Italia Macabra – Il Califfato di Sicilia

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Il Califfato di Sicilia: un’anticipazione del manuale Italia Macabra per Ultima Forsan, in uscita a Play: il Festival del Gioco di Modena, Aprile 2015.

Come già detto, Italia Macabra sarà il primo modulo geografico per Ultima Forsan. Io e il consueto complice Giuseppe Rotondo ci stiamo ancora lavorando sopra notte e giorno (letteralmente!) e l’Italia del Rinascimento Macabro sta per diventare una realtà: il primo modulo geografico scritto per Ultima Forsan, che dovrebbe uscire a Play 2015 assieme a una avventura molto speciale.

Ecco allora una prima anticipazione da questo manuale:

Il Califfato di Sicilia

Vitti ‘na Larva supra a nu cantuni
fui curiusu e ci vossi spiari
idda m’arrispunniu cu gran duluri
murivi senza un toccu di campani

Si nni eru si nni eru li me anni
si nni eru si nni eru un sacciu unni
ora ca sugnu vecchiu di tant’anni
chiamu lu Mortu i iddu m arrispunni

Cunzatimi cunzatimi lu me letto
ca di li vermi su manciatu tuttu
si nun lu scuntu cca lu me peccatu
lu scuntu all’autra vita a chiantu ruttu

C’è nu giardinu ammezu di lu mari
tuttu ntessutu di aranci e ciuri
tutti l’acceddi cci vannu a cantari
puru i sireni cci fannu all’amuri

Il Califfato di Sicilia negli anni del Concilio Universale

califfato di sicilia - ultima forsanOmar ibn Rugiar è oggi il Califfo Bianco di Palermo, regna su tutte le città riconquistate della costa, amministrate da Sceicchi, e governa una regione indipendente dallo strapotere di Barbarossa, dagli Emirati d’Africa e dai Sultanati di Sebastopoli e Granada. Il sovrano riunisce a sé attualmente la somma autorità civile, militare e religiosa della regione.

La fede maomettana è qui molto sentita, sia dagli “Agareni” (i saraceni provenienti dall’Africa e i loro discendenti), sia dai “Conversi” normanni, e si applica la legge sacra a tutte le faccende quotidiane, nonostante l’apertura a popoli diversi e i fatti del Flagello abbiano stemperato parecchie delle pratiche più dure e limitanti del passato.

La stragrande maggioranza del territorio dell’isola è tutt’ora Selva fitta e pericolosa, e solo il mare permette di unire i porti più importanti: piazzeforti cinte da alte mura e circondate da terre selvagge e abbandonate.

califfato di sicilia - ultima forsanNella vasta Selva siciliana si aggirano invece numerosi Reprobi: pagani, streghe, predoni, briganti e perfino, a quanto si dice, cannibali, abituati a vivere ormai da secoli a contatto con Fiere e Morti randagi.
Molti sono inoltre gli Abomini di cui parlano le leggende isolane, esseri orribili che richiamano creature dei miti più lontani, come uccelli giganteschi, ciclopi, satiri, sirene e mostri marini, e l’intera isola è conosciuta come un luogo di selvaggi pericoli nel cuore del Mediterraneo.
I Corrotti non sono ammessi sull’isola e ogni volta che qualcuno mostra i segni della Corruzione, sia anche un neonato, viene ucciso, costretto a lasciare l’isola o obbligato a rinchiudersi nel Monastero Nero di Messina.

Molto devoto e generoso, ma fermo e saldo come una roccia, il Califfo Bianco vorrebbe trovare uomini e forze a sufficienza per liberare la sua isola dal Flagello, eliminare la minaccia dei corsari di Algeri e costituire un Feudo sacro, paragonabile a quello dei suoi più potenti vicini. Mentre i mercati e i porti diventano di anno in anno più floridi e ricchi, il Califfo e i suoi Sceicchi sono quindi costantemente alla ricerca di prodi a cui assegnare missioni nell’entroterra o gesta di riconquista e colonizzazione.

Il cammino da fare è ancora lungo e attualmente la Sicilia è ancora una terra di mostri e pericoli.

La guardia scelta degli al-Barsarkun è uno dei più temuti corpi armati dei Nuovi Regni. Questi giganteschi, fedelissimi e terrificanti guerrieri abitano nel palazzo del Califfo e seguono il loro signore in ogni viaggio.

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Luoghi d’interesse: Messina

messina macabra - ultima forsanMessina è la città del Califfato più aperta ai commerci e agli scambi con le varie regioni della penisola. Lo Sceicco Hasrabal amministra con saggezza un centro portuale e commerciale in espansione, con una grande presenza di normanni e un vasto numero di fondachi commerciali di banchieri, mercanti e armatori di tutte le provenienze.

Lungo la penisola che cinge il porto della città sorgono alcuni moli, delle fortificazioni, un ricovero per i Morituri, un obitorio, un colombario e, infine, il Monastero Nero.

Quest’ultimo, conosciuto in tutta l’Isola come unico rifugio per i Corrotti, è un convento cristiano vecchio di secoli. Gli unici ammessi al Monastero sono Corrotti (o “Giaurri” come li chiamano i saraceni) e il Monastero stesso è tenuto in una sorta di quarantena costante. Dato il bando permanente dei Corrotti sull’isola, tutti i neonati che sopravvivono ai primi mesi e coloro che superano l’agonia del contagio nel ricovero lì vicino sono relegati nel Monastero e devono rimanervi per tutta la vita o prendere il mare e lasciare l’isola.

I Monaci e in generale tutti gli “ospiti” del Monastero Nero si guadagnano da vivere traducendo e copiando libri di ogni genere, provenienti dalle sterminate biblioteche siciliane cadute in rovina, cosa che garantisce anche un discreto rendimento e la fama di centro di studio di grande importanza. Per sviluppare i commerci e per accogliere studiosi in visita da altre regioni, interessate a dialogare con i maestri del Monastero o acquistare delle copie dei libri che vi si realizzano, la struttura ha un molo apposito, non connesso al resto del porto.

califfato di sicilia - ultima forsanCome per altre città siciliane, il Feudo finisce praticamente a ridosso delle mura della città e dei suoi fossati esterni, dette “fiumare”. L’Osteria del Paladino, fondata e gestita da un Cavaliere di San Galgano ritiratosi dalla Francia e dalle guerre del Papa Re, è l’ultimo edificio frequentato oltre le mura nord della città.

La vecchia strada lastricata che conduceva a nord è ora un tracciato sconnesso che attraversa una Selva costiera fatta di rovine, litorali desolati e grotte infestate da Cerberi fino ad arrivare agli acquitrini di Capo Peloro, una zona mefitica che si dice nasconda un terribile Abominio e oscuri segreti.

Le acque antistanti Capo Peloro costituiscono lo Stretto, un braccio di mare che si estende tra le spiagge abbandonate di Sicilia e gli scogli calabresi. Il pericolo più grande che infesta lo Stretto sono le masse di annegati che costituiscono i due celebri Ecatonchiri chiamati “Scilla e Cariddi” (vedi Ultima Forsan Manuale Base), ma molte imbarcazioni hanno problemi anche solo a causa delle forti correnti e dei barconi dei contrabbandieri che attraversano in segreto il confine marittimo tra il Califfato e il Principato di Benevento. Per questi motivi, tutti i vascelli che attraversano lo Stretto, chiedono la guida di appositi “nocchieri” di Messina e Milazzo, che sono in grado di condurre le imbarcazioni in porto, o fargli attraversare lo Stretto, senza problemi.

In direzione sud, alle spalle del porto, in una contrada fuori le mura utilizzata come orto e campagna della città si trova invece l’Antro, una forgia molto rinomata per le armi che vi vengono realizzate dai due fabbri che vi lavorano giorno e notte. Uno di essi è un normanno convertito, l’altro uno dei Reprobi dell’Etna, disceso fino in città per lasciarsi alle spalle la Selva e la vita primitiva che vi conduceva.

Anche la prossima settimana arriveranno anticipazioni speciali sulle altre regioni dell’Italia Macabra. Nel frattempo altre notizie arriveranno anche su Savage Worlds Italia, nel forum dedicato a Ultima Forsan e nel Gruppo Facebook dei giocatori di Ultima Forsan.

A Messina sono inoltre ambientate una tappa dell’avventura Una funebre ballata del mare salato, che trovate all’interno della campagna C’era una volta a Lucca, su Ultima Forsan Manuale Base, e l’avventura Il cuore di San Nicola che trovate su Anonima GDR numero 86.

Mauro Longo
Mauro Longo
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2 commenti

    • Ma è il califfo bianco di sicilia o il sultano nero di gerusalemme quello della foto?
      Non mi aspettavo che il califfo avesse al seguito quello che sembra uno strigoi e il volto pare quasi una maschera.

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