Di zombi e altri sporchi affari

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Diario di un sopravvisuto agli zombie (Day by Day Armageddon) è un romanzo horror scritto dal militare statunitense J. L. Bourne, dapprima in forma di blog e poi trasposto in romanzo cartaceo. Il successo è stato tale che il volume è adesso il primo di una trilogia, in via di traduzione anche in Italia.

Stavo per scrivere una recensione di questo bel libro di zombi, quando mi sono accorto di una serie di stranezze che mi sembrano anche più interessanti. Per cui, se questa vi sembrava una recensione, mi spiace. Siete avvertiti che il resto di quello che leggerete parla di altro. Per farmi perdonare segnalo subito questi ottimi articoli, che dicono esattamente quello che avrei scritto io, quindi spero faccia lo stesso. In rigoroso ordine google, ecco infatti:

Diario di un sopravvisuto agli zombie secondo Vite di Carta

Diario di un sopravvisuto agli zombie secondo Zombie Knowledge Base
Diario di un sopravvisuto agli zombie secondo Scrittevolmente
Diario di un sopravvisuto agli zombie secondo Minuetto Express
Diario di un sopravvisuto agli zombie secondo Plutonia Experiment

Letto? No? Ecco comunque un riassunto copincollato dagli articoli di cui sopra:

Day by Day Armageddon  nasce come esperimento online nel 2004 sottoforma di una serie di pagine scritte da un anonimo sopravvissuto ad una pandemia globale. Il successo tra i lettori rese DbDA un autentico cult underground e spinse l’autore a pubblicare l’opera completa nel 2007: da allora sono uscite numerose versioni della novel a cura di Permuted Press e Simon and Schuster e nel novembre 2012 finalmente anche l’Italia è stata infettata, grazie a Multiplayer.it Edizioni! Il titolo nostrano è Diario di un Sopravvissuto agli Zombie 
In conclusione? Un libro da 5 stelle più che meritate. Avvincente, veloce e semplice. Adatto a tutti, dettagliato quanto basta da farti immaginare ogni pallottola sparata e ogni cranio che esplode, ma non violento all’estremo in stile Crossed. Buona anche la profondità e la caratterizzazione non solo del protagonista, ma di tutti i personaggi che lo circondano. Si sente la mano militare dell’autore, ma non come un peso.

Diario di un sopravvissuto agli zombie su Amazon.it

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Veniamo a noi.

Tempo fa parlai di un libro assolutamente paragonabile a questo, Apocalisse Z, dicendo che era abbastanza stupido. Tra i 25 commenti a quella recensione, molti tra gli intervenuti (che comunque ringrazio) scrissero cose come:

se cerchi cultura e coerenza su questo tipologia di racconti credo che tu abbia sbagliato qualcosa , nei tuoi commenti trasudi un invidia e rabbia di cui non capisco proprio l origine sono libri di pura fantasia e come tali vanno letti

tu… non capisci una minchia

a me sono piaciuti di brutto!!!che palle che tutti cerchino di fare i filosofi e trovino da ridire su tutto!!se un libro non ti piace non leggerlo e soprattutto non comprare il secondo!

hai realmente letto Apocalisse Z o hai scopiazzato in giro qualche recensione. No, perché dal tuo commento pare proprio che tu abbia fatto così

Eccetera.

Bene, mi piacerebbe che gli appassionati di Apocalisse Z che bazzicano questo blog possano prima o poi leggere anche Diario di un sopravvissuto dagli zombie e confrontare le due opere (o le trilogie).

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Scoprirebbero che i due libri hanno molte cose in comune:
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  • stessa idea: entrambi parlano di zombi outbreak ambientate ai giorni nostri che diventano apocalissi e trasformano il mondo in una landa di morti viventi;
  • stessa struttura narrativa: entrambi sono  raccontati da un autore-narratore-protagonista che scrive quello che gli accade in prima persona, secondo il proprio punto di vista, dall’inizio e giorno per giorno;
  • stessa storia editoriale: entrambi gli autori hanno cominciato a scrivere questi loro resoconti sul proprio blog “come se fosse vero”; in seguito, la cosa è finita in mano alle rispettive case editrici, che hanno pubblicato all’inizio un libro e poi hanno concertato con i due autori le rispettive trilogie;
  • stesso stile: in entrambi i casi la storia si prende sul serio ed è realistica, non è ironica o demenziale, né paradossale o surreale;
  • stessa “trama”: entrambe le storie cominciano con il protagonista (maschio bianco sulla trentina) che segue i telegiornali da casa e assiste al progressivo outbreak degli zombi, proseguono con un periodo in cui l’uomo si barrica in casa e continua a usare la corrente grazie a pannelli solari, per poi seguire le sue peripezie quando lascia la propria dimora fortificata e andare a cercare salvezza di posto in posto.

Qual’è quindi la differenza tra i due libri? Vediamo chi indovina…

Vi do due indizi.

Uno è stato scritto prima.

L’altro ha copiato la stessa idea qualche anno dopo.

A questo punto, per dare ulteriore risalto a quanto brutto fosse Apocalisse Z e quanto bello sia il Diario, vi rivelerò che quest’ultimo è del 2004 mentre la brutta copia l’altro del 2008.

Tutta la mia ammirazione allora per il bel libro dell’americano Bourne e confermo il mio giudizio di insufficienza su quello dello spagnolo Loureiro, adesso aggravato anche dal fastidio del plagio.

J L Bourne, molto diverso dal piacionico, ma scarso, Loureiro
J L Bourne, molto diverso dal piacionico, ma scarso, Loureiro

Apocalisse vs Armageddon

Plagio! Sì, plagio!

Incredibile: per la Saga di Apocalisse Z sono stati capaci di rubare anche il titolo a quella che la precede, Day by Day Armageddon, in una specie di combo danno+beffa che fa subito pensare alla zozzeria realizzata in Italia tra il Survival Blog e i Survival Diaries, un orripilante caso di scopiazzatura nostrana tra due progetti “underground”, anch’essi incentrati su pandemie zombesche (o giù di lì).

PARENTESI: Il caso del plagio nostrano merita assolutamente un approfondimento, anche per gli aspetti ricorrenti con quello dei due libri citati. Consiglio quindi di scoprire cosa sia il Survival Blog e di leggere un riassunto di quanto è accaduto prima di andare avanti. Chiudiamo poi questo caso con le parole di Alessandro Girola:

Alla mattina in cui ti svegli e ti accorgi che qualcuno ha scritto qualcosa di identico a quanto hai realizzato tu, un paio di anni prima, con la collaborazione di oltre trenta tra autori, grafici, impaginatori e fotografi. E quindi non passando sotto silenzio, per capirci.
Perfino il titolo di quest’opera è stato scopiazzato, idem per la grafica del sito che fa di riferimento a questi corsari della narrativa. Come se non bastasse l’impostazione stilistica stessa è un clone perfetto: racconto a più voci fingendo che dei sopravvissuti a una zombie apocalypse raccontino le loro storie via Web.
E la spiegazione che ci viene propinata come vangelo è la stessa che utilizzò Fulci: “Ehi, ma tutti oggigiorno scrivono di zombie!“
Ok, è un’affermazione che ci può anche stare. Ci sta di meno la minuziosa copiatura dei dettagli, anche minimi, che denotano intenti, come dire, un po’ meno innocenti. Perché è davvero difficile credere che prima di lanciare un progetto del genere non ci si faccia un giro su Google per controllare eventuali similitudini troppo marcate. Siamo in Italia, non negli States. Di certo non ci sono migliaia di iniziative simili che compaiono nelle prime pagine di Google. Basta cercare e in due minuti salterebbe fuori tutto il necessario per evitare coincidenze imbarazzanti.
Questo dando sempre per buona la spiegazione: “Ehi, io sono un grande appassionato di zombie! (Però non ho mai sentito parlare del vostro progetto, che in Italia ha coinvolto una trentina di blog, qualche quotidiano e perfino un concorso fotografico. Oltre ad aver distribuito qualcosa come 20 ebook legati a esso)“.

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Finiamola qui

Il Diario di un sopravvissuto agli zombie è un bellissimo libro, la bella copia di Apocalisse Z, che ormai dichiaro completamente da seppellire nelle Paludi della Tristezza. Spero solo a questo punto che il dibattito su questi libri di zombi possa continuare e che magari alcuni degli estimatori di Louireiro vogliano mettersi in gioco e confrontare la propria opinione con le precedenti osservazioni.
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Dopotutto non è che lo spagnolo abbia copiato proprio tutto dall’americano.
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Lo spagnolo aveva il suo gatto Lucullo con sé. L’americano invece si porta dietro un cane.
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E’ molto diverso…
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Mauro Longo
Mauro Longo
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3 commenti

  1. Innanzitutto grazie per la segnalazione, di questi tempi è merce cara!

    Poi ti ringrazio anche per questa delucidazione in merito alle assonanze con l’altro titolo (che ammetto, non sapevo). Dire che una manovra del genere fa schifo sarebbe riduttivo, anche perché, da scrittore, la considero la peggior cosa che si possa fare.
    Non capisco con quale orgoglio si possa pubblicare un libro, consci di averlo copiato, e battersi anche a spada tratta per difendere ciò che non può essere difeso.
    La mia speranza è sempre quella che il tempo risolva e punisca chi se lo merita, ma so che non è così facile…

    Nel frattempo linko e spammo il tuo articolo in ogni dove, intanto è un inizio. 😉

  2. Io ho letto entrambi i libri e, mi dispiace ma ho trovato quello di Loureiro molto più bello del libro di Bourne, per quanto le storie siano praticamente identiche……secondo me il libro dello spagnolo è scritto molto meglio, c’è molta più tensione e soprattutto il protagonista è molto più simpatico, molto più “umano”, non un freddo militare……..riguardo al plagio è possibile, visto che le storie sono molto simili, ma mi viene da pensare : la trama non è la stessa di altre centinaia di romanzi zombeschi??

  3. Io ho letto solo Apocalisse Z e l’ho trovato magnifico, ora mi sto leggendo il secondo capitolo. Acquisterò anche “Diario di un sopravvissuto” e vedremo come sarà… sicuramente apprezzerò entrambi visto che il tema dei racconti mi piace una cifra!!

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