Monogatari – i “racconti giapponesi” di Fumble GDR sui nostri tavoli!

Monogatari è la prima espansione ufficiale di Klothos, il gioco di ruolo di Fumble GDR scritto da Claudio Serena. Una recensione di Marco Figoni.
In giapponese, Monogatari significa storia, racconto. Quello delle Monogatari è un genere fatto di racconti eroici e a volte fantastici, che parlano di storie immaginarie o eventi storici riletti in chiave poetica, e in cui spesso fanno capolino magia e creature che non fanno parte del nostro mondo, come in occidente sono stati i racconti epici dei greci, l’Edda poetico dei normanni o le fiabe dei fratelli Grimm.

Monogatari è la prima espansione ufficiale di Klothos e aggiunge al Thread System nuove regole legate all’Onore e al Disonore, nuove Caste ispirate al medioevo giapponese e un ricco bestiario, con decine di avversari, divisi tra umani e yokai sovrannaturali.

Monogatari è un gioco che vuole raccontare proprio questo tipo di storie, al limite tra chanbara (racconti giapponesi di cappa e spada) e fiaba, in cui samurai, geisha, ninja e bonzi vivono avventure in un mondo che potrebbe essere il Giappone dell’epoca Sengoku, con i clan in lotta tra loro, e gli shogun e i loro samurai che spadroneggiano grazie alla guerra, anche se a volte potrebbe comparire qualche mostro del folklore.”

Un nuovo Amico della Caponata, Marco Figoni, sceglie di parlarci oggi di Monogatari, il gioco di ruolo di Claudio Serena pubblicato da Fumble GDR. A lui la parola!

Monogatari, secondo Marco Figoni

Monogatari è un hack di Klothos ad ambientazione medievale fantasy giapponese, ma facciamo un passo indietro per chi non conoscesse ancora Klothos (vincitore del premio come Miglior Game Design del 2019 ai Player Awards) il gdr di Claudio Serena edito per Fumble edizioni.

In Klothos i giocatori impersonano dei veri e propri eroi di stampo mitico in grado di piegare il destino a proprio piacimento, ogni eroe vive sotto il segno di una costellazione che ne rappresenta l’archetipo e dona dei poteri correlati. Avete presente le leggende delle Norne che intessono i fili del destino ai quali siamo legati? Ecco, in Klothos avrete la possibilità di riuscire in imprese mitiche fino al compimento del vostro destino, infatti gli eroi avranno a disposizione solo 7 fili e una volta arrivati all’ultimo la loro avventura sarà bella che finita. Piegare i fili per la propria volontà comporta la piena riuscita di una prova; l’aumento del “livello” e relativo nuovo potere, ma anche l’avvicinarsi al compimento del proprio ruolo nella storia raccontata.

Il sistema usato, denominato Thread System, si fonda sul tiro di uno e due D6 con l’aggiunta di un Approccio per superare la soglia del successo mentre il secondo dado sfrutta ormai il collaudato sistema del Vantaggio/Svantaggio. Altro fattore importante sono i punti Fortuna e Sciagura che intervengono pesantemente nel gioco, usati dal giocatore per migliorare una situazione o dal Tessitore (Gamemaster) per mettere i bastoni tra le ruote agli eroi.

Klothos è un gioco decisamente narrativo e le poche regole fondamentali fungono da binario per il funzionamento della storia, quindi non troverete tabelle da scartabellare ad ogni prova o strane sottosezioni con regole occasionali. Anche i combattimenti lasceranno spazio alla narrazione senza dover fare strani calcoli, vi basta pensare che le armi sono divise in solo due tipi: a una mano e fanno 1 danno o a 2 mani e fanno 2 danni; la stessa semplicità è riservata alle armature che concedono slot da spendere per ritirare la difesa.

Tutto molto semplice e funzionale.

Monogatari sfrutta lo stesso motore di gioco, anzi lo plasma alla perfezione trasformandolo in un ibrido che vive di luce propria (a tal proposito avrei inserito anche le regole del manuale base, necessario per giocare a questo Hack) ma capisco le esigenze strettamente commerciali. Comunque dal sito ufficiale è possibile scaricare un quickstart che permette di assaporare le meccaniche fondanti del thread system e giocare sin da subito a Monogatari anche se in versione monca (nel quickstart non sono presenti tutti i poteri dovuti alle costellazioni), ma si raggiunge comunque la quota di 7, lo stretto necessario per portare l’eroe al suo apogeo.

La via dei Bushi…

In Monogatari gli eroi interpreteranno dei Bushi (uomini/donne d’armi) suddivisi in caste (ruoli): abbiamo il Samurai, il Ronin (samurai senza padrone), la Geisha, il Bonzo, lo Shinobi e lo Yamabushi (una specie di druido).

Come già accennato non ci troviamo nel Giappone medievale, ma in una rappresentazione favolistica, mitica, fantasy, dove anche le donne sono Samurai e per Geisha s’intende un più comune “Cortigiano”, ma rimane il forte senso del dovere/onore tipico di quel mondo sul quale si fondano le nuove regole.

Oltre ai poteri forniti dalle costellazioni guida, gli eroi possono contare su poteri della propria casta aumentando di molto le varianti così da avere una vasta scelta di personalizzazioni. Sono cambiati anche gli Approcci, ora si chiamano Dettami e come lo Ying e Yang hanno una doppia valenza nel gioco: Compassione/Crudeltà, Coraggio/Codardia, Dovere/Egoismo,Giustizia/Vendetta, Sincerità/Slealtà, Umiltà/Superbia.

Durante la creazione del proprio personaggio starà al giocatore suddividere i punti tra i dettami determinando così anche i punti Onore e Disonore (i vecchi Fortuna e Sfortuna del manuale base).

Il Meifumado attende…

Tutta la prima parte del manuale, circa 60 pagine, ci catapulta nel mondo di Monogatari con un adattamento delle regole di Klothos davvero formidabile: vien da pensare che il regolamento stesso sia nato per supportare questa ambientazione.

La seconda parte invece è dedicata al classico bestiario, suddiviso tra png Scarsi, Forti e Boss, con tanto di creature mitiche che faranno la felicità degli appassionati, anche in questo caso abbiamo 60 pagine belle dense di informazioni, sopratutto per il Tessitore/Master.

La parte finale è occupata da Chambara, un’avventura a bivi come il più classico dei LibriGame davvero ben strutturata che promette ore di gioco violente!

In chiusura abbiamo un glossario con i termini più comuni, e qualche tabella con spunti per avventure.

Dal punto di vista grafico Monogatari si presenta molto essenziale con illustrazioni dal tratto simil “dipinto giapponese” rigorosamente in bianco e nero ad opera di Pietro Bastas, forse un po’ scarno confrontato con altri manuali ora sul mercato, ma giustificato da un prezzo concorrenziale di soli 18€.

Conclusioni

Monogatari è un’espansione che farà felici tutti gli appassionati delle ambientazione feudali giapponesi fantasy, un omaggio ai film di samurai e ninja degli anni sessanta e settanta, ma anche i cartoni animati che ci allietavano negli anni ottanta.

Forse il problema più grande del gioco è l’assoluta mancanza di un capitolo dedicato all’ambientazione, infatti il gioco sembra esser rivolto solo agli appassionati, certo chi non ha visto almeno un film di Samurai o di Ninja, ma basta forse questo per giocare a Monogatari?

Forse si…o forse dipende anche dall’età del giocatore.

Film consigliati prima di giocare (lista assolutamente soggettiva e parziale)

I sette samurai (1954)
Il trono di sangue (1957)
La sfida del samurai (1961)
Kagemusha (1980)
Three outlaw samurai (1964)
Sword of the beast (1965)
Lupo solitario e cucciolo: Sword of vengeance (1972)
Baby cart at the river Styx (1972)
Baby cart to Hades (1972)
Baby cart in peril (1972)
Baby cart in the land of demons (1973)
White Heaven in Hell (1974)
In italiano è uscito un film di rimontaggio dei primi due film intitolato Shogun assassin (1980)
Shinobi no mono (un film qualsiasi dei mille mila che hanno fatto)
Zatoichi (un film qualsiasi dei mille mila che hanno fatto)
The Yagyu conspiracy (1978)
The Shogun assassin (1979)
Shogun’s Ninja (1980)
Ninja wars (1982)
Legend of eight samurai (1983)
Shinobi (2005)

Qualche serie a cartoni o anime lungometraggio

L’invincibile ninja Kamui (serie – 1969)
Sasuke il piccolo ninja (serie – 1968/69)
Basilisk i segreti mortali dei ninja (serie2005)
La spada dei Kamui (1985)
Ninja Scroll (1993)
Sword of the stranger (2007)

 

Mauro Longo
Mauro Longo
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