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Qual è il futuro dei librigioco in Italia? Da In cerca di fortuna a Il sentiero, Alessandro Viola ritorna sul tema e ci offre una riflessione sui possibili scenari del settore. 

Parlando con Jose Morales

Alcune settimane fa ho fatto un’intervista a Jose Luis Lopez Morales, un pompiere di Barcellona che, come secondo lavoro, scrive librigioco e giochi di ruolo in spagnolo e per i leggiocatori (se mi passate il neologismo) spagnoli. Ha gia’ firmato per il suo editore (Nonsolorol) oltre dieci titoli nel corso di diversi anni.

ilw3uhNel corso dell’intervista, Jose Luis dichiara che nell’ultimo anno, in Spagna, sono stati pubblicati una decina di librigioco, quasi tutti nuovi e scritti da autori spagnoli per i leggiocatori spagnoli. Conferma pero’ che, da quel che puo’ capire, i leggiocatori dei suoi librigioco sono gli ex ragazzini cresciuti che all’epoca (anni ’80/’90) avevano vissuto il fenomeno dei librigioco. Si tratta di una nicchia di leggiocatori che hanno una certa disponbilita’ economica (dal momento che sono tra i trenta e i quarant’anni) e che hanno certe aspettative derivanti dalle loro reminiscenze da ragazzi, ma che chiedono storie piu’ adulte. Di fatto, un’operazione nostalgia adattata ai tempi e all’eta’ che avanza.

L’opinione di Dave Morris

Dave Morris e’ probabilmente uno dei pochi autori al mondo (assieme a Jon Green e qualcun altro) che puo’ permettersi di essere autore di librigioco a tempo pieno e nel blog di Fabled Lands ha piu’ volte affrontato il tema dei leggiocatori di riferimento: e’ la stessa cosa scrivere librigioco per i leggiocatori “storici”, oppure per i “nuovi” leggiocatori? C’e’ differenza tra le due categorie? Si possono accontentare entrambi?

Dave Morris
Dave Morris

Secondo Dave Morris le due categorie si aspettano delle esperienze abbastanza diverse e i prodotti che accontentano gli uni non necessariamente accontentano gli altri (per questo lui segue piu’ linee editoriali, per coprire i diversi segmenti dei leggiocatori, e il suo successo commerciale sembra dargli ragione, ma si tratta comunque di lettori in grande maggioranza anglofoni).

Secondo lui, i leggiocatori “veterani” amano avere riferimenti ai loro vecchi eroi, regolamenti complicati se non barocchi, schede del personaggio da aggiornare continuamente, lanci di dadi per risolvere le situazioni “difficili” (combattimenti o azioni fisiche tipo saltare un burrone, eccetera), alta granularita’ dell’azione (per esempio amano decidere ad ogni bivio, ogni colpo di spada, eccetera), mentre i “nuovi” leggiocatori preferiscono regolamenti minimali, prevalenza della logica delle scelte sulla fortuna nella risoluzione delle situazioni conflittuali, minore granularita’ dell’azione (per esempio preferiscono esplorare una sezione di corridoi sotterranei alla volta, avere gli esiti di un combattimento in un solo colpo e non turno per turno, eccetera, lasciando cosi’ piu’ spazio agli aspetti narrativi).

La situazione italiana

C’e’ qualcosa dei discorsi precedenti che puo’ applicarsi all’Italia? Beh, nell’ultimo anno non si puo’ certo dire che ci siano state molte nuove pubblicazioni scritte in Italiano per i leggiocatori Italiani: oltre a riedizioni di Lone Wolf (comunque librigioco scritti molti anni fa in inglese), Apps (sempre Lone Wolf) che sono piu’ videogames che librigioco, fumettigioco (sempre scritti originariamente in Inglese), che io sappia c’e’ la riedizione de In cerca di fortuna di Andrea Angiolino (del quale ho gia’ parlato in precedenza) e il raccontogioco Il Sentiero, di Davide Bonvicini (raccontogioco e non librogioco per la sua brevita’).

Evidentemente non siamo nella situazione della Spagna. O non lo siamo ancora, o non lo siamo piu’, o forse non lo siamo mai stati (dieci librigioco in italiano pubblicati in un anno mi sa che non li abbiamo mai avuti dai tempi della E Elle). Evidentemente non abbiamo un numero di leggiocatori “veterani” sufficientemente cospicuo, o forse gli editori non sono sufficientemente interessati o abili per coinvolgere ill segmento dei leggiocatori “veterani”. Non siamo pero’ ancora nella situazione di Dave Morris, che pubblica regolarmente nuovi librigioco (anche su diversi media) dedicati ai “nuovi” leggiocatori (e li vende).

Qual e’, se c’e’, la strada “giusta” per i librigioco in Italia?

In cerca di fortuna e Il sentiero

Analizziamo i due unici prodotti italiani commercializzati nell’ultimo anno per vedere se si puo’ trarre qualche indicazione: In cerca di fortuna e Il Sentiero, entrambi pubblicati da Origami Edizioni.

copertinaIn cerca di fortuna e’ un titolo storico Italiano che all’epoca ha avuto poche ristampe, rendendolo un pezzo da collezione. E’ stato rivisto e corretto, gli e’ stata data una nuova grafica e si e’ pubblicata un’edizione esteticamente molto piacevole. In qualche modo la stessa cosa ha fatto Vincent Books, con delle nuove traduzioni in italiano di Lone Wolf – Lupo Solitario alle quali ha dato una veste editoriale e grafica stupenda. I regolamenti, i dadi (o le tabelle del destino), le schede del personaggio e tutto il resto pero’ restano esattamente quelle degli anni ’80.

Non posso fare a meno di notare che questo approccio sembra proprio quello che Dave Morris identifica come quello adatto ai leggiocatori “veterani”.

C’e’ qualcosa per i “nuovi” leggiocatori pubblicato in Italia? Beh, l’unica pubblicazione originale che ci sia (a mia conoscenza) e’ Il Sentiero di Davide Bonvicini, anch’esso pubblicato da Origami Edizioni (in formato elettronico, visto che non sono state prodotte stampe, probabilmente a causa della brevita’ del lavoro). Vediamo se si possono trarre degli spunti interessanti.

Ne Il Sentiero non ci sono punteggi, schede dei personaggi, regolamenti, lanci di dadi e similia. Le strade che si possono percorrere sono diverse, ci sono dei finali decisamente negativi, che rappresentano chiaramente dei fallimenti, ma anche i finali positivi hanno diversi gradi di soddisfazione. La struttura, per quanto simile, non e’ come gli “Scegli la tua avventura”, dove non ci sono regolamenti, schede dei personaggi e dadi, ma in qualche modo tutti i finali sono soddisfacenti. Non e’ nemmeno come i “Time Machine” dove sei “costretto” a continuare a giocare e a tornare sulle tue scelte finche’ non “azzecchi” l’unico finale positivo. Siamo piu’ vicini a “Nome in codice: Assad” (un esempio particolarmente interessante di librogioco scritto in italiano per il pubblico italiano), solo che ne Il Sentiero non ci sono dei punteggi che ti indichino quanto bravo (o meno) sei stato a risolvere le varie situazioni che ti si sono presentate.

L’approccio de Il Sentiero mi sembra piu’ rapido e in grado di coinvolgere piu’ facilmente un lettore che non ha mai sentito parlare di narrativa interattiva. In linea con i suggerimenti di Dave Morris, insomma.
Quello che non ho capito, pero’, e’ perche’, visto che si tratta comunque di una pubblicazione in solo formato elettronico, si e’ scelto di mettere un numero (“vai al 21”) anziche’ direttamente un link con il paragrafo al quale si deve andare: il numero funziona benissimo sulla carta (ed ha quindi una funzione-nostalgia che non e’ quella giusta per i “nuovi” leggiocatori), ma nei formati elettronici e’ pleonastico. Forse in questo caso e’ stata una svista, dato che che il raccontogioco successivo dello stesso autore (“Liberami, disse l’uomo“) non prevede rimandi numerici al termine dei paragrafi, ma si clicca su delle frasi che descrivono le scelte.

La storia e’ fantascientifica (una sfida per vincere un premio enorme, in un mondo dove gli uomini sono costretti a trascorrere la loro magra esistenza sottoterra per evitare le polveri radioattive), e questo e’ un genere che si adatta molto bene alle abilita’ dell’autore di tratteggiare con poche pennellate un mondo possibile, con il suo gergo, le sue convenzioni sociali, i termini tecnici.

La fantascienza di Bonvicini suona pero’ spesso un po’ “vecchio stampo” (si pensi anche al suo precedente racconto breve Il Censore), con richiami trasversali alla filosofia e alla sociologia. Non per niente l’autore che torna piu’ spesso alla mente leggendo le storie fantascientifiche di questo autore e’ Philip K’ Dick, e questo raccontogioco non e’ un’eccezione. L’altro richiamo letterario piu’ evidente in questo caso e’ quello a Hunger Games.

Per quanto riguarda i librigioco che in qualche modo vengono evocati piu’ o meno chiaramente da Il Sentiero, non si puo’ non citare Deathtrap Dungeon, capolavoro di Ian Livingstone, soprattutto quando si arriva al combattimento contro il caro amico, che diventa per l’occasione un nemico.
Il protagonista della storia e’ credibile e la vicenda riserva parecchie sorprese e verita’ nascoste, pur nella sua brevita’.

lupo_solitario_traversata_infernaleBisogna pero’ dire che probabilmente non e’ questa la prova migliore di Davide Bonvicini e secondo me, per esempio Viatico (dello stesso autore) e’ superiore sotto molti punti di vista. Come mai si sono trovati editori interessati a Il Sentiero e non a Viatico? Forse perche’ Viatico all’epoca non e’ stato proposto a nessun editore? Forse piu’ in generale i librigioco in italiano non vengono pubblicati perche’ gli autori italiani non hanno (piu’) il coraggio di proporli agli editori? Puo’ anche essere, in parte.

Anche la scelta di proporre un raccontogioco cosi’ breve e isolato non aiuta certo a individuare e promuovere un segmento di pubblico interessato. A pensarci bene, anche nei primi anni Ottanta in Italia i primi librigioco vennero accolti con freddezza e solo piu’ tardi, quando la EL ebbe l’idea geniale di creare delle copertine riconoscibili che indicavano l’appartenenza ad uno stesso genere, al di la’ delle molte serie di avventure, i lettori di librigioco Italiani diventarono un fenomeno enorme. Pubblicare un racconto cosi’ breve e in isolamento non mi sembra una strategia vincente, ma forse puo’ essere un modo per testare il mercato.

Conclusioni

In conclusione, mi sembra che Origami Edizioni abbia fatto quest’anno in nuce quello che Dave Morris fa da diversi anni a questa parte per il mercato anglofono: ha lanciato / rilanciato un prodotto orientato al segmento dei leggiocatori “veterani” (In cerca di fortuna), mentre Vincent Books lanciava / rilanciava i primi volumi di Lone Wolf, e contemporaneamente ha lanciato un’altra proposta completamente inedita (Il Sentiero) che potrebbe contenere la formula giusta per coinvolgere “nuovi” leggiocatori. Certo pero’ che il lancio del “nuovo” prodotto editoriale appare molto debole e isolato, per cui ha senso ripensare il tutto per riproporre un’offerta piu’ chiara, organica e ampia. Sempre che gli editori ci credano e che gli autori siano interessati a proporre qualcosa di originale e che sappia calamitare l’attenzione di “nuovi” leggiocatori.

Solo il futuro ci potra’ dire se nell’ultimo anno in Italia e’ stato piantato un piccolo seme che crescera’ per lo meno fino a dimensioni paragonabili a quelle degli altri paesi europei, oppure se si e’ trattato di tentativi isolati.

Mauro Longo
Mauro Longo
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5 commenti

  1. [dopo un commento censurato – suppongo per la presenza di link]

    Il Sentiero è di nuovo in vendita! Lo trovate su tutti gli store più importanti, sempre alla folle cifra di 99 cent. 😉

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