psicanalitico da Cronaca Vera, un concetto “dei delitti e delle pene” per cui il “cattivo” deve essere ammazzato e altri orrori ideologici e sociali di questo genere infarciscono la serie. E ovviamente non si parla della psicologia dell’assassino-protagonista (il che sarebbe lecito) ma anche di quella di tutti i personaggi e dell’atmosfera generale della serie: “forza Dexter, ammazzali tutti!” Al di là dello schifo ideologico, la serie è un ottimo thriller che coinvolge signori della mala, psicopatici, assassini, poliziotti corrotti, detective dell’FBI e che alza sempre più il tiro, tenendo la tensione sempre alta. Omicidi, indagini, colpi di scena, tensione e una ottima sceneggiatura. Voto: 7,5.

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Fringe è partita come un’ottima serie fantastica, con un immaginario para-scientifico unico e ben studiato: marchingegni, pseudotecnologie e situazioni buffe si basano su componentistica e teorie degli anni ’70 e 80, riportate tutt’al più al presente. Con bobine, spinotti, transistor e mangianastri il dottor Bishop può aprire passaggi verso dimensioni parallele, dalle quali arriveranno creature sconosciute e minacce per l’intero universo e il continuum spazio-temporale. Ottimi attori, budget elevato, effetti speciali di alto livello, la serie parte come una sorta di contemporaneo X Files e riesce bene in questo compito, ma si ammoscia nelle stagioni successive alla seconda fino alla chiusura programmata con la quinta (quella in corso). Nel frattempo, la Divisione Fringe si evolve e i protagonisti diventano, da “indagatori dell’impossibile”, i “salvatori del mondo”, anzi di tutti i mondi possibili, del passato, presente e futuro. Uno show ben pensato e ben realizzato, ma che manca spesso di anima e appeal. Voto: 8.

Primeval è un’allegra caciaronata non del tutto riuscita, anzi assolutamente indegna della sufficienza. Le buone idee c’erano fin dall’inizio e sono anche state sviluppate in maniera sempre più complessa, ma una realizzazione troppo superficiale e bambinesca le ha bruciate e rovinate praticamente tutte. Se se ne volesse parlare bene, si potrebbero citare:

    • dinosauri e mostri di ogni epoca che irrompono in Inghilterra e fanno il panico;
    • anomalie nel tessuto dello spazio-tempo;
    • equazioni e marchingegni che finiscono per predire e controllare le anomalie;
    • paradossi temporali;
    • un’apocalisse a pochi anni nel nostro futuro che lascia città distrutte e l’umanità sterminata;
    • un’associazione governativa e una corporazione sospetta che se ne occupano;
    • viaggiatori del tempo.

Eppure, a fronte di un’ottima idea di fondo e di una discreta realizzazione degli effetti speciali, tutto l’impianto della serie è rovinato da infantilismi, personaggi inguardabili, sceneggiature imbarazzanti e dialoghi terribili. Un vero peccato. Mostri preistorici, viaggi nel tempo e anomalie, ma molte bambinate che era meglio evitare. Voto: 5.

True Blood, riadattato da una serie di romanzetti horror americani, racconta di un mondo in cui i vampiri esistono e si sono rivelati all’umanità, con la promessa di evitare stragi, integrarsi con gli umani e bere solo “Tru:Blood” una sorta di sangue sintetico. Cosa che ovviamente non accadrà. La storia si svolge nella Louisiana, ancora una volta considerata, come il New England, terra d’elezione per i vampiri, e la protagonista è Sookie (really?), una cameriera telepate (really?) in realtà discendente dalle fate (really?) che finisce invischiata nelle vicende politiche e personali dei vampiri della zona. Man mano che si va avanti nella storia, emerge chiaramente che le persone comuni siano sempre di meno, mentre il numero delle “creature” sembra diventare quasi il 50% della popolazione. Immancabili le relazioni sentimentali tra fate-vampiri-licantropi-mutaforma-streghe-normali, in praticamente tutte le combinazioni possibili. Al di là del troppo romance interraziale, la serie è violenta quanto basta, cruda, esplicita e capace di ricostruire una ecologia e una società vampirica credibili. Violenza, vampiri, ironia, anche se forse le “creature” sono troppe. Voto: 7,5.

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Doctor Who è la serie più famosa della tv inglese e la più longeva del mondo di genere fantascientifico. Dopo i decenni del “vecchio corso”, nel 2005 la serie ha ripreso con il nono, il decimo e l’undicesimo Dottore, tutte reincarnazioni l’uno dell’altro. Il Dottore, il cui nome costituisce il mistero finale della serie, è un viaggiatore del tempo e dello spazio (tecnicamente un alieno, della razza dei Signori del Tempo), che viaggia per epoche e pianeti su una base esternamente simile a una cabina della polizia inglese e vive qualsiasi genere di avventure che possano coinvolgere paradossi temporali, razze aliene, automi, attacchi alla terra, battaglie spaziali, apocalissi e complotti interstellari. Nonostante il taglio originario fosse molto “inglese” e paradossale, la versione dal 2005 in poi si evolve in trame epiche e liriche, che possano appassionare anche un pubblico smaliziato. Può non piacere a tutti, perché il Dottore o si ama o si odia, ma di sicuro la qualità delle ultime stagioni è elevata. Risplende tra tutte la sesta stagione (la scorsa), geniale, terrificante, e colossale dall’inizio alla fine, con una Compagna del Dottore ineguagliabile e una continuity stringente, elementi entrambi che purtroppo mancano alla attuale settima stagione. Un caposaldo assoluto della fantascienza, capace di rinnovarsi ad ogni stagione con livelli sempre in crescendo. Voto: 8.

La serie si allunga a comprendere anche lo spin-off Torchwood, uno show stavolta mediocre e malfatto, che si redime solo nelle ultime due stagioni (terza e quarta), mentre le prime due sono consigliate solo ai fan sfegatati del Doctor Who che non vogliono perdersi neanche una citazione dell’altra serie. Altrimenti siamo ai livelli mediocri di Primeval, Warehouse 13 o Sanctuary. Uno spin off mal riuscito, da cui vanno salvate solo le ultime due stagioni (due miniserie molto brevi). Voto: 5 per le prime due stagioni; 7,5 per le ultime due.

Warehouse 13 va aggiunto per completezza. La serie risulta appena gradevole per la componente fantastica, spesso steampunk, e per i riferimenti sparsi ogni tanto alla Storia. Il Magazzino 13 è una struttura governativa americana, ultima di una serie di altri Magazzini che risalgono fino ad Alessandria d’Egitto, dove vengono conservati artefatti misteriosi e fantastici. L’idea è senz’atro presa dalle scene finali di Indiana Jones e i predatori dell’Arca Perduta: un luogo del tutto inverosimile, gestito in maniera inverosimile e in cui succedono cose altrettanto inverosimili. Salva un po’ lo show qualche trovata legata agli oggetti da recuperare ogni volta, tipo l’Astrolabio di Magellano, la Tromba di Giosuè, la Chiave d’Argento di Lovecraft e cose così… Peccato ancora una volta per l’idea sprecata in una realizzazione troppo banale. A quanto pare, la serie si trova anche nello stesso universo narrativo di Eureka, con la quale ci sarebbero diversi crossover. Eroici cialtroni a caccia di artefatti mistici, con storie realizzate un po’ alla bell’e meglio. Voto: 5.

*dove “da paura” sta per horror, ma anche fantascienza, fantasy e giallo/thriller che mi sono piaciute. Non ci saranno segnalazioni di serie di altri generi o che non ritengo abbastanza interessanti.

Vedi anche:

Serie TV da paura* – le novità 2013

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Serie TV da paura* – i grandi ritorni

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Mauro Longo
Mauro Longo
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2 commenti

  1. Concordo praticamente su tutto. Supernatural e` tamarra da paura, ma sempre godibile (anche se effettivamente scade nelle ultime stagioni). A quando un post su Burn Notice, invece?

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