Ranxerox – il Frankenstein italiano completamente svalvolato

Ranxerox

Ranxerox è il folle e violento personaggio creato da Stefano Tamburini. Un’ampia disamina della sua storia editoriale, scritta da Alessandro Viola.

Il grande ritorno di Alessandro Viola su queste pagine è stavolta dedicato a un fumetto: un fumetto folle, violento, drogato e psichedelico come quelli che fioccavano in Italia negli anni ’70, frutto del miglior sperimentalismo e – purtroppo – anche delle peggiori vicende biografiche degli artisti di quegli anni.

Poche chiacchiere, ecco…

Ranxerox – Un tipo così non sarebbe mai riuscito ad invecchiare

ranx1La prima volta che ho visto la sua faccia, o meglio, il suo brutto muso, è stato al cesso.
Non può essere stato un caso: evidentemente il nostro primo incontro non poteva che avvenire nel cesso della scuola media che all’epoca frequentavo.

La mia prima impressione era che fosse una figurina appiccicata sul muro, ma a posteriori forse era un ritaglio di un giornaletto incollato lì.

Poco importa.

Quella faccia da incazzato con tutto e con tutti, col naso piccolo e schiacciato, gli occhialini da saldatore, il mascellone, i capelli spettinati, la bocca con le labbra nerastre, sempre con l’espressione di quello che urla costantemente la sua rabbia in faccia al mondo, non si dimenticano certo facilmente.

Io di lui non avevo capito niente nel dettaglio, ma avevo colto subito quello che rappresentava: la ribellione senza senso e senza confini, al di fuori di ogni convenienza, senso e logica. Ribellione completamente sgrammaticata e politicamente scorretta che più scorretta non si può.

Manco a farlo apposta, lo stesso brutto muso mi aspettava, sempre appiccicato qua e là sui muri del cesso, anche alle superiori.

Evidentemente era lì che si sentiva a suo agio!

Ranxerox. Cosi’ si chiamava… o meglio, per un po’ si era chiamato Rank Xerox e poi, dopo le minacce di querela da parte della omonima multinazionale dell’elettronica, è diventato RanXerox, o Ranxerox, o anche, familiarmente, Ranx.

Io però all’epoca non mi potevo permettere di leggere molti fumetti, per cui non ho mai fatto veramente conoscenza con lui, fino a pochissimo tempo fa.

Quasi per caso mi sono trovato recentemente tra le mani un esile volumetto a colori (Ranx 1, per la cronaca), dalla cui copertina mi guardava lo stesso brutto muso che avevo incontrato per la prima volta nei cessi della scuola media, ignorante e incazzato come sempre: non era invecchiato di un giorno.

81IZqNqyp9LMi sono addentrato nel dedalo delle pubblicazioni e in breve mi sono ritrovato tra le mani l’opera omnia di Ranxerox, più molte delle pubblicazioni in altre lingue o in riviste varie (tra la quali non posso non citare Il Cannibale, Il Male e Frigidaire in italiano e, forse in modo ancora più significativo, Heavy Metal in inglese, che ha in pratica aperto le porte dei mercati e dei fan internazionali a questo personaggio incredibile).

In generale, mi sento di riassumere l’esperienza di tenere in mano l’opera omnia di Ranxerox così: è proprio poca roba.

C’è sul mercato anche una (bellissima) edizione integrale di TUTTO Ranxerox (compresi anche diversi episodi dimenticabili e quasi-apocrifi) ed è composta in tutto da 208 pagine, incluso il sommario e la pagina con i ringraziamenti e i diritti d’autore.

Possibile che con così poco materiale si sia creato un personaggio dei fumetti così chiaramente definito e tuttora così riconoscibile e riconosciuto in mezzo mondo?

A ben pensarci, negli anni Settanta (quando è nato Ranxerox) sono passati come delle meteore svariati artisti, specialmente musicisti, ma anche scrittori, pittori e fumettisti, che hanno lasciato un segno profondo nella storia ma hanno anche “bruciato” le loro giovani vite in pochissimo tempo. Ecco, Ranxerox è un po’ come loro. E, se guardiamo bene, anche i suoi autori e disegnatori hanno in qualche modo seguito lo stesso cliché, purtroppo.

Con tutte le sue stranezze sopra le righe, gratta gratta, Ranxerox è un personaggio che ha molto di autobiografico, ri-purtroppo.

RanxeroxIn qualche modo Ranxerox potrebbe essere uno di quegli amici o conoscenti che abbiamo avuto un po’ tutti e che hanno trascorso la loro gioventù con l’acceleratore a tavoletta, correndo a tutta velocità e senza pensarci per un solo istante verso la loro fine prematura, come falene attratte inesorabilmente da una candela. Sono certo che in questo momento, leggendo queste righe, state ripensando a loro e alle loro ahimè brevissime vite. Brevissime vite, ma nonostante questo non ce li possiamo dimenticare.

Quegli amici, quei conoscenti resteranno nella nostra memoria per sempre, pronti a saltare fuori di nuovo quando meno ce l’aspettiamo.

Come Ranx.

ranxgros-originalevalRanx è nato verso la fine degli anni Settanta, in un periodo decisamente tragico per l’Italia, ed è morto nei primi anni Novanta (come anche, purtroppo, i suoi creatori)… era innegabilmente uno di quelli che si vedeva subito che non sarebbe mai arrivato ad invecchiare.

Non sarebbe mai diventato “il vecchio Ranx”, il compagnone di mille avventure. Non aveva la stoffa di quello che sopravvive a tutto, purtroppo, ma di quello che si brucia in poco tempo, sempre arrabbiato col mondo, sempre di corsa, sempre intrappolato in qualche ingranaggio nonostante ogni suo tentativo disperato quanto velleitario di liberarsi.

Poche avventure, e nemmeno tutte buone… eppure non ci possiamo dimenticare di lui.

E’ un archetipo!

C5DyZpTWYAAjlHZRanxerox è forse il personaggio dei fumetti più politicamente scorretto di sempre: le sue storie in italiano sono un’orgia di violenza, sesso, pedofilia, droga, bestemmie, humour nero, misoginia, scurrilità e perversioni stile basso Impero. Tutto rigorosamente insensato.

Nelle versioni in altre lingue praticamente le bestemmie spariscono, anche se il linguaggio scurrile rimane. Nelle versioni in francese il sangue da rosso diventa rosa, forse per indorare un po’ la pillola della violenza. Qua e là, nelle versioni per l’estero, una parte di qualche vignetta viene in parte tagliata e, per compensare, quello che non e’ stato tagliato viene ingrandito, con degli effetti piuttosto inguardabili.

La prima serie di storie di “Rank Xerox il Coatto” è presentata così:

“Banana comics è lieta di presentare un fumetto pieno di violenza gratuita!”

ranx_02_emb8Uscirà a puntate, un po’ ne Il Cannibale, un po’ ne Il Male, tutta in un bianco e nero “ignorante”, con testi di Stefano Tamburini, che nel disegno a volte si è fatto aiutare da Andrea Pazienza e Tanino Liberatore.

In queste storie, ambientate in una Roma dieci anni nel futuro (che all’epoca era il 1988…) divisa in “livelli” (che sembrano riferirsi piu’ ad una divisione classista della città che a livelli di abitazioni sovrapposti, che non sono molto evidenti), impera l’humour nero accoppiato alla violenza insensata, compresa quella contro i bambini, che saranno uno degli obbiettivi di Ranx durante un po’ tutta la sua “carriera”.

Ranx è innamorato di Lubna, una dodicenne dal corpo acerbo ma stronzissima, troia e drogatissima, che lo fa impazzire con i suoi capricci. Lubna è ricca di famiglia e viziatissima, ma preferisce vivere per conto suo, tormentando Ranx con le sue richieste assurde e i suoi sbalzi d’umore.

ranxerox-03Ranx è un androide, regalo di compleanno di Lubna, costruito da uno del Movimento Studentesco (uno studelinquente…) con i pezzi di un fotocopiatore (per l’appunto) Rank Xerox fregato durante un’occupazione, ai quali ha aggiunto altre parti “bioelettroniche”.

E’ fortissimo e instancabile, ma ha un punto debole: la testa. La calotta cranica si svita facilmente e, sotto, le componenti elettroniche sono delicate. Durante le sue avventure (incluse quelle “a colori” che vedremo poi) vedremo parecchie botte in testa e sostituti di fortuna della calotta cranica (cappelli da cow boy, coperchi di scatole di biscotti, parrucche bionde, cappelli da vigilante con visiera tipo YMCA…)

Ranx verrà “rotto” e riaggiustato a più riprese praticamente in tutte le sue storie.

Il centro delle vicende di Ranx è Lubna, che di volta in volta ha pretese assurde (tra le quali, spesso soldi e droga a palate, mentre a Ranx le droghe non fanno alcun effetto, ma si fa di Vinavil!), oppure sparisce e bisogna ritrovarla (e di solito se la sta spassando con qualcun altro).

Come contorno ci sono anche le sue amiche altrettanto stronzissime, troie e fuori di testa, che conosceremo meglio nella serie “a colori”.

Non sono solo Lubna e Ranx ad essere fuori di testa, drogati, sessocentrici, schifosamente egoisti e violenti, ma tutto il mondo che li circonda è impazzito… forse anche più di loro.

Credo si possa dire che nella serie “in bianco e nero” si è creato il personaggio, si sono sperimentate un po’ di situazioni e di possibili temi (che si ripresenteranno nella serie “a colori”), ma se la produzione di Ranx fosse rimasta sempre così, oggi non sarebbe quel simbolo indimenticabile e internazionale che è, ma forse solo una nota a pie’ di pagina della storia del fumetto italiano contemporaneo.

Ranx diventa quello che è con il ciclo di storie successivo, dove il bianco e nero viene sostituito dal colore e dove Tanino Liberatore diventa il padrone del disegno, mentre Stefano Tamburini rimane autore dei testi.

tanino-liberatore-frank-zappaRanx diventa così una michelangiolesca massa di muscoli con le vene in risalto sottopelle e la sua iconografia colpisce talmente tanto i contemporanei che Frank Zappa (mica pizza e fichi!) si farà ritrarre sulla copertina di Man from Utopia con le fattezze di Ranxerox, occhialini inclusi.

Praticamente il “ciclo a colori” che riassumerò più sotto è “tutto” Ranx… e anche troppo, visto che l’ultima parte non ha veramente aggiunto niente di che.

Il primo episodio a colori si intitola semplicemente “RanXerox” e comincia con Lubna in crisi di astinenza, sempre nella Roma “multilivello” del futuro, ma questa volta ritratta più come una metropoli internazionale, praticamente senza più personaggi che parlano in romanesco. La sarabanda li porterà prima da un pittore d’avanguardia telepate (!) che fornirà la droga a Lubna, ma poi le farà “spegnere” RanXerox e la rapirà. RanXerox, danneggiato da una caduta da una macchina in corsa, ricattato, andrà in un bar alla moda e, collegandosi ad un amplificatore, farà partire un’onda sonora così forte da far scoppiare il cervello agli astanti. L’unico a salvarsi è un giovane critico d’arte, figlio del pittore di cui sopra e suo principale stroncatore, nonchè l’obbiettivo dell’attentato che RanXerox è stato obbligato a fare per salvare Lubna.

rx-lubnaRanx torna dal pittore telepate che, subito prima che Ranx gli spezzi il collo, gli rivela che Lubna è stata portata a Lampedusa. Ranx fugge saltando dalla finestra e si ritrova per strada male in arnese. Fortunatamente passa di lì Martina, un’amica stronza e troia di Lubna che è anche una studentessa di cibernetica (!), risistema Ranx, gli fa fare una “prova su strada” e poi lo lascia andare a Lampedusa.

Il viaggio sarà una carneficina e finalmente a Lampedusa Ranx penetrerà nella casa dove Lubna è stata portata: la casa di Mister Volare, un ex-cantante di grido che porta una maschera sulla faccia e ora proprietario della più importante multinazionale dello spettacolo del mondo. Ranx entra spaccando tutto, ma in realtà Lubna è seduta tranquilla con Mister Volare, parlando di soldi. Mister Volare aveva chiesto al pittore telepate di ingaggiare Ranxerox per lui, ma il pittore tossicomane ha fatto un casino per voler approfittare dell’occasione per far uccidere il figlio critico.

L’azienda di Mister Volare è in crisi perchè non sanno più quale revival di quale anno fare e hanno deciso di giocare la carta “Fred Astaire”! Per questo progetto Ranx è perfetto perchè può in poco tempo incamerare le nozioni di tutti i film e balletti di Fred Astaire nella sua memoria di automa.

ranxeroxcLa serata della prima sta andando alla grande, con Ranx che balla esattamente come Fred Astaire nonostante il corpo da gorilla che si ritrova, ma nota che Lubna vuole baciare Mister Volare e non resiste più: lo fa a pezzi e poi se ne va sculacciando sonoramente Lubna.

Il secondo episodio a colori si intitola: “Buon compleanno, Lubna!” e si apre con Ranx e Lubna che vivono a New York, Ranx che fa il tassista e Lubna che fa la baby sitter per poter pagare a fatica l’affitto, le bollette, e soprattutto la droga di Lubna, che fa sempre i capricci da ragazzina superviziata e, soprattutto stra-stronza. E’ il suo compleanno e VUOLE un regalo “pazzesco” (o lo mollerà, o così dice).

Prima Ranx se ne va in giro con Timothy, un fotografo maniaco che ama fotografare incidenti mortali, poi trasporta col suo taxi una cliente annoiata (e stronza anche lei… diciamo che Ranx non è l’inno al femminismo…) ad un party “alternativo” (il party di Enogabalo) pieno di “celebrities” e “intellettualoidi”.

La donna e’ in vena di “emozioni forti” e paga Ranx per del sesso al cesso, ma finisce piuttosto male per lei. Ranx si infila anche al party di Enogabalo, dove sul tavolo del buffet ci sono collinette di eroina, e Ranx fa il solito massacro (includendo anche una scimmietta, tanto per non risparmiare anche gli animalisti). Enogabalo, un regista esangue vestito da antico romano e rotto ad ogni vizio, nota subito gli exploit di Ranx e, pagandolo bene, gli propone di rifare la corsa delle bighe di Ben Hur in chiave moderna: lui contro “I ragazzini criminali” un gruppo di ipnorock in ascesa. La sfida, stile “TV verità” (solo che I ragazzini criminali usano il mitra) ha inizio, tra scorrettezze varie, fino al disastro finale, con entrambe le macchine trasformate in un unico ammasso di lamiere in fiamme, mente Ranx la scampa per un pelo.

Timothy il maniaco ci lascia le penne felice di aver vissuto la sua fantasia folle.

Il finale è per Ranx e Lubna, felicissima per l’eroina e i soldi, che se ne tornano a Roma in aereo.

ranxerox_liberatoreIl terzo episodio a colori e’ “Be bop a Lubna” e si apre, come al solito, con Ranx e Lubna in un appartamentino, che tirano a campare stentatamente. Lubna come al solito è in cerca di droga e se ne esce con le sue amiche fuori di testa, alle quali confessa di “amare Ranxerox come sua madre ha amato la sua prima lavastoviglie”.

Tra le sue amiche questa volta c’è anche Carmen, una piccola delinquente di tre anni e mezzo (“sorella de Carlone l’assassino”) che le porta ad un appartamento dove si possono drogare in santa pace, senonchè la “piccina” apre per sbaglio una porta oltre la quale c’è un omone con due teste: una grande, stupiddissima, violenta, fanatica di Elvis e in controllo del corpo, e una seconda testa più piccola, che ragiona in modo equilibrato, ma può solo parlare e provare a tranquillizzare quella più grande. Il mostro è il prodotto di un farmaco che la madre ha preso durante la gravidanza. Segue solito macello col mostro armato di sega elettrica che insegue le ragazzine (ree di aver detto che Elvis fa schifo) finchè non si scontrerà con la banda di mocciosi assassini amici di Carmen, che lo faranno a pezzi crudelmente.

Alla fine sono di nuovo tutte a guardare la TV assieme a Ranx, che in questa puntata si è visto poco o nulla.

Il quarto episodio a colori (“I, me, mine corporation“) è l’ultimo in “formazione tipo”, ovvero con Stefano Tamburini ai testi e Tanino Liberatore ai disegni e colori. Quattro “soli” episodi che hanno definito un archetipo.

Ranx è da solo in camera sua e si vede che non sta per niente bene: Lubna lo ha lasciato. La piccola Carmen gli consegna una videocassetta da parte di Lubna che gli comunica che ha trovato un uomo vero, che le può dare quello che un robot non potrà mai darle e lo invita a smettere di cercarla. Ranx si mette a spaccare tutto e si mette subito alla ricerca.

369aacce18843aebe244407bb4881fc9Lubna ha ormai quindici anni, sta cercando di disintossicarsi e se la spassa con Marsi Roentgen, un ricco e viziato ragazzo parassita, poi prende il taxi e va a battere cassa da suo padre. Ranx è impegnato in una rissa per la strada e vede passare Lubna in taxi, così massacra gli occupanti di un’automobile, gliela ruba e parte all’inseguimento. Lubna nel frattempo è arrivata in cima al grattacielo dove c’è l’ufficio di suo padre, che è a capo di una multinazionale del farmaco che ha appena scoperto il rimedio alla psicopeste spaziale (morbo fucsia) che ha contagiato anche il Presidente degli Stati Uniti.

Ranx spacca tutto ed entra in ufficio dove il padre di Lubna lo centra con una fucilata, ma Ranx, vedendo Lubna, perde la testa e si strappa i sensori per non sentire più il dolore per essere stato abbandonato… e alla fine, proclamando il suo amore, si strappa dal petto una pompa (il suo cuore robotico, evidentemente) e muore.

Purtroppo in molti sostengono che ci sia molto di autobiografico in questa scena, viso che Stefano Tamburini morirà di overdose a trent’anni, pochi mesi dopo aver scritto questa scena, e pare avesse sofferto molto per amore.

L’episodio dura qualche altra pagina, giusto il tempo perchè Lubna molli il suo nuovo boyfriend, che però ha scoperto che il padre di Lubna in realtà è sua madre che ha nascosto la morte del marito e lo ha segretamente sostituito ai vertici dell’azienda. S’intuisce un possibile ricatto.

Ecco, probabilmente in metà del materiale contenuto in questi quattro episodi “a colori” c’è la “magia” svalvolata e blasfema che ha fatto di Ranx un archetipo che ha raggiunto e affascinato perfino Frank Zappa. Una specie di Frankenstein moderno, fatto di transistor, amore folle e violenza.

Forse meno di cento pagine.

Cose da non credere.

1513078La storia però è rimasta in sospeso dopo la tragica fine di Tamburini, Ranx è sempre un mito internazionale e, a distanza di circa dieci anni, Alain Chabat riprende in mano la penna, sempre con Tanino Liberatore ad occuparsi del comparto grafico. Nasce così un nuovo episodio che vuole essere il completamento del precedente: “Amen!”

Ranx viene ricostruito dall’organizzazione del padre di Lubna per essere il veicolo per il vaccino da consegnare al Presidente degli Stai Uniti, colpito dal terribile morbo fucsia.

Ranx è vestito con una lunga tonaca ed è pronto ad imbarcarsi al porto di Napoli. Come al solito macella a destra e sinistra, ma subito dopo compie una specie di gesto benedicente e dice: “Amen!”

Nel frattempo Marsi, l’ex-boyfriend sedicenne di Lubna, si sta trombando una, che lo ammazza.

PlancheA_11960Sempre nel frattempo, Lubna è con le sue amiche, tra le quali una sta facendo un servizio per “Vogue Teppista”, ed è di nuovo in crisi di astinenza. Vanno comunque alla sfilata di moda (disgustosa) e lì trovano il fratello del mostro con due teste, che in quell’episodio aveva perso un braccio. I suoi scagnozzi tirano fuori le armi, ma lui sembra prenderla flemmaticamente e offre cocaina, sulla quale le ragazze si buttano, poi comincia a sparare. In quel mentre, la sala della sfilata è devastata da un’esplosione. Lubna è gravemente ferita e “trova” rocambolescamente posto in un elicottero che la porta via.

La scena torna ancora sulla nave dove c’è Ranx-prete che è alle prese con una confessione, mentre un commando lo assalta: con un colpo di fucile a pompa gli fanno saltare un braccio e con una sprangata gli aprono la testa. Stanno cercando di recuperare l’antidoto al morbo fucsia che è nel suo corpo. Ranx e a terra, ma ripensa a Lubna e, pur malridotto, si rialza e parte un altro massacro. Finito il massacro, Ranx viene rabberciato alla bell’e meglio e rispunta la sexy-killer di Marsi, ma anche lei viene fatta a fette.

Nel frattempo il Presidente degli Stati Uniti sta sempre peggio e il padr… madr… ehm… genitore di Lubna sta monitorando la situazione per guadagnarci il massino possibile (e di Lubna se ne frega).

Nel frattempo sulla nave dove c’è Ranx ormai in formato telepredicatore delirante, c’è una setta pseudo-mistica il cui capo predica il suicidio collettivo. Ranx uccide il capo della setta e poi se ne scappa con un altro, ma una enorme porta automatica di sicurezza si chiude su di lui, tranciandogli il collo.

Il Presidente degli Stati Uniti, senza il suo vaccino, viene sostituito con un colpo di stato autoritario, Lubna si riprende lentamente di Ranx è rimasta solo la testa che funziona come una radiosveglia da tenere sul comò, richiamando un’immagine della serie in bianco e nero.

PlancheA_6440Anche tralasciando i troppo numerosi “cambi di scena”, che creano confusione, direi che è evidente che questo episodio non solo non ha aggiunto niente, ma non centra nemmeno granchè con la “poetica” di RanXerox, il quale negli episodi precedenti è tutto un altro personaggio e le storie sono molto “egoistiche” ed “egocentriche”, mentre in questo caso si vanno a toccare argomenti ambientalisti (l’acidificazione dei mari) e altri problemi globali (epidemie, sette suicide, eccetera) che sono del tutto estranei. Forse solo l’episodio delle amiche di Lubna alla sfilata avrebbe potuto idealmente figurare delle storie di Stefano Tamburini.

Tutto sommato l’attesa di dieci anni per vedere un nuovo episodio di Ranx non ha portato niente di memorabile.

Segue poi un’altra breve serie di striscie (Aie, Robot!), questa volta scritte da Jean-Luc Fromental (grafica sempre di Tanino Liberatore), che è una specie di “documentario a fumetti” su Ranx, basato su un’intervista di una sempre stronzissima Lubna, che ripercorre rapidamente le vicende di Ranx.

Anche di questo breve episodio si sarebbe potuto probabilmente farne a meno.

Tutto qui.

Una storia dura, triste, sconclusionata, inutile, piena di violenza ed eroina, come troppe storie degli anni Settanta, dentro e, soprattutto, fuori dai fumetti, purtroppo.

Una storia le cui vicende si possono forse dimenticare, visto che sono spesso più che altro situazioni sulle quali esercitare satira di costume, ma i cui personaggi non si possono dimenticare nemmeno dopo molti anni: Ranx, il Frankenstein svalvolato, la Bestia innamorata follemente, e Lubna, la bambina viziata e capricciosa, la stronza egoista, la Bella solo negli occhi/occhialini del suo innamorato.

Tanti personaggi degli anni Settanta sono “invecchiati” rapidamente, questi no.

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Mauro Longo
Mauro Longo
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