Il guerriero e il cacciatore

Ricordo sempre con piacere una mezza lite avvenuta tra un guerriero e un cacciatore ramingo di queste zone. Si erano ritrovati a pasteggiare insieme e, com’è ovvio, non facevano altro che scambiarsi imprese d’eroismo, racconti di bravate e conquiste varie. Mi pareva di vederla, quella rivalità, spuntare piano piano come pelo sulla pelle di un mannaro al pallore lunare.

Il guerriero pensava di essere il migliore, capace di affrontare qualunque minaccia con spada, scudo e armatura: non c’era duello o schermaglia che potesse perdere. Il cacciatore allora ne rideva, commentava di come fosse facile difendersi quando si ha un muro di metallo contrapposto alla nuda pelle di qualche disgraziato. A far fuori una manticora ci vuole ben altro: i draghi sgranocchiano il metallo come noi facciamo coi ciccioli di maiale fritti! Il guerriero allora lo sfidò a duello, e l’altro accettò schernendolo “Certo! Spada e senza corazza, proprio là fuori tra alberi e nebbia”. Inutile dirlo, il cacciatore non era addestrato per uno scontro regolare e organizzato come sono guerre e tenzoni.

Erano troppo divertenti, intenti a confondere le loro capacità e i loro ruoli, i loro meriti e le loro possibilità, cause ed effetti. Ad ogni modo, stavano iniziando a dare in escandescenze, così intervenni io “In verità, amici miei, vi dico che in questa taverna il più forte sono io, poiché senza un antidoto per quel che vi ho fatto bere passerete la notte non in un letto, ma a contendervi la latrina”.

Scoppiarono a ridere “E ora che avete abbassato la guardia con una battuta, potrei tranquillamente ammazzarvi”. Si strozzarono, e si comportarono come si deve.

E non diedi loro alcun antidoto.

Michele Gonnella
Michele Gonnella
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