Il Rianimatore su Le Storie Bonelli: Due chiacchiere con Antonio Costantini


Il Rianimatore è la numero 69 delle Storie della Bonelli, dedicata alle vicende di Giovanni Aldini. Due chiacchiere con lo sceneggiatore Antonio Costantini!

Care lettrici e cari lettori, è uscita l’edizione di maggio/giugno 2018 del Giornale di Sergio Bonelli Editore, che ci permette di mostrarvi la copertina del numero delle Storie di giugno a opera di Antonio Costantini e Claudio Montalbano, “Il rianimatore”!

Con questa tradizionale apertura bonelliana, i canali social della SBE annunciano il prossimo volumetto delle Storie, la collana antologica Bonelli, questa volta incentrata sulla figura di Giovanni Aldini: un vero e proprio “Rianimatore” visti i suoi studi basati sul Galvanismo (Galvani era suo zio) che davvero ebbe a perseguire il delicato concetto di “rianimiamo i morti con l’elettricità”.

Questo numero de Le Storie mi incuriosisce per vari motivi:

– innanzitutto riprende fatti e circostanze storiche reali, ma dal chiaro sapore gotico, retrofantascientifico e zombesco, elementi questi che sempre avranno uno spazio su Caponata Meccanica. Anche il Galvanismo è per me una di quegli elementi eccezionali di cui infarcire le storie, una di quelle pseudoscenze weird che ci piacciono tanto, come la Lanternicità di cui ho parlato qualche articolo addietro!

– per seconda cosa, il tema è già apparso in una coppia di romanzi che ho molto gustato, scritti guardacaso da un altro sceneggiatore Bonelli, in una delle sue avventure nel mondo della narrativa senza immagini: parliamo di Gianfranco Manfredi e del suo Tecniche di Resurrezione. Una combinazione molto accattivante.

terzo ma non terzo, lo sceneggiatore di Il Rianimatore, Antonio Costantini, è secondo me un ottimo talento italiano che ancora non è emerso adeguatamente nel mondo del fumetto, ma ha grande versatilità e molti talenti: è ad esempio anche un buon narratore e un esperto di game design, due doti che ha tra l’altro messo a disposizione del settore librogame, che come sapete, ci piace molto approfondire.

Insomma, Il Rianimatore si preannuncia per quanto mi riguarda una delle uscite più interessanti delle Storie, e per questo ho chiesto ad Antonio di parlarci un po’ di sé e del fumetto.

Ecco la nostra chiacchierata!

Antonio Costantini, il Rianimatore

Ciao Antonio, grazie di aver accettato di partecipare al nostro show! Parlaci un po’ di te e delle tue esperienze creative fino ad oggi.

Ho 38 anni, anche se questo numero tende a cambiare, e sono nato in un comune che non c’è più. Di giorno sono un Ingegnere informatico mentre la sera esco sui tetti a scrivere fumetti.

Sono da sempre innamorato di lettura, cinema, musica o giochi di ruolo e, come ogni amante che si rispetti, qualcuno ha voluto essere ricambiato. Parliamo della lettura che non si è accontentata di essere un passivo oggetto delle mie passioni ma ha preteso di divenirne soggetto.

E così ho cominciato a scrivere. Ok, quello è successo più o meno alle elementari, ma qui parliamo di un altro scrivere, quello che implica creare e raccontare storie, mondi e personaggi.

Ho all’attivo diversi racconti e fumetti brevi, una graphic novel medieval zombie (Flesh Crossed) e un romanzo per ragazzi (I Booglins). Perchè mi piace diversificare!

Con Il rianimatore faccio il mio esordio in Bonelli e nel mondo delle edicole.

So che sei un autore dai vari interessi, e che conosci bene anche i librogame, la narrativa e i giochi di ruolo. Come mai il tuo interesse principale è andato al fumetto? Semplice preferenza o c’è qualcosa di speciale che trovi nel fumetto, che gli altri media non hanno?

Prima di tutto, io adoro scrivere: libri, fumetti, codice (non vi sarete dimenticati che sono un Ingegnere informatico, vero?) e mi piace variare, esplorare direzioni inusuali o guardare il mondo con sguardo obliquo.

L’anno scorso ho pubblicato I Booglins, un romanzo per ragazzi che racconta dell’amicizia fra un gruppo di mostriciattoli (i Booglins, appunto) e un bambino al quale è appena morta la nonna. In questa storia i protagonisti sono i mostri, non il piccolo. Prima era uscito Flesh Crossed, una graphic novel di zombi ambientato nel medioevo, in un’abbazia nel nord Italia. Quest’anno uscirà il mio primo librogame, dedicato a un pubblico femminile adulto.

In tutto quello che faccio cerco di metterci qualcosa di inusuale. Cerco il twist che mi permetta di raccontare una storia in maniera diversa dal solito. Perchè se c’è una strada battuta e solida che ti porta alla meta, mi piace esplorare quel sentierino che a un certo punto se ne dipana, che conduce forse alla stesso luogo, ma di sicuro in maniera diversa. Più interessante, spero.

L’aspetto affascinante del fumetto è che il tuo testo verrà rappresentato graficamente, vedere le scene che hai pensato, immaginato e progettato prendere “vita” è molto emozionante. La prima volta che vedi il tuo protagonista, ma con gli occhi del disegnatore è sempre una bella scoperta, qualcosa di tuo ma che è anche di un altro.

Al contrario, nei libri hai più controllo e sai che tutto ciò che scrivi arriverà ai tuoi lettori, mente nei fumetti ci arriveranno solo i dialoghi, e la forma della prosa acquisisce un fascino tutto speciale. Puoi giocarci e divertirti con lei.

Quando poi si scrive un librogame c’è anche la parte di game design, come elemento da aggiungere alla prosa di un libro, che rompe gli schemi e deve trovare un suo equilibrio che talvolta si scontra con quello della storia. Ho avuto anche una piccola esperienza di game designing puro, culminata con una top 3 al gioco inedito di Lucca. Il gioco si basa su un gruppo di pirati che deve esplorare un’isola, perchè per me la storia non può mancare.

L’importante è la storia da raccontare, il resto, il linguaggio che si usa, è il mezzo con cui raccontarla.

Parliamo di Il Rianimatore. La figura di Giovanni Aldini è molto interessante, e al centro di altre storie del passato, ma grandemente sconosciuta rispetto ad altri “rianimatori” successivi, nonostante sia di fatto il modello su cui si basa il Frankenstein, e vero esemplare di personaggio gotico reale. Come mai questa scelta e cosa ti ha colpito di più del personaggio?

Giovanni Aldini, rianimatore (questo il titolo di lavorazione) nasce dall’esigenza di scrivere una storia a me vicina, nel senso geografico del termine. Io vengo da un piccolo paese di provincia, ma per quello che volevo raccontare avevo bisogno di più spazio, allora mi sono rivolto alla città più vicina (ancora, in senso fisico): Bologna. Quando mi sono imbattuto nella figura di Aldini ho capito che era lui che stavo cercando.

Chi, studiando la sua vita, non ne rimane affascinato? Chi non rimane ammaliato dalle sue gesta? Ti colpisce con quella curiosità un po’ morbosa con la quale si rallenta per sbirciare un incidente in autostrada. Ma allo stesso tempo è la storia di uno scienziato, che ha lasciato il suo denaro per proseguire i propri studi (e grazie a esso è stata fondata una scuola di scienze).

Nipote del più famoso Galvani, applicò gli studi dello zio alla rianimazione dei cadaveri, trasferendosi addirittura a Londra, dove i condannati a morte venivano impiccati e non decapitati, per avere “materiale” per i suoi esperimenti.

Ma questo è stato solo l’inizio perchè, per quanto interessante, non volevo raccontare la storia di Aldini, ma la mia. Ho cominciato a lavorare come in un romanzo storico, agendo fra il non detto, fra i fatti che non ci sono pervenuti senza mai entrare in conflitto con le narrazioni ufficiali.

E poi ovviamente ho creato tutta la parte che riguarda la gita scolastica nel museo che, guarda caso, esiste realmente a Bologna, come esistono altri avvenimenti o particolari che potrete leggere nell’albo e che non voglio anticiparvi per non rovinarvi la sorpresa.

Una volta che mi era chiaro cosa raccontare, ho potuto concentrarmi sul come, divertendomi a farlo in maniera particolare e non scontata.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Tanti, ma mai troppi. Cerco sempre di guardare un po’ più avanti. È “entrato” un progetto? Bene, facciamolo, ma nel frattempo pensiamo alle prossime proposte.

Ho da poco finito di scrivere un romanzo per ragazzi e sto lavorando a un bel progettone, di quelli tosti, ma di cui è troppo prematuro parlarne. Per adesso, direi che dopo “Il rianimatore” sarà l’ora di “Una voce dal passato”, il mio librogame per la nuova collana Dedalo (Tombolini Editore).

Perfetto, ciao e alla prossima!

Alle prossime, vorrai dire!

Mauro Longo
Mauro Longo
Articoli: 1348

2 commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *