Quanto è verosimile il vostro eroe fantasy? I Mutalib e i dungeon medievali!

E se tutto quello che riguarda i dungeon (trappole, mostri, maledizioni, pertiche da 1 metro e mezzo) FOSSE VERO? L’incredibile caso dei Mutalib medievali!

Immaginate di essere in un lungo cunicolo che scende nelle profondità della terra e che lungo questo corridoio siano allineate delle statue che impugnano una spada. Fate attenzione! Battete con un bastone sul terreno davanti a voi, in modo da far cadere le spade!

Questo consiglio per cercatori di tesori dilettanti ed esploratori di dungeon alle prime armi non si trova in un qualche “Manuale del perfetto avventuriero di D&D” o in una rubrica di consigli per i giocatori di ruolo di qualche rivista degli anni ’90, tipo ExcaliburKaos Rune no proprio Kaos.

Si trova invece su un testo medievale arabo, Arcani Rivelati il “Libro dei Misteri Rivelati” (Kitāb al-mukhtār fī kashf al-asrār), scritto da un certo ‘Abd al-Rahman ibn ‘Umar Zain al-Din al-Dimashqi, comunemente noto come Al-Jawbari.

Le indicazioni di Al-Jawbari sono anche più precise: traducendo un po’ all’impronta, “le braccia armate delle statue animate sono mosse da tubi interni colmi di mercurio e azionate da cavi tesi lungo il pavimento“.

E le indicazioni simili si sprecano.

Il Libro dei Misteri Rivelati istruiva infatti i Mutalib, i “Cercatori di Tesori del mondo arabo”, su come disattivare le trappole di fuoco tramite fumigazioni magiche e a evitare trabocchetti a pietra basculante sul pavimento con una pertica da 1 metro e mezzo, per non finire in cisterne segrete che si vanno colmando di sabbia fino al soffocamento degli intrusi. E cose del genere…

Al-Jawbari: chi era costui?

Al-Jawbari fu uno studioso siriano del medioevo, che si è occupato di alchimia e ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo islamico. Quando parla dei Mutalib, i “Cercatori di Tesori” arabi, fa riferimento in particolare ai predoni di tombe egiziani, che da millenni erano (sono?) esperti e addestrati a trovare, scavare, infiltrarsi e saccheggiare le antiche tombe sepolte nel deserto del proprio paese. E ce n’erano così tante, ed erano così tanto ricche che, come sapete, ancora oggi se ne trovano… Lo stesso Al Jawbari era stato Mutalib, si sarebbe infilato in una tomba scovata in una necropoli vicino al Cairo ed avrebbe evitato ben due insidie all’interno: scale rese appositamente pericolanti e un finto pavimento pronto a collassare.

Il tema della ricerca dei tesori nascosti in antiche spelonche o rovine (quindi dungeon) è centrale nelle leggende medievali di tutti i paesi, e si trova ad esempio in numerosi episodi delle Mille e una notte, quasi tutti centrati proprio su personaggi e luoghi egiziani, dove i Mutalib (o meglio Mutalibin) erano una realtà davvero consolidata.

Quello dei Mutalib era un vero e proprio mestiere, perlomeno nell’Egitto medievale di cui stiamo parlando. I Mutalib dovevano essere esperti “furfanti” e dungeoneer, ma non solo: dovevano essere anche bravi con incantesimi, maledizioni e scongiuri, e magari dovevano anche conoscere (o intuire) quella strana lingua perduta che si trovava sulle pareti delle tombe che andavano a saccheggiare.

Come i tombaroli di tutti i tempi, dovevano anche essere bravi a esplorare i territori abbandonati e desolati, e trovare tracce dei recessi che devono ispezionare. E naturalmente devono essere anche esperti di “ricettazione”: quanto valgono e a chi vendere i tesori che stanno andando a cercare. Dovevano avere pazienza, coraggio, conoscenza delle arti occulte e abilità artigianali.

Al-Jawbari mette anche in guardia i cacciatori di tesori dilettanti da guardarsi dai finti Mutalib (o da quelli di loro che intendono guadagnare sopra gli incauti), che vendono finte mappe e finti reperti, o attirano i novellini in agguati per poi ripulirli e lasciarli in mutande in mezzo al deserto. O peggio…

Insomma, tutto quello che si immagina sul mondo degli avventurieri ed esploratori di dungeon, ha un corrispettivo nella realtà.

E oggi il mondo è un luogo migliore.

FUN FACT: Io e il complice Davide Mana stiamo mettendo mano a un gioco dove si interpretano proprio i Mutalib (ma guarda un po’ perché ne parliamo!) ma il setting non è l’Egitto. Il mistero si infittisce!

Mauro Longo
Mauro Longo
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3 commenti

  1. […] l’afflato generale che percorre il libro, che condivido da sempre: “per essere appassionante, il fantastico deve essere verosimile“; un principio fondamentale dell’approccio al fantastico, senza il quale […]

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