Non è mai solo una canzone

Qualcuno ha detto che la guerra è solo una continuazione della politica. E se il canto delle spade è naturale prosecuzione degli scopi di uno stato contro un altro, figuriamoci cosa può fare quello dei bardi. In questa taverna ho visto parecchi danni, e tutti quelli più grossi erano generati dalle rime di qualche cantastorie, trovatori innocenti che passavano e intrattenevano il pubblico per qualche notte in cambio di soldi, cibo e vino. “Tutte spie”, direte voi, “gente pagata per fare propaganda”. Non credo sia sempre così immediato, il più delle volte è gente che gira, racconta quello che vede, lo mette in prosa e spera di mantenercisi per qualche tempo.

Un misto tra un varietà, un messaggero e un cronista.

D’altro canto, chi sta a ascoltare difficilmente ne sa abbastanza del mondo per non cercare del vero nella più ilare delle canzonette, tantomeno i liquori che girano per i miei boccali aiutano! Ma tanto basta a farsi un’idea di come sia il mondo esterno, anche se questo significa cercare il vero in quel florilegio di condimenti studiato apposta per allungare il brodo. E che gioia, quando si pensa di aver finalmente trovato uno tocco di fungo nella zuppa dell’oste! Ma difficilmente si può capire che si tratta in realtà di una melanzana secca. Questo ha creato grossi problemi in più di una battaglia. Ha inficiato servizi segreti, ha svelato mire politiche estere oppure ne ha inventate di completamente inesistenti. Intrighi di corte sfuggiti dai sussurri delle cortigiane, camerieri troppo ebbri per negare qualche confidenza a un bardo, o addirittura sovrani in segreta fuga per dilettarsi con qualche giovincella pagata troppo poco per mantenere il segreto. E poi notizie apprese sedendo al bivacco d’un gruppo d’avventurieri, bevute con mercanti di passaggio, narrazioni di avventure in terre lontane, pettegolezzi di popolo! La musica è questo, non è mai solo una canzone.

Di fronte al camino, chiunque suoni e canti porta il riflesso della realtà e noi, ubriachi o meno, non possiamo fare a meno di farci rapire da quelle rime che danzando coi nostri sogni manipolano, pian piano, la nostra idea del mondo.

Michele Gonnella
Michele Gonnella
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