Abbiamo vinto. E non ce ne siamo neanche accorti…

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Considerazioni su Lucca Comics & Games 2016, e sulla ormai innegabile vittoria del fantastico nella cultura popolare e nell’immaginario collettivo.

abbiamo vintoTutte le foto dell’articolo sono prese dalla rassegna fotografica di Gioconomicon, che ha coperto l’evento.

Giornata di recupero psico-fisico da Lucca Comics & Games 2016, la Lucca dei Record, come ormai appare evidente a tutti. Complice il bel tempo e la ottima gestione (finalmente!) dell’evento, spalmato su 5 giorni e con numeri programmati, navette, accessi e passaggi ben organizzati, l’edizione del 2016 dell’evento più grande d’italia del gioco, del fumetto e del fantastico in generale ha stracciato ogni achievement precedente, celebrando nella maniera migliore il traguardo GOLD, i 50 anni di esistenza.

Normalmente, farei qualche considerazione sulla gente, gli amici incontrati, le demo, il divertimento, l’entusiasmo di aver potuto partecipare a questo evento PAZZESCO, il primo in Europa, il secondo nel mondo del suo genere.

Ma oggi voglio prendermi il tempo di esporre una mia impressione generale sul fantastico nella cultura di massa, e lo farò attraverso tre aneddoti.

La generazione fantasy

Un paio di mesi fa ho letto in un gruppo Facebook di appassionati del fantastico l’intervento di una ragazza, forse sui venti anni, che rivolgendosi a suoi coetanei diceva più o meno così: “Ragazzi, noi siamo la generazione del fantasy: siamo cresciuti con Harry Potter, con le trilogie del Signore degli Anelli, con Il Trono di Spade, nel pieno del rilancio di Star Wars. E’ incredibile quanto siamo fortunati!

abbiamo vintoL’hanno attaccata in venti, credo. Tutti uomini fatti, grognard, brontoloni nerd dai quaranta in su. “Voi la generazione fantasy? Noi piuttosto siamo cresciuti con Urania, con Asimov, con i VERI film di Star Wars, con STAR TREK La Serie Originale, con i cartoni animati del Signore degli Anelli, ecc… ecc…”

Ebbene, in questa incapacità di vedere cosa sta accadendo, in questa miopia verso il mondo, io vedo un terribile difetto di quei miei coetanei: quella ragazza aveva ragione! 50 anni fa, 40 anni fa, 30 anni fa, l’amante del fantastico era un nerd isolato, un appassionato, un curioso, un intellettuale amante dei libri, piccola percentuale di una società che pensava a tutt’altro. OGGI, tutti conoscono le grandi icone del fantastico e questo si è ormai sdoganato, è diventato POP. I ragazzi di oggi sono davvero la “generazione fantasy”, perché per loro il fantasy è la cosa più normale del mondo. Quando mai avevamo visto in tv una roba come A Game of Thrones prima d’ora? Quando mai c’era stato al cinema uno spettacolo immenso come quello delle nuove incredibili saghe fantastiche moderne? DC, Marvel, Star Wars, Hobbit, Harry Potter ecc?

Ai “bei vecchi tempi” c’erano al massimo Willow, Krull, Legend e La storia fantastica. BELLI, per carità… ma qui siamo su un altro pianeta, in termini di qualità e diffusione al pubblico… Un. Altro. Pianeta.

George Martin ha rovinato il fantasy

abbiamo vintoUn paio di settimane fa discutevo con alcune persone, intelligenti e preparate sul fantastico, che da tempo propugnano una certa idea: Martin, Rowling, perfino Tolkien avrebbero rovinato il fantasy, perché -in soldoni- rimanendo autori tecnicamente “medi”, in qualche modo avrebbero trasformato una materia totalmente aperta al meraviglioso e di sua natura inclassificabile come “il fantasy” in un genere letterario incanalato, preciso, immutabile. Insomma, sarebbero stati talmente pervasivi dell’immaginario collettivo che:

– da Tolkien in poi tutti gli elfi vestono di verde e hanno le orecchie a punta, i nani bofonchiano e bevono birra, il mondo è un medioevo fantastico fatto di persone che si chiamano Erial, Eldaron e Ewin…

– da Martin in poi, il fantasy è un mondo duro e cattivo dove tutti muoiono male e la gente soffre e #maiunagioia.

– da Rowling in poi, sono fioccate le università della magia, le scuole dei semidei, i corsi serali per cavalieri della tavola rotonda, gli asili nido delle fatine.

14906892_1152151498202451_8987864733673739964_nIl ragionamento, sicuramente provocatorio, ha però per me elementi di assurdo: il fatto che un autore sia così bravo (perchè di gente brava stiamo parlando) da pervadere l’immaginario collettivo di milioni di lettori e convincerli della propria idea del fantastico “rovinerebbe” il fantasy? Diffondere il fantasy dalla ragazza di 20 anni al ragazzo di 8, dalla zia di 60 al gruppo di amici amanti del massacro sarebbe un male, perché poi loro pensano che il fantasy sia solo quello?

A questo punto perché non fare tutti delle cose senza infamia e senza lode (però diamine, eccezionalmente originali e fantasiose!), così restiamo nella stessa media: a quel punto il fantasy ne sarà di certo contento…

E’ tutto sbagliato…

14938300_1152150358202565_7115265448939533224_nUn paio di giorni fa, da dietro il bancone di uno stand del padiglione Games di Lucca, ho sentito un operatore del settore fare un discorso più o meno come segue: “E’ tutto sbagliato… Dove sono i ragazzi di vent’anni vestiti di magliette metal, con lo zaino pieno sulle spalle e lo spolverino nero, che amano davvero il gioco di ruolo? Oggi vedo solo cosplayer, bimbiminkia, e curiosi, che alla fine non compreranno niente!

Mi sono guardato attorno. Era vero… Anche pochi anni fa, ai miei primi Lucca Games, il pubblico era composto da post-adolescenti sudati con le magliette dei Ramones che potevano snocciolarti tutti i poteri dei singoli clan e bloodline di Vampiri, generazione per generazione, oppure l’intero albero di talenti dei loro personaggi di D&D 3.5 dal primo al 40esimo livello. Io stesso ero così.

14908187_1152151228202478_5198062429408371985_nA Lucca Comics 2016 c’erano LE PERSONE NORMALI. Anche i cosplayer erano diluiti nella massa, uno su dieci persone forse… C’erano padri con i figli piccoli, famiglie, coppie, gruppi di ragazzi e ragazze per conto proprio, turisti, curiosi, giocatori, alternativi, appassionati di cinema, sessantenni che andavano in giro con la maglia di Zagor…

Curiosi naturalmente, alcuni anche diffidenti, moltissimi divertiti: volevano fare parte di quel mondo che noi conosciamo così bene, e che prima era forse solo nostro. Volevano sedersi al tavolo e giocare, scambiare due chiacchiere, conoscere qualcosa di nuovo, farsi trascinare dal carnevale dei nerd.

Abbiamo vinto

E dunque, signori, mi duole dirvelo ma ABBIAMO VINTO.

Non siamo più gente strana, gente fuori di testa, perdigiorno e nerd sfigati… Il Fantastico è ormai Pop Culture. I meme che girano su Facebook citano A Game of Thrones. I bambini vanno a scuola con lo zaino di Star Wars. Splendide ragazze di 16 anni prendono il manuale di Ultima Forsan perché vogliono iniziare a giocare con le amiche, e saranno LORO le Game Master.

Sauron è caduto, l’Inverno è passato, la Morte Nera è stata distrutta, Hogwarts ha aperto ai Babbani!

Abbiamo vinto.

Adesso tocca solo che ce ne rendiamo conto…

Mauro Longo
Mauro Longo
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47 commenti

    • A dare il via alla tradizione fumettistica della città di Lucca fu la decisione di ospitare, nel 1966, la seconda edizione del Salone Internazionale dei Comics (la prima si era svolta l’anno precedente a Bordighera).

      Cito da Wikipedia, ma è da lì che prese il via quello che Lucca Comics è diventata oggi.

    • Ne sono passati 50 dalla prima edizione del Lucca Comics, anno 1966. Il Games è arrivato molto dopo, nel ’93 appunto, ma la manifestazione è comunque anziana.

  1. Non sono completamente d’accordo con alcune delle tue affermazioni.
    È indubbio che il fantastico sia sdiventato mainstream, ma resta il fatto che ciò che di eccitante e nuovo sta accadendo nel mondo del fantastico non è mainstream, perché non ha un appeal per il grosso del pubblico.
    Sul “rovinare il fantasy” (colpevole, vostro onore, mi dichiaro colpevole), il vero problema non è che
    if (Tolkien)
    then (Brooks)
    ma piuttosto
    if (Tolkien)
    then (esclusivamente Brooks)
    Fintanto che sugli scaffali si trova varietà, e fintanto che la curiosità del pubblico è stimolata, un autore popolare e bravo non danneggia il genere, ma lo aiuta a crescre.
    Se tuttavia il lavoro di quell’autore diventa il template, unico e immutabile, di tutto ciò che è sugli scaffali, allora il danno esiste.
    Ma credoche su tutto questo farò un po’ di post sul mio blog, in modo che chi lo desidera possa venire ad insultarmi là, e non creare disordine sul tuo blog 😉

    • Come sai, rispetto moltissimo la tua opinione, ma il mio ragionamento filava come un treno in direzione opposta. Aspetto con piacere il tuo approfondimento 😀
      E l’anno prossimo vieni a Lucca, altro che videoconferenze 😀

  2. Personalmente ritengo che siamo ancora molto lontani dalla “vittoria”, sempre che di vittoria si tratti e sempre che ci interessi davvero. 270 mila ingressi su una popolazione di 60 milioni di persone sono, in fondo, una goccia nel mare. Più che altro credo si sia ampliata la percezione che abbiamo di trovarci immersi in una comunità a noi affine. Grazie ai social rimaniamo strettamente connessi a persone che coltivano i nostri stessi interessi e, come succede spesso coi media, arriviamo ad avere una visione distorta della realtà. Non è assolutamente raro incontrare persone che non hanno la benchè minima idea di cosa sia un gioco di ruolo o un cosplay, persone che non hanno mai sentito parlare del Lucca Comix, nonostante sia ormai una delle fiere più famose d’Italia.

    Personalmente poi, pur essendo appassionato di dnd, warhammer, videogiochi e curioso riguardo i cosplay, a volte mi chiedo se sia davvero “giusto” mettere così tante energie in un hobby, evocare con così tanta enfasi l’immaginario, in una realtà ben magra di prospettive concrete. Non che non ci si debba divertire, per carità, ma vedere gente senza un soldo spendere stipendi interi in amenità di vario genere assolutamente superflue mi fa’ accendere la lampadina. Non vorrei che l’immaginario stia sempre più diventando un modo per evadere da una realtà che non piace. Su questo sarebbe necessario riflettere.

    • “270 mila ingressi su una popolazione di 60 milioni di persone sono, in fondo, una goccia nel mare.”
      Sara’, ma trovami altre manifestazioni che radunano un tale pubblico sulla stessa popolazione di 60 milioni di persone. Non ne viene fuori una lista molto lunga, vero?

  3. Questa tesi mi convince poco. Mi limito solo a fare un esempio riguardante il “mio” territorio fantastico di elezione, ovvero la fantascienza: quanti degli avventori di questo tipo di eventi saranno poi davvero fruitori di fantascienza, nel senso che la leggono? Quanti conosceranno, oltre ai soliti Asimov e Dick, Artur Clarke, Gregory Benford, David Brin, Charles Sheffield, Greg Bear, Larry Niven, Frank Herbert, Poul Anderson e così via?

  4. Siamo sicuri che sia una vittoria dei nerd? Ho conosciuto metallari (con la maglietta degli iron maiden e non dei ramones che è più da punkettoni) che hanno sdoganato da leader e non da secchioni marginalizzati, un mondo epico fatto di dei, mostri, incubi ed eroi. Ho conosciuto Dark che hanno sdoganato paure dell’inconscio e inquitudine gotiche con tenebre, vampiri, castelli, amore e morte. Anche loro da leader e non da secchioni marginalizzati. E tanti e tanti altri ragazzi degli anni 80 che animavano il parco giochi dell’underground. Io non mi considero un nerd, non lo sono, ma cacchio ho visto tutta la serie di spazio 1999 e letto e visto tutto quello che hai citato e insieme al sessantenne con la maglietta di zagor, penso di aver vinto anche io. È la voglia di metafisica in un mondo troppo legato alla scienza ed al cinismo del materialismo ad aver vinto. Arrendetevi “la rivincita dei nerd” è solo un film americano 😀

  5. Mah, in fondo non hai torto, sullo sdoganamento del fantastico: sulla fine degli anni ’90 un sacco di gente vedendomi leggere signore tipo Ursula Le Guin i signori tipo Tolkien. CAS, o Leiber mi chiedevano che genere di libri fosseroe quando rispondevo che erano fantasy mi dicevano : ma leggi ancora ‘sta roba da bambini? CAS e Leiber … Da Bambini…
    Ora mi dicono: ah come Game of Thrones figo !
    Il brutto che gli autori che dicevo sopra e tanti altri sono tristemente dimenticati. Però vedo che questa nuova popolarità del fantastico ha fatto bene al GDR , portando verso giochi più leggeri e accattivanti di quelli che andavano nei primi anni 2000.

  6. Lo vedo più come un pareggio.
    SE da una parte un certo interesse non è più da sfigati, dall’altro il nerd tale rimane e troverà altre nicchie inesplorate (o nicchie del fantasy, ecc).
    Perché quando un genere diventa mainstream non significa affatto che si moltiplichino i nerd, significa che è il mainstream che si appropria di un interesse dei nerd (niente di nuovo, succede col rock, col metal, con l’uncinetto, con la birra…).
    Il nerd (o il metallaro, e cmq il borderline in generale), inteso nella sua accezione intelletualoide, introversa, ecc) è più un’attitudine della personalità, gli interessi (come già ebbe a dire Signorelli ne L’estetica del metallaro) sono il mezzo di espressione, non l’essere.
    D’altronde, quando una forma di hobby, arte, ecc diventa mainstream perde la spinta oppositiva e ribelle, perde la sua venatura “sfidante” la sua alterità e quindi gran parte di quei linguaggi che mettevano in contatto sensibilità affini.
    Poi ovviamente esiste un problema di anagrafe.
    I nuovi “adepti” non sono i “vecchi”, sono cresciuti in un mondo diverso e se da una parte sono anche più informati, dall’altra non concepiscono la storia, l’identità, parte che è sempre stata fondamentale di qualsiasi cultura underground, sia essa tolkieniana, punk o metallara.

    Detto questo Lucca è sempre un piacere, le volte cui vado.

  7. A me, di base, non è mai andato a genio il distinguo fra “noi” e “loro”, soprattutto quando riscontro in certi nerd/sfigati/strani ecc. (mi metto nel mucchio, eh?) un narcisistico neppure-troppo-velato autocompiacimento della loro “diversità” (che, in ultimo, non è affatto tale). Soprattutto se incoraggia certe piccole sociopatologie che, ammettiamolo, per “crescere” e rapportarsi correttamente, urbanamente, in modo sano con l’altro-loro-da-sé è assennato superare.
    Inoltre mi domando se piuttosto che una vittoria, un affermarsi del fantastico come “pop” e “cultura”, “NOI” non siamo tristemente & soltanto diventati un mercato, un cliente… per giunta facoltoso, considerato quanto denaro investiamo nel superfluo. Un polletto molto grasso, spesso ahimè con assai poco criterio e senso critico, ed entusiasta di farsi spennare dal puro & semplice spettacolare.
    Ma credo di aver capito il concetto di fondo di questo post e, insomma, tutto sommato lo condivido.

    • Capisco il riferimento al narcisismo malato, ma in fondo essere nerd era semplicemente una scelta di appartenenza non più che essere “punk” (virgolette d’obbligo) dark o qualcos’altro quando avevo 15 anni io (fine anni ’80).
      Personalmente non mi fregava una beneamata di essere “di nicchia” allora né accolgo come una benedizione il fatto che fantasy e science fiction possano essere diventati popolari, elitismo e popolarità non sono mai stati obiettivi che mi interessano.
      Faccio quello che mi piace e se piace a pochi ne parlo con pochi, se piace a tanti ne parlo con tanti, amen.

      Detto questo sono però molto contento del fatto che serie come GoT o i giochi di ruolo in generale siano più diffuse perché SONO BELLE. Secondo me GoT è una gran serie tv, ben scritta e avvincente e più gente l’apprezza più sono contento ma per loro, non tanto per me.

  8. e perché non qualcuno non dovrebbe essere fiero della propria diversità?
    c’è una ragione per cui bisogna sforzarsi di essere tutti uguali (e non cado nel pistolotto sociologico)?
    lo fanno tutte le minoranze che si sentono più o meno emarginate. tutte. però le accettiamo nei temi importanti, senza considerare che in realtà è una dinamica antropologica inevitabile.
    ed ovviamente tutto questo non significa comportarsi in modo scorretto, ma rivendicare una propria dimensione, fare gruppo.
    spesso certo c’è un riflesso di rivalsa verso un mondo mainstream che non capiva, ed ora si pensa (erroneamente) che capisca.

  9. Hai scritto un sacco di menate, se da dopo Tolkien tutti gli elfi son vestiti di verde, sarà forse perché è piaciuto talmente tanto che ha imposto un canone? Tu sai cos’è un canone? Forse no. A me sembra solo una rosicata di quelle colossali, contro gli autori più famosi. Vorresti avere il successo che hanno loro eh? Però prima devi almeno imparare cos’è un canone… Il Fantasy non è una divinità ma un genere lettaerario, fatto dagli autori che ne scrivono. Non è colpa di nessunoi se quello che scrivi te non piace. Oltretutto hai messo la foto della tipa che tutti abbiam pensato che fosse cagata non per il costume, ma perché era gnocca, c’erano costumi molto più belli a Lucca. Ascolta un consiglio, lascia stare i blog, non fanno per te.

  10. Ciao Mauro,

    Non potrei trovarmi più d’accordo, il fantastico sta diventando mainstream, come il rock degli anni ’90 è patrimonio popolare.
    Ricordo io come si evitava accuratamente di menzionare i giochi tra i propri interessi al primo appuntamento. Suonare la chitarra era (è) figo, D&D era da strambi. E in parte era anche vero, anche se dalle mie parti le megacompagnie provavano la scatola rossa anche nelle polisportive.
    Ho avuto un buco di 12 anni durante i quali non ho toccato un dado e quando sono “tornato” ho subito riscontrato una ventata d’aria fresca. Lo si nota nelle meccaniche semplici e lineari dei giochi, nei regolamenti colorati, nei ragazzi vestiti alla moda che non si sono ripassati il regolamento prima della partita. Ho ben chiaro il modello di nerd hardcore che descrivi, che si cibava di Conan il barbaro e Erik il vichingo. La nostra generazione non è da sottovalutare, ha vissuto capolavori assoluti come E. T. e Stand by me, ma oggi quelli che erano passatempi per pochi paiono aver scavalcato la palizzata grazie a sinergie impensabili un tempo.
    Con stima, Mattia.

    • A ben pensarci anche La Storia Infinita, a suo tempo, e’ stato un film parecchio mainstream.
      Al massimo qualcuno lo poteva considerare un film per ragazzi che pero’ sono andati a vedere un po’ tutti. Altrimenti non avrebbe fatto quei numeri.

  11. Articolo pieno di spunti e interessante. Dalla prospettiva di un 40 enne “mezzo sangue” un po’ curioso, un po’ nerd , un po’ … …, condivido pienamente la tua conclusione, ma trovo opinabile alcuni punti.

    – vero quel che dici ed è vero che alcuni autori molto influenti, hanno delineato e reso forti alcuni clichè “elfi, nani”, ma riguardo “trono di spade” prendo distanza dalla tua opinione. Questa saga ,come più volte affermato in varie dichiarazioni, non è mai stata definita un storia fantasy da stereotipo, ma una panoramica, un excursus, su come il medioevo fosse realmente, contaminata ovviamente da elementi fantasy. Quindi non possiamo annoverare questa saga al genere fantasy nella sua più pura accezione, attribuendo così delle responsabilità. “mia umile opinione”

    – La persona del padiglione: trovo che sia la sua affermazione ad essere tutta sbagliata. Ragazzi con magliette metal? Gli stili cambiano. Oggi i 20 enni preferiscono la maglia ad es: di joker, di un personaggio di “lol”, da indossare in questi contesti. Le maglie metal le indossano nella loro quotidianità. Riguardo la sua lamentela che queste generazioni non comprano nulla. Forse la domanda è cambiata? forse c’è troppa speculazione. Si è dimenticato il “core” reale di questi eventi?Diciamo che i 20 enni nella loro emancipazione non sono più clienti sprovveduti.
    Mi fermo, anche se desidererei disquisire ancora e approfondire , ma credo di essermi dilungato ed aver annoiato fin troppo. Ho provato ad esser più sintetico possibile a discapito della bella scrittura. Rinnovo i miei complimenti.

  12. Faccio parte di quella generazione di “Vecchi” oramai, quella che il Fantasy lo ha scoperto, con Tolkien, Brooks, i primi Star Wars, i manuali di giochi di ruolo presi in america, i fumetti sfogliati in edicola senza sapere chi fossero gli autori e aspettando settimane per un numero…
    E ogni volta che sento quelli della “mia generazione”, fare discorsi come quelli che hai riportato su, ho un conato di bile. Come se il fatto che ora quello che era “nostro” sia noto “alle masse” li offendesse, li privasse di un segno distintivo…
    No, non è così. Siamo state due generazioni che hanno vissuto e fatto il Fantasy, in modi diversi. Noi siamo stati i Pionieri, quelli che in mezzo al nulla e all’ignoranza, si sono aperti la strada in una Terra Selvaggia, come i primi esploratori del Far West Americano, per trovare un posto dove nessuno era mai stato dove mettere casa. “Loro”, questa generazione del “fantastico per tutti” sono quelli che in quelle Terre Selvagge stanno mettendo su casa, famiglia, costruendo strade e città. Loro sono la Generazione che hanno il Fantasy. Noi quella che l’hanno scoperto.
    E da Pioniere, posso solo essere Fiero di quello che è cresciuto su quella strada che abbiamo aperto! E chi non lo è… beh, è solo un vecchio barbuto sulla sedia a dondolo che spara a chi si avvicina alla sua baracca oramai marcia…

  13. Tolkien ha rovinato il fantasy come Dante Alighieri ha rovinato lo Stil Novo e Shakespeare ha rovinato il Teatro Elisabettino.
    Terribile!

    • Anche a me sembra eccessivo, ma se preso nel verso giusto è un interessante spunto di riflessione. Credo che l’autore volesse far notare come certi autori grazie a un lampo di genio o a un lavoro maniacale, abbiano creato degli stereotipi letterari (eh si, anche le società immaginarie sono piene di pregiudizi) che purtroppo possono frenare il lavoro creativo di altri autori. Ovviamente una buona opera non dipende solo da quanto è interessante il nuovo mondo che ci viene proposto, tuttavia quando un elemento è estremamente radicato nell’immaginario collettivo, diventa un azzardo proporre qualcosa di nuovo. Se mi è concesso un esempio, da quando è uscito Lo Hobbit e tutti i libri di Tolkien nessuno aveva osato sovvertire la naturale idea dell’orco brutto e cattivo, solo Stan Nicholls nel 1999 con la sua trilogia, e pochi anni dopo la Blizzard particolareggiando la storia dell’universo di Warcraft, dove all’inizio gli orchi non erano propriamente cattivi, bensì dei conquistatori.

  14. Scusa se mi permetto, ma abbiamo vinto su chi?

    Ho 26 anni ed un fratello di 35… e da lui ho capito una cosa:

    l’unica cosa interessante del mondo fantastico era quella di essere “luogo” per pochi, quelli giusti, quelli di cuore puro e nobili intenzioni, quelli che delle tendenze pop fregava cazzo. Impavidi sostenitori di una cultura alta, forse troppo importante per essere alla portata di tutti.. fuori portata soprattutto di bulli e pupe.

    Lo vuoi un paragone?.. Il Sushi.

    Il Fantastico e i “fantastici” hanno subito lo stesso triste declino culturale del sushi.

    Un vero maestro sushi, solamente dopo 10 anni di osservazione, studio e disciplina, poteva permettersi di toccare il riso e cominciare a prepararlo. Oggi il sushi è sdoganato, lo preparano cani e porci, è diventato POP come dici tu, perdendo completamente la sua tradizione e prelibatezza. Pensi che il sushi abbia vinto solo perché popolare?

    Ho un opinione riguardo il tuo articolo altrettanto POP che fomenta bimbiminkia, webeti e i più grandicelli con il prosciutto di fronte gli occhi, ed è:

    Il rilancio di Star Wars ed i suoi nuovi film… fanno schifo, l’autrice di Harry potter si è sganciata dalla saga perché le major le imponevano trame, modifiche sostanziali e soprattutto sequels basati su studi di marketing, Game of thrones è avvelenato ed alimenta il mondo bieco della pubblicità (non del proprio merchandising) e questo, e sottolineo questo, è il vero tarlo della nuova generazione Fantasy.. ovvero il profitto dei grandi numeri della pubblicità generalista a discapito del vero spirito Fantasy. Da 10 anni a questa parte, il genere è costruito appositamente per far innamorare e rincoglionire qualsiasi 20 enne per sfruttarlo (ps, hai dimenticato Twilight, parte davvero importante di questa generazione Fantasy)

    Concludendo.. non abbiamo vinto.. c’è l’hanno messa nel sedere.

  15. Mi piacerebbe avere la tua stessa visione della cosa e la tua positività, ma da amante dei fumetti in generale, e appartenente a questo mondo fatto di fiere e di ritrovi tra appassionati da ormai troppo tempo, non riesco proprio a definirla una vittoria. E probabilmente mai ci riuscirò.
    Sono davvero molto contento per le nuove generazioni di VERI appassionati, perché troveranno nella loro strada molta più comprensione riguardo le loro passioni di quanto abbiamo trovato noi “sfigati” un po’ più vecchi. Ma le fiere del fumetto erano tutt’altra cosa.
    Era quel momento magico dell’anno (o anche meno, a seconda di quanti spostamenti ti facevi) dove andavi a vedere, comprare, travestirti dai tuoi eroi preferiti, e soprattutto conoscere gente. Molti dei miei più cari amici che al momento ho li ho tutti conosciuti proprio così, a una fiera. Non torno a uno di questi eventi da due anni peroprio perché, purtroppo, non riesco pià a trovarci quel senso appagante di ritrovarmi in un ambiente MIO, ma è diventato un po’ come andare a girare per il centro del mio paese. Anche se per Lucca è normale, visto che si tratta effettivamente del centro di un paese, ma purtroppo non si limita solo a questa fiera. Tanta gente che viene per curiosità, perché ormai è diventata anche quasi una moda. Ma quelli a cui effettivamente interessa, quelli che la considerano VERAMENTE una passione, in mezzo a quella folla incalcolabile di persone, sarebbero da cercare con la lente di ingrandimento.

    Questa è sicuramente una grande vittoria per le nuove generazioni di veri appassionati. Ma per quanto mi riguarda, Sento discretamente la mancanza delle persone “vestite di magliette metal, con lo zaino pieno sulle spalle e lo spolverino nero”. Quelle stesse persone che ti snocciolavano tutti i poteri dei clan e con cui potevi fermare a parlare.

  16. mah il fantasy ha avuto il suo splendore anche prima di adesso… non pensare agli anni 80 dove i nerd erano quello che tu dici (e onestametne mi manca quell’esclusività del mondo nerd 🙂 ma sono “elitario” quindi non faccio testo) ma negli anni 60 e 70 il signore degli anelli aveva tutt’altro peso anche “intellettuale” (e non parlo di come è stato travisato in italia ma nel resto del mondo) quindi dire : siamo la generazione del fantasy beh è una forzatura da “ventenne”… cosi come me quarantenne 20 anni fa dicevo “siamo la generazionee di stasr trek”… non era assolutamente vero

  17. Questo articolo ha fatto 45mila visite in due giorni 😀 Grazie a tutti quelli che lo hanno condiviso, commentato, apprezzato.
    Fin quando la discussione mantiene toni civili tutti i commenti sono benvenuti, soprattutto quelli che non sono d’accordo con le mie considerazioni.
    Aggiungo solo una cosa: Della concezione “alta” ed elitaria del fantasy e del fantastico a me importa poco o nulla. Apprezzo molto di più (o addirittura solamente) quello che ha la forza di arrivare alle masse. E ovviamente ha della “qualità” intrinseca. “Si stava meglio quando si stava peggio”, “Ai miei tempi i draghi avevano le zampe anche davanti” e “la vera fantascienza era quella di mio nonno” per me sono concetti assurdi…
    Negli anni ’90 c’erano quelli che dicevano “Io i Litfiba li seguivo dal primo album… da El Diablo in poi mi fanno schifo e sono diventati commerciali.”
    Bene, grazie della vostra opinione, ma qui si festeggia il fatto che il fantastico sia diventato nazionalpopolare. Chi vuole rimanere a vedere Star Wars solo nella primissima versione vhs non rimasterata e Il drago del lago di fuoco lo può fare tranquillamente. Il mondo intanto passa sgommando e fa “ciao ciao” con la manina!

  18. L’Iliade e l’Odissea contano come cultura del fantastico nell’immaginario collettivo??? alla fin fine uno degli scopi di Tolkien era di produrre una specie di risposta norrena alla mitologia Greco-Romana…
    …e le favole, contano?
    Ci sono poi le Storie Vere di Luciano di Samosata… e piu’ di recente la Divina Commedia e l’Orlando Furioso…
    Forse e’ stato durante l’era industriale che a poco a poco il fantastico si e’ un po’ ritirato dalla cultura popolare, ma a ben guardare, nel lungo periodo c’e’ sempre stato…

  19. Sono d’accordo, è una vittoria. E’ una vittoria che il genere fantastico sia stato sdoganato anche in Italia. E’ una vittoria che il mercato si sia ampliato. E’ una vittoria che uno scrittore che scrive fantastico non sia più considerato per ciò solo uno scrittore di serie B. E’ una vittoria che il pubblico del fantastico non sia più considerato un pubblico di serie B.
    Non credo agli astiosi grognardi che godevano del loro elitarismo, del loro essere underground sempre e comunque e che ora sono orfani di una ragione di esistere. Oggi la strada è meno stretta, sia per il ciarpame che per gli autori validi. Come è sempre accaduto nella storia, il ciarpame sarà dimenticato e gli autori validi (la minoranza, su questo non si discute) rimarranno.

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