Davide Mana, Intervista a un protagonista del fantastico italiano

Davide Mana

Davide Mana, eccellente firma del fantastico a tutto tondo e vecchia conoscenza di Caponata Meccanica: intervista a uno degli autori di Zappa e Spada!

Disertori o uomini allo sbando.
Sono in sei, a testa scoperta, in disordine.
Indossano armature brunite, parlano ad alta voce e ridono.
Uno porta in spalla una pecora, che bela disperata il proprio terrore. Quello alla sua sinistra regge un otre di vino, beve a canna e ride.
Due hanno per le mani un ragazzo, poco più che un bambino. Uno lo sorregge, le braccia strette dietro alla schiena, mentre l’altro, i piedi ben piantati in terra, le gambe divaricate, lo colpisce ritmicamente al volto coi pugni massicci, senza fretta.
Ne rimangono due, che hanno strappato il chitone a una ragazzetta, e lei piange, invoca aiuto, chiama il suo compagno. Si dibatte, loro la schiaffeggiano. Uno la tiene a terra premendo sulle sue spalle, l’altro le allarga le ginocchia e traffica impacciato sotto al proprio gonnellino di cuoio, ridendo sguaiatamente.
È il primo a cadere.
Un sasso grande quanto una mela lo colpisce alla tempia, un suono sordo che spegne la luce dei suoi occhi e spezza la sua risata, la testa piegata da una parte.
Un battito del cuore.
Il primo uomo vacilla e una donna snella, i capelli color della cenere sciolti sulle spalle, è addosso al suo compare, che alza appena lo sguardo e riceve una ginocchiata al viso.
La sconosciuta è un turbine, tunica rossa, pelle abbronzata e una criniera pallida. Ruota su un tallone, colpisce con un pugno alla gola quello con l’otre, mozzandogli il respiro.
Rantola.
L’otre gli sfugge e irriga la terra di succo d’uva.
Tre battiti del cuore.
Lei compie un nuovo volteggio, stende una gamba e colpisce col tallone il volto del quarto, schiantando ossa e cartilagine. La pecora fugge saltellando, e urla al mondo il proprio amore per la libertà.
La donna è alle spalle del soldato dalle nocche insanguinate.
Cinque battiti del cuore.
Gli stringe il collo con un braccio esile, preme sull’arteria. Quello si affloscia. Lo lascia andare, lui scivola a terra.
Ora la donna dai capelli di polvere e l’ultimo soldato rimasto si fronteggiano. Lui stringe a sé il giovane stordito, che a malapena si regge in piedi, estrae un pugnale, lo avvicina alla gola del ragazzo.
“Avvicinati, e lo sgozzo come un capretto,” dice, ma la sua voce è incerta.
Una luce malvagia brilla negli occhi violetti della donna.
Uomo di truppa, coraggio nei numeri.
Niente numeri, niente più coraggio.
“Credi m’importi qualcosa di lui?” gli domanda.
L’altro trattiene il respiro. Poi spinge il giovane verso la donna e fugge correndo.
Lei si scansa, guarda a terra, raccoglie una pietra grande come un pugno e raddrizzandosi la scaglia in un arco teso.
Colpisce l’uomo alla nuca, e lo stende.
Dietro di lei, la ragazza seminuda piange.
Sei uomini abbattuti.
Dieci battiti del cuore.

Zappa e SpadaMentre curavo la serie di interviste agli autori di Zappa e Spada mi sono reso conto con vera sorpresa di non aver mai pubblicato su Caponata Meccanica una chiacchierata con Davide Mana, autore che leggo e seguo dal remotissimo 2011, quando trovai in giro per la rete la bella antologia Ucronie Impure e il suo meraviglioso racconto La regina dei pirati di Atlantide – il titolo più pulp di tutti (ma non dell’antologia, proprio di tutti)!

Da allora, ho seguito tantissimi suoi progetti e molti ne abbiamo anche realizzati assieme: il concorso Hydropunk, qualche progetto di scrittura collettiva, tante iniziative di Acheron Books e Savage Worlds Italia: Davide ha persino firmato assieme a tuo fratello una divertente linea di avventure per Ultima Forsan.

Lo stesso progetto Zappa e Spada, e cioè la raccolta di racconti Spaghetti Fantasy di Acheron Books, a cui anche voi potete ancora partecipare (mancano due settimane alla scadenza!), è nato ragionando assieme a Davide, con il suo apporto fondamentale di ideatore e autore.

E così, dopo Alessandro Vincenzi, Jari LanzoniFederica Leonardi e Mala Spina, è il momento di fare la conoscenza con uno dei più colti e abili esponenti della narrativa fantastica italiana, capace di spaziare dallo sword & sandal alla fantascienza, dalla saggistica alla narrativa e al gioco di ruolo, dalla totale libertà della produzione indie alla scrittura su commissione, dall’italiano all’inglese.

Ecco dunque la vostra…

Intervista a Davide Mana

Salve Davide: autore di narrativa, saggistica e giochi di ruolo, in italiano e inglese, anima profondamente colta, entusiasta -ma anche critica- del fantastico, eccetera eccetera… tu stesso come ti definiresti?

Davide ManaMah, io di fatto sarei un paleontologo e un geologo.

Diciamo allora uno scienziato ambientale che per pagare i conti scrive, e cerca di farne un lavoro.

Sono anche un vecchio appassionato di letteratura di genere (e di storia, e di un sacco di altre cose), con tutte le controindicazioni che quel “vecchio” comporta.

E detto ciò, grazie per lo spazio che mi concedi.

Di roba ne hai firmata davvero tanta: romanzi, racconti, saggi e giochi di ruolo, in italiano e inglese. Quali sono a tuo giudizio le tre cose migliori fatte finora, se dovessi elencarle?

Sul “migliori” bisognerebbe chiedere ai lettori.

519um9Hi8MLFra le cose che mi hanno divertito di più, in fase di scrittura, certamente il romanzo The Ministry of Thunder (Acheron Books), la campagna Messico & Nuvole per Deadlands/Savage Worlds, e poi i miei saggi sulla storia fatta coi cialtroni – Avventurieri sul Crocevia del Mondo, per dire un titolo.

In generale mi diverte tutto ciò che comporta fare ricerca, scovare dettagli.

Ma la speranza è che le cose migliori siano sempre le prossime, quelle che devono ancora essere scritte.

Da decenni hai un piede ben piantato nel mondo anglosassone e l’altro ancorato all’Italia. Quali sono le differenze tra questi due contesti (nell’ambito del fantastico e della narrativa) e quale dei due preferisci? E perchè proprio l’anglosassone? 😀

Che domanda: perché mi pagano!

Ma in realtà quella è solo una conseguenza della differenza sostanziale, che riguarda le dimensioni del potenziale bacino di lettori, che per il mercato di lingua inglese oscillano, a seconda delle stime, da 470 milioni a un miliardo di persone.

556455_originalE attraverso internet è possibile raggiungerli tutti.

In un bacino così ampio c’è spazio per tutti: non importa quanto di nicchia sia ciò che scrivi, la tua nicchia probabilmente contiene almeno un editore specializzato, un paio di riviste, e soprattutto un pubblico.

Si tratta di un mercato estremamente competitivo – i miei racconti tornano indietro con delle cortesissime lettere di rifiuto con estrema frequenza.

Ma la selezione aiuta a crescere.

E se si passa la selezione, si viene letti, apprezzati, rispettati.

E competitività non significa aggressività, e questo è un altro dato importante.

Naturalmente ci sono anche degli aspetti negativi, a cominciare dalla diffidenza verso gli autori “stranieri”, ma sono aspetti negativi ampiamente controbilanciati dai positivi: non solo diffidenza, ad esempio, ma anche curiosità.

Come vedi la scena italiana del fantastico? So che la tua visione è fortemente critica, ma vorrei che ci mettessi sul piatto anche qualche potenzialità ed elemento positivo.

Questa idea che io sia l’orco del fantastico nazionale non cesserà mai di divertirmi. Il fatto è che io non credo di essere “fortemente critico”. Credo invece che l’ambiente nazionale sia così fragile che qualunque cosa che non sia il “volemose bene” a oltranza diventa “fortemente critico”. Ma io le persone preferisco rispettarle anziché blandirle.

Per il resto, il fantastico in Italia sta attraversando un momento di incertezza, e come sempre nei momenti di incertezza ci sono grandi opportunità e grandi rischi.

Parliamo allora delle opportunità, visto che i rischi li conosciamo benissimo tutti quanti.

DL_MeN [COPERTINA] 1ma_1La principale opportunità che la situazione attuale offre al fantastico in Italia è la possibilità di fare qualcosa di nuovo, aprendosi al mondo. Mai come in questi anni tante persone hanno trovato una voce – non solo autori, ma anche critici e recensori, o i fan “qualsiasi”, che qualsiasi non sono affatto. Si stanno provando un sacco di cose diverse, e questo è ottimo, è un segno di grande vitalità. Si guarda oltre i confini, si cercano nuove strade.

Ora, per sua natura il mercato cerca sempre di incanalare queste tendenze verso scelte “sicure”. Rinchiudere i fan nel loro recinto alle convention, ammaestrare i recensori, normalizzare gli autori.

Ma non è che ce l’abbia ordinato il medico, e se riusciremo a fare qualcosa di diverso, senza essere dirottati su un binario morto, potremmo vedere qualcosa di interessante. Qualcosa, soprattutto, che rivendichi la dignità del genere, che sottolinei la qualità e che vada a premiare l’originalità, non solo di chi scrive, ma anche di chi pubblica e di chi legge.

Parliamo di casa tua (croce e delizia) un paese che hai descritto più volte, perduto nelle nebbie dell’Astigianistan. Sono sicuro che ti vada un po’ stretto, ma credo anche che ti abbia ispirato moltissime storie e suggestioni. E’ così?

LettureSeriali_Mana_0-Anno1Più o meno come lo Spielberg ispirò Silvio Pellico, ma senza nessuno dei confort.

Io credo semplicemente che le piccole comunità rappresentino in maniera più evidente e “amplificata” tutti i caratteri del nostro paese – sia quelli positivi, che quelli negativi. Un paese in cui ci sarebbe tantissimo da fare, che non è mai stato fatto – e non è stato fatto perché non è mai stato percepito come interessante, o utile.

È probabilmente un retaggio della cultura patriarcale contadina che è sopravvissuta alla Rivoluzione Industriale, e prospera.

Ma è certamente una fonte d’ispirazione – si pensa al futuro, ai possibili sviluppi, a cosa stia passando per la testa delle persone. C’è molto da scrivere, fra queste colline.

Parliamo di Zappa e Spada, l’antologia Spaghetti Fantasy di Acheron Books alla cui ideazione hai dato anche tu un contributo fondamentale. Perché questo progetto e dove può arrivare secondo te?

“Zappa & Spada” suona come qualcosa che non si prende sul serio. Parla di contadini, di cialtroni assortiti, di armate brancaleone.

La Sword & Sorcery si presta particolarmente bene a mettere al centro della scena personaggi che hanno interessi immediati e personali: a volte anche solo portare a casa la pelle è una grande avventura; lo sapeva bene Howard, lo sapeva bene Leiber.

“Zappa & Spada” affronta la S&S un po’ come lo Spaghetti Western fece per il Western – senza ambizioni particolarmente intellettuali, ma con una sua poetica, per quanto opportunamente rozza.

E io mi auguro che “Zappa & Spada” non rivoluzioni il genere, e non riscriva la storia del fantastico. Spero faccia semplicemente il proprio sporco lavoro: intrattenere, divertire e magari suggerire qualche idea. E conto sul fatto che “Zappa & Spada” offra ai lettori delle storie scritte bene. Dal canto mio farò tutto il possibile perché lo faccia.

Per concludere, anticipaci qualcosa del tuo racconto per l’antologia.

LettureSeriali_Mana_3-PienaNon ho ancora un titolo – ma questo è abbastanza normale.

L’ispirazione – vedi sopra – è presa dalle terre in cui sono esiliato, crocevia di armate mercenarie per secoli. Non sarà un fantasy storico, ma diciamo che il mio mondo secondario avrà delle chiare assonanze con l’Astigianistan del tempo che fu.

L’idea di partenza (non originalissima, ammettiamolo) è che mentre gli “uomini validi” sono lontani per la guerra, tocchi alle donne e ai cialtroni cercare di salvare il poco che hanno da un esercito di passaggio, tanto esecrabile quanto indifferente.

Mi piacerebbe cercare di scrivere una storia piccola, che riguardi poche persone in un posto che non conta niente. Questo non per fare il profeta dei diseredati o chissà che altro, ma perché come dicevo più sopra a volte solo sopravvivere è già una nobile impresa, che merita di essere narrata. Che può essere divertente narrare.

Al momento sto ancora mettendo a fuoco il tono della storia, che sarà certamente l’elemento-chiave. Ma per ora ho circa 2000 parole, per cui i giochi sono tutti da fare. Vedremo cosa ne verrà fuori – di sicuro mi sto divertendo molto a scrivere, speriamo che il pubblico si diverta a leggere.

E se non c’è altro, a questo punto io andrei… no, no, lascia, la trovo da solo l’uscita. E grazie ancora per l’intervista.

 

 

Mauro Longo
Mauro Longo
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