Distopie Impure – o di concorsi, ucronie avanzate e impressioni di Settembre

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Arriva il concorso Distopie Impure, organizzato da Alessandro Girola. Un’occasione per ricominciare alla grande a soffriggere Caponata e fare un po’ di amarcord…

Sono passati (esattamente?) due anni da quando buttavo giù qualche bit su Ucronie Impure, il concorso di Alessandro Girola che era partito un anno prima e prevedeva “versioni alternative della realtà, generate da un episodio della storia che non è andato come doveva, che a sua volta genera a cascata eventi straordinari, fantastici o solo “diversi” da quelli che ricordiamo” (cito me stesso, così non è plagio).

All’epoca Ucronie Impure fu anche il libro (digitale) che raccolse i dieci racconti vincitori del concorso. Scopo della raccolta, oltre a quello di mettere insieme bei racconti, era quello di stimolare l’interesse per il “genere ucronico” e per la narrativa in formato digitale. Ecco il bando del concorso e la classifica finale dei dieci racconti selezionati (sul vecchio blog di Girola), nonchè ovviamente la raccolta completa.

Non avrei certo sospettato che tra gli autori che scrissero quei racconti e la gente che lo organizzava ci sarebbero state molte delle mie attuali conoscenze internettiane, compreso il Girola stesso (di cui rimbalzo sempre le iniziative), Alessandro Forlani (nientepopodimeno che il vincitore di un Premio Urania), Davide Mana (del cui stupendo racconto scrissi la prima recensione in assoluto di questo blog e con cui ormai collaboro per altri progetti), Germano Greco e tanti altri, con cui (per certi versi) passo le giornate.

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Insomma leggere Ucronie Impure diede una svolta decisiva a Caponata Meccanica e fece svoltare in parte il blog sul sentiero della narrativa, delle recensioni, delle iniziative digitali, delle discussioni sulla scrittura creativa. Io stesso ho cominciato a scrivere racconti e a inviarli a iniziative di questo genere dopo di allora, ottenendo anche discrete soddisfazioni.

Ed ecco che, due anni dopo la mia segnalazione e tre dal concorso vero e proprio, Alessandro Girola ripropone un’iniziativa simile e parallela alla precedente, segnando per me una sorta di revival di tutto quello che mi spinge ogni giorno a rubare tempo alla vita per spenderlo alla tastiera.

Distopie Impure riprende lo stesso concetto del concorso precedente e lo sposta nel futuro. Non delle Ucronie quindi ma delle Distopie e cioè utopie negative che descrivono società indesiderabili realizzate in un prossimo futuro, specchio deformato della nostra realtà, nella quale le tendenze sociali attuali sono portate a estremi apocalittici. Fantascienza sociale negativa quindi, che fa il verso al nostro presente… con uno spruzzo di Impurità, se volete, dato da un elemento fantastico (possibile ma non necessario per partecipare al concorso).

I punti di riferimento sono quindi 1984 o La Fattoria degli Animali di Orwell, Fahreneit 451, Il Mondo Nuovo e altre opere simili…

Ecco il bando del concorso, a cui consiglio di partecipare numerosi, se non altro per mettersi in mezzo a un bel progetto e a una grande iniziativa. Aggiorno in merito anche la mia rassegna dei concorsi letterari di Settembre, visto che, oltre questo, me ne hanno segnalati un altro paio. Volete scrivere e partecipare a contest nazionali di narrativa fantastica? Dateci un’occhiata!

E infine, Settembre. Un altro anno è passato visto che, sì, io conto gli anni a partire dai Settembre. La fine dell’estate segna sempre il mio compleanno e da quest’anno quello di mio figlio. A Settembre, diciamo con l’Equinozio, l’estate finisce e si ricomincia a far quadrare l’anno (o almeno a mettercisi d’impegno), ricomincia il lavoro, la scuola, l’università, si riazzera il calcolo delle ferie. E ora che tutto sta per ricominciare, urgerebbe una riflessione su passato, presente e futuro.

Che demando ad altri.

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Boomerang primitivi tornano incontrollabili, sgravidano ossessioni sulle città splendenti di passate razzie, di futuri spettacoli.
I viaggi solitari, i percorsi arroganti sono finiti male: senza proclami, senza giubilei, nelle piccole storie delle teste pensanti, nelle vite spezzate ricucite alla cazzo.
E non si torna a casa.
Si rimane così…
Magari un po’ perplessi sui treni fuori orario, scendendo scale mobili, apettando un passaggio che non so se verrà…
Che non so se verrà, ma non credo che venga…
Che non so se verrà, ma non credo che venga, non credo che venga, non credo che venga…

Mauro Longo
Mauro Longo
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